«Agli azionisti Sondrio più opzioni societarie»
pPrima o poi la trasformazione in Spa verrà proposta ai soci della Banca Popolare di Sondrio. «E ci auguriamo - ha detto il presidente Francesco Venosta in occasione dell’assemblea ordinaria dei soci a Bormio - possa essere discussa valutando serenamente tutte le opzioni possibili: dal mantenimento della forma attuale alla trasformazione in Spa abbinata alla costituzione di una holding cooperativa».
A quest’ultimo obiettivo sembra puntare il vertice della banca che si dice eventualmente pronto a riconvocare i soci già a fine gennaio per deliberare, in assemblea straordinaria, sulla trasformazione societaria imposta dalla Riforma delle popolari decisa dal Governo nel gennaio 2015. Molto dipenderà dai nuovi pronunciamenti prima del Consiglio di Stato e poi della Corte Costituzionale chiamati (su ricorsi diversi) a una valutazione dei decreti attuativi di Bankitalia e della stessa legittimità del Decreto di riforma poi trasformato in legge.
Dall’inizio di dicembre - come è noto - con il primo pronunciamento cautelativo del Consiglio di Stato (che ha sospeso alcuni punti significativi dei decreti attuativi) per i soci e per gli stessi amministratori - come ha ammesso Venosta - è risultato impossibile arrivare in assemblea con elementi sufficienti per discutere e deliberare. Condizione riconosciuta dal Tribunale di Milano che ha sospeso la parte straordinaria dell’assemblea.
Chiusa rapidamente l’assise ordinaria, agli oltre tremila presenti, è stata offerta una dettagliata ricostruzione. «Crediamo di avere fatto di tutto per garantire l’interesse dei soci e dei clienti, per la stabilità della banca. Abbiamo mandato molte let- tere alle autorità non abbiamo avuto risposte che ci permettessero di chiarire ciò che si sarebbe dovuto decidere».
Cosa accadrà ora non è chiaro. Con tutta probabilità l’ultima parola spetterà alla Consulta che si esprimerà sull’intero impianto della legge per la categoria. Realistico che ciò possa avvenire prima dell’assemblea di bilancio di fine aprile.
Toccherà poi ai soci che, secondo l’ex rettore della Bocconi, Roberto Ruozi, sapranno «mantenere caratteri distintivi anche nell’eventuale Spa». «In linea teorica, come ha notato la stessa Bce, non c’è evidenza di una debolezza specifica della cooperativa rispetto alla Spa - ha notato Venosta - casi negativi sono avvenuti con modelli diversi. Molto dipende dagli uomini, dall’agire nell’interesse della società e non per ragioni personali e di potere».
La costituzione di una holding cooperativa, secondo il presidente, apre più opportunità di collaborazione e non chiude l’interesse degli investitori di medio periodo ritenuti i più affini con la cultura di una banca cooperativa da 185mila soci. Di alleanze con Bper o con il Credito Valtellinese che si erano fatti avanti, in questo contesto, non si parla.
«I nostri aumenti di capitale - ha ricordato il consigliere delegato Mario Alberto Pedranzini a proposito delle tesi sulla debolezza del modello cooperativo rispetto alla Spa - sono sempre avvenuti senza consorzio di garanzia, salvo l’ultimo dove però non è stato necessario alcun supporto esterno, sono bastati i nostri soci». La banca crescerà - ha assicurando sapendo di andare in controtendenza - aprirà nuovi sportelli, con assunzioni, nel Triveneto e in Emilia Romagna.