Terremoto, fondo di solidarietà per le aziende
Boccia: queste aree saranno laboratorio di attrazione di investimenti del Paese
«Faremo di queste aree un laboratorio di attrazione di investimenti». È l’impegno del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che ieri nel corso del sopralluogo nelle aree colpi- te dal sisma nel Centro Italia ha annunciato la nascita di un «fondo di solidarietà di Confindustria per le imprese associate» e ha proposto un rafforzamento dell’art bonus.
Sono ancora in azione le ruspe per portare via le macerie, dopo il terremoto di fine ottobre. Danni ingenti e solo circa la metà dei 140 dipendenti delle storiche cartiere Fabriano del gruppo Fedrigoni, a Pioraco, possono lavorare. La produzione, carta speciale, è spostata in parte al Nord. Non si sa per quanto tempo: non c’è ancora una data certa su quando l’azienda tornerà alla normalità.
Pochi chilometri di distanza, a Muccia: «Siamo stati fermi per quattro settimane, abbiamo spostato gli uffici verso il mare e ora che lo stabilimento è messo in sicurezza l’abbiamo ritrasferiti. Abbiamo comunque un’ala di 400-500 metri quadrati che non sarà agibile prima dell’estate», racconta Orietta Varnelli. La sua azienda, famosa per l’anice, è in una delle aree più colpite dal terremoto che ha devastato la provincia di Macerata. Ma lei non molla: nel 2018 vuole festeggiare a pieno regime i 150 anni.
È ancora inagibile, invece, la Vissana salumi, come racconta, davanti al cancello chiuso, l’amministratore unico, Massimo Focacci. Quindici dipendenti, nota per il ciauscolo di Visso e nata 45 anni fa, sta continuando a produrre in parte in altre aziende della zona. M adi entrare nello stabilimento per ora non se ne parla.
La loro storia è come quella di molti, a quasi due mesi dalla seconda scossa di fine ottobre che danneggiato in modo consistente il sistema imprenditoriale, mettendo a repentaglio molte aziende storiche che negli anni hanno difeso e tenuto vivo il territorio. «C’è il rischio spopolamento», dice la Varnelli. È la sua più forte preoccupazione: che i ragazzi se ne vadano e non tornino.
A condividere il suo stato d’animo l’arcivescovo di Camerino e di San Severino, don Francesco Brugnaro. Che scandisce due numeri: su 473 chiese della sua diocesi 315 sono distrutte o non agibili. E le opere d’arte che ci sono dentro rischiano di essere definitivamente perdute. Non c’è bisogno solo di soldi, dice don Francesco: «gli sfollati sono tanti, bisogna recuperare il senso di essere una comunità».
L’appello è a non essere lasciati soli. E una risposta è già arrivata ieri, durante la visita di Vincenzo Boccia nella zona del sisma, decisa «proprio per dare un segnale di vicinanza agli imprenditori e alle associazioni, che sono le nostre trincee»: Confindustria, ha annunciato Boccia, farà partire ad un fondo di solidarietà interno per le imprese associate colpite dal sisma. Una «raccolta facoltativa » tra le oltre 150 mila aziende iscritte: «non voglio esprimere aspettative, ma, per indicare le potenzialità, se ognuna dovesse mettere mille euro si arriverebbe a 150 milioni».
A prescindere dalla cifra la ripartizione è già decisa: un 10% andrà a istituzioni legate alla cultura, un altro 10% alla società civile, il resto alle imprese. «Il nostro approccio - ha aggiunto Boccia - è di corresponsabilità e di collaborazione con le istituzioni, per una società che include: la comunità Confindustria dentro una comunità più grande che si chiama Italia».
Comunità, come ha detto don Francesco, che gli è accanto durante la tappa alla distilleria Vernelli. E come ha ripetuto il rettore dell’Università di Camerino, Flavio Corradini, che ha appena espresso le sue preoccupazioni: per gli studenti , che stavano sviluppando uno spirito imprenditoriale, con i 21 spin off fatti nascere sul territorio, per il turismo. Da Boccia una promessa: l’impegno di Confindustria. Ed ha lanciato un’altra proposta: la richiesta di un rafforzamento del bonus art per le aree del terremoto. Inoltre sta pensando anche ad un altro progetto «coinvolgendo istituzioni finanziarie per essere vicini alle esigenze del territorio».
Insieme a Boccia, in una visita che ha avuto tappe comuni e itinerari autonomi per tutta l’area del sisma, il presidente della Piccola Industria, Alberto Baban, i presidenti delle confederazioni regionali, Bruno Bucciarelli (Marche), Ernesto Cesaretti (Umbria), Filippo Tortoriello (Unindustria), Agostino Ballone (Abruzzo), Gianluca Pesarini, numero uno Confindustria Macerata.
Oltre alla visita agli stabilimenti, il programma di ieri ha previsto, a Fermo, un momento istituzionale, con un incontro con il commissario alla ricostruzione, Vasco Errani, e il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio. Alla sollecitazione di Errani a far nascere nuove imprese nella zona, Boccia ha immediatamente rilanciato: «faremo di queste aree un laboratorio di attrazione di investimenti nel paese». L’obiettivo, ha aggiunto, è «andare oltre l’emergenza, passare dal resistere al reagire».
Gli imprenditori, comunque, chiedono ossigeno, come ha sottolineato Bucciarelli: proroghe per scadenze fiscali, mutui e altri pagamenti. Da Errani, rassicurazioni.
Intanto all’impegno di Confindustria è arrivato già un riconoscimento dell’Onu: il Pge, il programma gestione emergenze, firmato pochi giorni fa da Baban e Curcio, è stato definito un esempio di eccellenza mondiale. «Non interverremo solo sulla ricostruzione - ha spiegato Baban - ma anche sulla prevenzione. Metteremo a disposizione operativamente tutta la potenza del nostro sistema».
IL PATRIMONIO Il fondo di solidarietà prevede un 10% alla cultura Don Brugnaro, arcivescovo di Camerino: su 473 chiese 315 sono distrutte o inagibili