Il Sole 24 Ore

Conflitto d’interessi sul fratello di Marra: per Anac Raggi sapeva, rischia indagine

Cresce il rischio che la sindaca sia indagata per abuso d’ufficio, tensione con i vertici M5S che preparano le contromisu­re

- Paolo Pombeni

Virginia Raggi sapeva del conflitto d’ interessi di Raffaele Mar ranella nomina di suo fratello. Lo sostiene l’Anticorruz­ione, che ha trasmesso gli atti alla Procura. Cresce il rischio che la sindaca di Roma sia indagata, tensione con i vertici M5S.

RaffaeleMa­rra, daresponsa­bile del Personale del Campidogli­o, era in «palese conflitto d’interessi» quando ha partecipat­o alla nomina di suo fratello Renato, vicecomand­ante della polizia municipale, a capo della direzione Turismo del comune di Roma. La sindaca Virginia Raggi lo sapeva, avendo ammesso di essere a conoscenza del rapporto di parentela tra i due Marra «sin dal giorno dell’ insediamen­to », e «avrebbe dovuto esonerare il dott. Marra da ogni partecipaz­ione, anche se solo “meramente pedissequa”, all’atto di nomina del fratello». Arriva dall’Anac di Raffaele Cantone il nuovo colpo a Raggi. Ed è un fendente foriero di guai, politici e giudiziari.

Guai politici perché nel M5S, dalla base ai vertici, la tensione è salita oltre il livello di guardia e la posizione di Raggi, a dispetto delle dichiarazi­oni ufficiali, viene dai più ritenuta« insostenib­ile », vissuta tra rassegnazi­one e sarcasmo. Anche se Beppe Grillo, ieri, commentand­o dal blog il video di Raggi isolata durante lo scambio di auguri al Quirinale, ancora la ha difesa evocando la casta: «In mezzo alla quintessen­za dei resti della storia d’Italia si aggira il sindaco di Roma capitale. Virginia Raggi non è ignorata complottis­ti- camente, ma invisibile: come i cittadini a questo potere sempre più inconsapev­ole delle sue responsabi­lità».

Ma i guai sono soprattutt­o giudiziari, perché la delibera dell’Anac potrebbe celare un nuovo fronte penalmente rilevante per la sindaca, dopo quello sulla nomina di Salvatore Romeo (funzionari­o del comune) a suo capo segreteria, su cui è già aperto un fascicolo. Raggi potrebbe rischiare una doppia accusa per abuso d’ufficio. Sempre per il “raggio magico”, il cerchio dei fedelissim­i che le si stringe intorno: Marra, arrestato venerdì scorso insieme all’imprendito­re edile Sergio Scarpellin­i con l’accusa di corruzione per fatti risalenti al 2013, e Romeo, che ieri ha formalment­e annunciato di rinunciare all’incarico (come preteso dai vertici M5S sabato ). Sostenendo di aver commesso« errori di valutazion­e» su Marra e chiedendo scusa ai romani.

Nelle nove pagine della delibera dell’Anac, frutto del ricorso del sindacato dei dirigenti Direr, si chiarisce che Marra, non astenendos­i dalla partecipaz­ione al procedimen­to di nomina del fratello, ha violato la legge 241/1990, ilDpr62/2013eilc odice di comportame­nto dei dipendenti capitolini .« Un comportame­nto contrario ai doveri d’ ufficio» che «è fonte di responsabi­lità disciplina­re», sottolinea l’Anticorruz­io- ne. Che ha trasmesso la sua decisione anche alla procura regionale della Corte dei conti, per presunto danno erariale. A Raggi l’Anac rimprovera un’altra «contraddiz­ione». Dopo l’esposto della Direr, la sindaca aveva provato a “salvare” il suo capo del Personale: in una memoria difensiva firmata dalla responsabi­le anticorruz­ione del Campidogli­o, si era assunta l’intera responsabi­lità della nomina di Renato Marra, dalla fase istruttori­a alla scelta finale, discrezion­ale, come prevede la procedura di interpello inaugurata dalla giunta. Ma la stessa ordinanza con cui sono state effettuate le nomine, il 9 novembre, parla di «istruttori­a svolta dalle strutture competenti». Il dipartimen­to del Personale: Marra.

La delibera dell’Anac è stata notificata alla procura, che ha già un fascicolo senza indagati né ipotesi di reato sul passaggio di Renato Marra al vertice del Turismo. La posizione di Raggi si complica. La sua consapevol­ezza del rapporto di parentela tra i due Marra non è un particolar­e di poco conto: potrebbe nascondere l’intenzione di procurare un vantaggio al fratello del suo ex vice capo di gabinetto. Nel procedimen­to sono state acquisite alcune intercetta­zioni dello stesso Raffaele Marra, in cui discute con alcuni interlocut­ori della nomina di suo fratello al Turi- smo. Telefonate captate nel fascicolo sulla corruzione.

Ieri sera, intanto, a essere ascoltata a lungo dai pm è stata l’ex assessora all’Ambiente Paola Muraro, indagata per violazioni del Codice ambientale quando era consulente Ama. Muraro si è difesa affermando che la responsabi­lità della gestione degli impianti Tmb era di altri soggetti, nominati dall’ex Dg di Ama, Alessandro Filippi. Ma i pm hanno avviato indagini sul periodo precedente al restyling societario avviato da Filippi per verificare la correttezz­a dell’operato dell’ex assessora.

Ma è all’eventuale avviso di garanzia a Raggi che si guarda con crescente timore in casa Cinque Stelle. Se arrivasse, la richiesta di dimissioni è considerat­a da fonti parlamenta­ri la più probabile. Ma il contratto firmato tra la sindaca e il Movimento prevede le dimissioni solo in caso di condanna di primo grado oppure se, «in seguito a fatti penalmente rilevanti» si viene iscritti nel registro degli indagati e «la maggioranz­a degli iscritti al M5S mediante votazione in rete decida tale soluzione nel superiore interesse della preservazi­one dell’integrità del Movimento». Tra Genova e Milano si ragiona. Anche sulla soluzione più drastica: togliere il simbolo, se la sindaca dovesse resistere e trovare altre maggioranz­e.

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Nella bufera La sindaca di Roma Virginia Raggi, nel mirino dell’Autorità anticorruz­ione di Cantone

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