Una guida sicura per l’età più difficile
Suona ancora male la definizione “letteratura per adolescenti”, e ancor più “young adults”, come si usa dire da qualche anno. Un po’ perché appare di troppo, una zeppa tutta nuova e passeggera tra i classici per l’infanzia e l’oceano della letteratura, di cui nessuno ha mai avuto bisogno; un po’ perché odora tanto di giornaletto per teenager viziati, da sopportare con sufficienza.
Eppure non si può certo nascondere che proprio da questa zona, che a torto si pensa grigia, siano saltati fuori alcuni tra i massimi fenomeni editoriali mondiali dell’ultimo decennio, molto letti anche dagli adulti, che con gli immancabili film, videogiochi e gadget hanno contribuito a plasmare l’immaginario collettivo contemporaneo; e nemmeno si può negare la loro sorprendente capacità di essere barometri, più di altri sofisticati indicatori, degli umori e delle paure dell’occidente. Basti ricordare il moltiplicarsi improvviso e ancora oggi non domato di infiniti romanzi distopici, con società future in cui i figli sono intrappolati e persino eliminati sistematicamente dai genitori, forse crudele metafora del presente.
Il successo del settore “giovani adulti” è ancor più clamoroso se si pensa che non sono passati troppi anni da quando collane molto valide per titoli, autori, obiettivi, progettate con cura proprio per questa fascia d’età, sono naufragate: i libri per adolescenti non li voleva nessuno, neanche gli adolescenti, quasi fossero malcelati farmaci da passare sottobanco per curare le loro tristezze. E ora invece sono centrali e trainanti, iperesposti sugli scaffali delle librerie e sui social media, strillati nelle loro copertine fluorescenti e quasi sempre orribili, pronti a vendere, più che la lettura, l’idea di giovinezza, o un suo imbarazzante scimmiottamento.
Detto questo, a fronte di una produzione massiccia e di qualità medio bassa, e fermo restando che in adolescenza è sano e doveroso muoversi liberamente in qualsiasi direzione, anche inaspettata, tra classici e contemporanei, ci sono pochi ottimi autori nell’editoria specifica che ha assolutamente senso conoscere, leggere e far leggere, e che invece sono appannaggio dei soli addetti al settore più attenti, inesistenti nei magazine, negli inserti culturali, nei manuali scolastici.
Il primo saggio sui grandi scrittori del settore, Dove vanno le anatre d’inverno, è stato pubblicato quest’anno da Hamelin, forte anche dell’esperienza del progetto Xanadu (www.progettoxanadu.it), che mette insieme adolescenti, insegnanti e bibliotecari alla ricerca dei migliori testi.
Un esempio recente sull’invisibilità di questi autori, e un primo consiglio: pochissimo si è detto di L’albero delle bugie (Mondadori, pagg. 415, euro 17) di Frances Hardinge (vedi sopra l’articolo di Maria Bettetini) fresco vincitore del Costa Book Award of the year, uno dei più alti riconoscimenti della letteratura di lingua inglese, toccato ad un libro per ragazzi in precedenza solo con un gigante come Philip Pullman (la sua trilogia La bussola d’oro, Salani, pagg. 1.078, euro 22, dovrebbe stare sotto ogni albero di Natale). Hardinge sceglie con intelligenza le luci e le ombre di un’ambientazione vittoriana, con le tante suggestioni letterarie di cui è portatrice, per una storia di ribellione contro le chiusure e il conformismo. Una ragazza fuori dagli schemi persegue risolutamente la sua passione per la conoscenza, nonostante quello che l’epoca pretende dalle donne, e a suggellare la ricerca della sua identità più profonda, e la doppiezza della società, c’è un espediente fantastico: la scoperta di uno speciale albero che si nutre di bugie, restituendo in cambio, a chi gliele ha confessate, segreti di pari portata, quasi un pericoloso patto col diavolo necessario per capire chi si è davvero.
La ricerca della vocazione personale è la chiave di volta del romanzo di formazione contemporaneo, così come l’integrazione sociale lo era nel bildungsroman classico: a questo proposito un autore che non può mancare nella biblioteca di un adolescente (e non solo!) è Aidan Chambers, che della letteratura young adults è il vero decano, con cinquant’anni di raffinate indagini sui diversi possibili io di chi è nell’età di mezzo. Vale allora la pena cercare anche l’ultimo tradotto, che è in realtà il suo esordio, e forse il primo esempio nel settore in Europa, Ombre sulla sabbia (Rizzoli, 2016, pagg 162, euro 15, trad. B. Masini), pur lontano nella sua linearità dalle complesse architetture narrative che caratterizzeranno l’autore. Nato per avvicinare alla lettura una classe di convinti non lettori, narra di un ragazzo che per rincorrere un amore perso lascia la sua isola, culla e gabbia, e trova inaspettatamente grazie a quel fallimento la propria strada.
La scoperta di una passione viscerale è al centro anche di 3000 modi per dire ti amo (Giunti, 2016, pagg 224, euro 12, trad. F. Angelini) e di molti romanzi di Marie-Aude Murail, una delle più apprezzate voci francesi, che pare costruire, nella somma delle sue opere, una nuova commedia umana, mettendo il dito di volta in volta, con una vitalità e una schiettezza rare e tutte sue, su tabù e grandi temi dell’oggi, schivando didascalismo, paternalismo e fratellonismo, fardello costante di troppi autori soprattutto nostrani. La vocazione questa volta è teatrale, capace di intrecciare Racine, Brecht, Ionesco alla coltivazione di un amore a tre, così totale che la narrazione è in prima persona plurale.
Poco natalizi, ma davvero notevoli e destinati a divenire piccoli classici, altri due titoli portati dal 2016 di autori già premiati con la Carnegie Medal: Le rose di Shell (Uovonero, pagg. 304, euro 14, trad. S. Bandirali) completa la pubblicazione dell’opera della compianta Siobhan Dowd, una tragedia famigliare e sociale però piena di luce e forza, ambientata nella campagne irlandesi, con un’altra giovane donna coraggiosa, antidoto alle disastrose protagoniste delle serie “new adults” cresciute intorno ad After, popolarissime tra le adolescenti. Così come lo è, con altro tono e tipo di energia, Naked di Kevin Brooks (Piemme, pagg. 384, euro 18,50, trad. G. Salvi), che esplora con passione e intelligenza i lati oscuri della vita, scegliendo il crocevia della Londra del ’76, tra punk e IRA, innocenza e rivolta, destini apparentemente segnati e urgenza di essere finalmente se stessi.