Conflitto d’interessi sul fratello di Marra: per Anac Raggi sapeva, rischia indagine
Cresce il rischio che la sindaca sia indagata per abuso d’ufficio, tensione con i vertici M5S che preparano le contromisure
Virginia Raggi sapeva del conflitto d’ interessi di Raffaele Mar ranella nomina di suo fratello. Lo sostiene l’Anticorruzione, che ha trasmesso gli atti alla Procura. Cresce il rischio che la sindaca di Roma sia indagata, tensione con i vertici M5S.
RaffaeleMarra, daresponsabile del Personale del Campidoglio, era in «palese conflitto d’interessi» quando ha partecipato alla nomina di suo fratello Renato, vicecomandante della polizia municipale, a capo della direzione Turismo del comune di Roma. La sindaca Virginia Raggi lo sapeva, avendo ammesso di essere a conoscenza del rapporto di parentela tra i due Marra «sin dal giorno dell’ insediamento », e «avrebbe dovuto esonerare il dott. Marra da ogni partecipazione, anche se solo “meramente pedissequa”, all’atto di nomina del fratello». Arriva dall’Anac di Raffaele Cantone il nuovo colpo a Raggi. Ed è un fendente foriero di guai, politici e giudiziari.
Guai politici perché nel M5S, dalla base ai vertici, la tensione è salita oltre il livello di guardia e la posizione di Raggi, a dispetto delle dichiarazioni ufficiali, viene dai più ritenuta« insostenibile », vissuta tra rassegnazione e sarcasmo. Anche se Beppe Grillo, ieri, commentando dal blog il video di Raggi isolata durante lo scambio di auguri al Quirinale, ancora la ha difesa evocando la casta: «In mezzo alla quintessenza dei resti della storia d’Italia si aggira il sindaco di Roma capitale. Virginia Raggi non è ignorata complottisti- camente, ma invisibile: come i cittadini a questo potere sempre più inconsapevole delle sue responsabilità».
Ma i guai sono soprattutto giudiziari, perché la delibera dell’Anac potrebbe celare un nuovo fronte penalmente rilevante per la sindaca, dopo quello sulla nomina di Salvatore Romeo (funzionario del comune) a suo capo segreteria, su cui è già aperto un fascicolo. Raggi potrebbe rischiare una doppia accusa per abuso d’ufficio. Sempre per il “raggio magico”, il cerchio dei fedelissimi che le si stringe intorno: Marra, arrestato venerdì scorso insieme all’imprenditore edile Sergio Scarpellini con l’accusa di corruzione per fatti risalenti al 2013, e Romeo, che ieri ha formalmente annunciato di rinunciare all’incarico (come preteso dai vertici M5S sabato ). Sostenendo di aver commesso« errori di valutazione» su Marra e chiedendo scusa ai romani.
Nelle nove pagine della delibera dell’Anac, frutto del ricorso del sindacato dei dirigenti Direr, si chiarisce che Marra, non astenendosi dalla partecipazione al procedimento di nomina del fratello, ha violato la legge 241/1990, ilDpr62/2013eilc odice di comportamento dei dipendenti capitolini .« Un comportamento contrario ai doveri d’ ufficio» che «è fonte di responsabilità disciplinare», sottolinea l’Anticorruzio- ne. Che ha trasmesso la sua decisione anche alla procura regionale della Corte dei conti, per presunto danno erariale. A Raggi l’Anac rimprovera un’altra «contraddizione». Dopo l’esposto della Direr, la sindaca aveva provato a “salvare” il suo capo del Personale: in una memoria difensiva firmata dalla responsabile anticorruzione del Campidoglio, si era assunta l’intera responsabilità della nomina di Renato Marra, dalla fase istruttoria alla scelta finale, discrezionale, come prevede la procedura di interpello inaugurata dalla giunta. Ma la stessa ordinanza con cui sono state effettuate le nomine, il 9 novembre, parla di «istruttoria svolta dalle strutture competenti». Il dipartimento del Personale: Marra.
La delibera dell’Anac è stata notificata alla procura, che ha già un fascicolo senza indagati né ipotesi di reato sul passaggio di Renato Marra al vertice del Turismo. La posizione di Raggi si complica. La sua consapevolezza del rapporto di parentela tra i due Marra non è un particolare di poco conto: potrebbe nascondere l’intenzione di procurare un vantaggio al fratello del suo ex vice capo di gabinetto. Nel procedimento sono state acquisite alcune intercettazioni dello stesso Raffaele Marra, in cui discute con alcuni interlocutori della nomina di suo fratello al Turi- smo. Telefonate captate nel fascicolo sulla corruzione.
Ieri sera, intanto, a essere ascoltata a lungo dai pm è stata l’ex assessora all’Ambiente Paola Muraro, indagata per violazioni del Codice ambientale quando era consulente Ama. Muraro si è difesa affermando che la responsabilità della gestione degli impianti Tmb era di altri soggetti, nominati dall’ex Dg di Ama, Alessandro Filippi. Ma i pm hanno avviato indagini sul periodo precedente al restyling societario avviato da Filippi per verificare la correttezza dell’operato dell’ex assessora.
Ma è all’eventuale avviso di garanzia a Raggi che si guarda con crescente timore in casa Cinque Stelle. Se arrivasse, la richiesta di dimissioni è considerata da fonti parlamentari la più probabile. Ma il contratto firmato tra la sindaca e il Movimento prevede le dimissioni solo in caso di condanna di primo grado oppure se, «in seguito a fatti penalmente rilevanti» si viene iscritti nel registro degli indagati e «la maggioranza degli iscritti al M5S mediante votazione in rete decida tale soluzione nel superiore interesse della preservazione dell’integrità del Movimento». Tra Genova e Milano si ragiona. Anche sulla soluzione più drastica: togliere il simbolo, se la sindaca dovesse resistere e trovare altre maggioranze.