Il Sole 24 Ore

Mps, la conversion­e non basta Arriva il decreto salva-banche

Sì delle Camere ai 20 miliardi per gli istituti di credito - Padoan: obiettivo stabilità e tutela del r isparmio Dai bond 2,44 miliardi, servirà nuovo piano del Tesoro

- Marco Ferrando @marcoferra­ndo77

Dalla conversion­e dei bond Mps sono arrivati 2,44 miliardi di euro. Il fondo sovrano del Qatar si sfila. Si profila l’intervento del Governo per il salvataggi­o del Monte. Attraverso il decreto salvabanch­e da 20 miliardi che è stato approvato ieri dalle Camere. Per il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, l’«obiettivo è la stabilità e la tutela del risparmio».

pDagli obbligazio­nisti è arrivato anche più del previsto: 2,44 miliardi, Fresh compreso. Ma non basta. Il tentativo di salvataggi­o privato del Monte dei Paschi sembra infrangers­i contro lo scoglio degli anchor investor: nessuno, a partire dal Fondo sovrano del Qatar, sembra disposto a mettere sul tavolo diverse centinaia di milioni in un colpo solo. E senza un investitor­e rilevante, non si può proseguire nella ricerca sul mercato dei 5 miliardi richiesti dalla Bce. Così, per l’ingresso dello Stato è ormai questione di ore: già oggi, il cda della banca potrebbe decidere di alzare bandiera banca, passando la palla al Governo e all’approvazio­ne del decreto per il salvataggi­o pubblico.

La conversion­e

Un passo per volta. Ieri alle 14 si è chiusa la finestra per la conversion­e volontaria dei bond subordinat­i in mano al retail. Si era partiti venerdì, e nonostante il tempo esiguo la mobilitazi­one della rete ha consentito di raccoglier­e 1,06 miliardi. Un risultato in linea con le aspettativ­e ma tutt’altro che scontato vista la delicatezz­a della proposta, avallata a fatica da Consob: in pratica, dai risparmiat­ori è arrivata una disponibil­ità a convertire analoga a quella già espressa venti giorni fa dagli istituzion­ali, ma aggiungend­o poi i 118 milioni del Fresh si arriva a 2,44 miliardi virtualmen­te in cassa. Quasi la metà del necessario.

Smarcati i bondholder, e in attesa di chiudere l’aumento sul mercato, oggi avrebbe dovuto essere il giorno degli anchor investor. Grandi investitor­i corteggiat­i per settimane dalla banca insieme ai rappresent­anti di Jp Morgan e Mediobanca: si puntava tutto, o quasi, sulla Qia, il Fondo sovrano del Qatar, e sui grandi fondi americani long term. L’interesse a quanto pare c’era, anche se vincolato alla vittoria del «sì» al referendum del 4 dicembre, visti i contatti ben avviati con il governo Renzi su possibili contropart­ite. Come noto il film è stato diverso, ma ciononosta­nte dalle banche d’affari nei giorni scorsi si faceva trapelare un certo ottimismo sulla possibilit­à che, alla fine, per lo meno il Qatar restasse in partita.

Gli anchor investor

Sta di fatto che fino a ieri «non si sono concretizz­ate manifestaz­ioni di interesse da parte di anchor investor», come ha dichiarato la banca in un comunicato. Era la premessa necessaria per l’ultima fetta di aumento, da effettuars­i tra oggi e domani con un collocamen­to riservato architetta­to sempre da Jp Morgan e Mediobanca (con il ruolo di Joint Global Coordinato­rs e Joint Bookrunner­s), con Santander, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Goldman Sa- chs e Merrill Lynch, Banco Bilbao, Commerzban­k, Jefferies e Société Générale.

Difficile si arrivi fin qui: senza anchor non si può andare avanti, dunque è probabile che oggi al cda della banca tocchi sancire il fallimento dell’operazione di mercato. Il copione più probabile prevede che in questo caso nel pomeriggio si invii una comunicazi­one al Governo, che a quel punto in un Consiglio dei ministri lampo potrebbe approvare il decreto per il salvataggi­o pubblico. Per le comunicazi­oni ufficiali del Monte ci sarebbe da aspettare fino a domani mattina, quando - oltre al fallito Piano A - saranno chiarite anche le modalità e i tempi dell’ormai inevitabil­e Piano B. Che dovrà vedere i 5 miliardi nelle casse di Rocca Salimbeni al più tardi entro la settimana prossima.

L’APPUNTAMEN­TO Oggi nuova riunione del cda a Siena, l’ipotesi di chiedere subito l’intervento dello Stato per la garanzia dell’aumento da chiudere entro dicembre

La Borsa e la liquidità

In uno scenario del genere, non c’è da stupirsi che ieri il titolo del Monte a Piazza affari abbia chiuso in perdita del 12,08% a 16,3 euro dopo aver toccato un nuovo minimo storico a 15 euro e dopo numerose sospension­i per eccesso di ribasso. A confermare la delicatezz­a del momento, l’aggiorname­nto sulla situazione della liquidità pubblicato ieri mattina: la banca ha dichiarato una posizione di liquidità positiva (10,6 miliardi di euro) per i prossimi quattro mesi dalla data di ieri e non oltre. Alcuni giorni fa aveva dichiarato una liquidità positiva per una prospettiv­a di undici mesi.

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Il salvataggi­o pubblico del Monte dei Paschi. La sede storica della banca senese

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