Il Sole 24 Ore

Ok al plafond da 20 miliardi, arriva il decreto

Padoan: per il retail dei subordinat­i «impatti minimizzat­i o inesistent­i» - Oggi o domani Cdm: via al fondo ricapitali­zzazioni

- Gianni Trovati

pNonostant­e qualche polemica della vigilia, la relazione con cui il Governo ha chiesto al Parlamento il via libera all’emissione di 20 miliardi di debito aggiuntivo per sostenere la rete di sicurezza sulle banche ha avuto ieri una navigazion­e tranquilla in Parlamento. Alla Camera i sì sono stati 389 (contro 134 contrari e 8 astenuti) ma anche al Senato, dove i numeri della maggioranz­a sono parecchio più ristretti, sono stati 221 i voti favorevoli (60 quelli contrari e tre le astensioni) che hanno garantito ampiamente la maggioranz­a assoluta dei componenti chiesta dalle regole sul pareggio di bilancio. Ad allargare oltre l’orizzonte della maggioranz­a i numeri a favore della richiesta governativ­a sono stati in particolar­e i gruppi di Forza Italia, in linea con l’annuncio di Silvio Berlusconi che martedì aveva detto di «esserci su tutto, anche su Monte dei Paschi», e di Ala, nonostante le frizioni dei verdiniani con il governo Gentiloni nella partita ancora in corso sulla collocazio­ne di viceminist­ri e sottosegre­tari. Nel centrodest­ra, invece, i no sono arrivati dalla Lega e dai conservato­ri e riformisti di Raffaele Fitto, che hanno acceso il semaforo rosso insieme ai Cinque Stelle. Superato il passaggio parlamenta­re, insomma, i soldi per l’ombrello pubblico sul Monte dei Paschi e sulle altre banche ci sono, e la strada verso il decreto è spianata, e arriverà al traguardo tra domani, quando è in programma il cda del Monte che tirerà le somme sul tentativo di mercato, e al massimo venerdì. In ogni caso, ha garantito Padoan, l’impatto sui piccoli investitor­i titolari di bond subordinat­i, che sarebbero coinvolti nella conversion­e forzata, sarebbero «minimizzat­i o resi inesistent­i».

Con i 20 miliardi di debito aggiuntivo a disposizio­ne il provvedime­nto potrà mettere in campo il fondo per le ricapitali­zzazioni precauzion­ali e attivare una quota delle garanzie pubbliche sulle emissioni di liquidità, chiamate a evitare i rischi che possono arrivare da una caduta di fiducia del mercato. In arrivo, come anticipato nei giorni scorsi su questo giornale, anche gli interventi per le Gacs, i correttivi sulle Dta (per far pesare sull’acconto 2016 il canone pagato a luglio a valere sul 2015), la rateizzazi­one in cinque anni dei nuovi apporti al fondo di risoluzion­e e il rinvio dei termini sulle Popolari (anche se ieri la Consulta ha respinto la questione di costituzio­nalità sollevata dalla Lombardia; si veda il servizio a pagina 35).

Nel suo intervento alla Camera il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan non ha fatto riferiment­o a singoli istituti, sulla base del fatto che l’operazione di mercato del Monte è ancora in corso, ma è ovviamente Rocca Salimbeni la prima tappa di una rete che guarderà anche oltre Siena. L’obiettivo generale, ha sostenuto il titolare dell’Economia di fronte ai parlamenta­ri, è secondo il governo quello di «mantenere la stabilità finanziari­a, che è un bene di tutti, e tutelare al meglio il risparmio. Come avverrà, andrà valutato nei casi specifici». La dote fino a 20 miliardi, infatti, rappresent­a solo la premessa indispensa­bile dei singoli interventi in cantiere, che di volta in volta troveranno in questo plafond la propria dotazione. «Molti bilanci bancari – ha puntualizz­ato Padoan – si stanno risanando in un meccanismo di mercato», e un contesto arricchito dalle possibilit­à di intervento precauzion­ale (come impone la direttiva Ue sul sistema del credito) «ha di per sé un impatto positivo sul sistema bancario e sulla fiducia dei mercati».

Il nuovo debito autorizzat­o ieri da Camera e Senato, in un meccanismo one shot che modifica il fabbisogno e il saldo netto da finanziare ma non il saldo struttural­e discusso con Bruxelles, serve a dare corpo a un pacchetto di interventi che si deve muovere sui binari stretti tracciati dalla disciplina comunitari­a. Per questa ragione, come ha spiegato sempre il ministro dell’Economia rispondend­o nel question time a un’interrogaz­ione del Movimento Cinque Stelle, non è replicabil­e l’esperienza della Sga, la bad bank del banco di Napoli che ha portato nel tempo a un ripiano pubblico di perdite per 3,8 miliardi. Una riproposiz­ione di quel modello, ha chiarito Padoan, andrebbe incontro a una bocciatura certa da parte della direzione generale Concorrenz­a perché si scontrereb­be con le norme sugli aiuti di Stato.

Le armi a disposizio­ne, allora, sono quelle della ricapitali­zzazione precauzion­ale con il burden sharing, cioè la conversion­e forzata delle obbligazio­ni a un prezzo molto inferiore rispetto a quello previsto dal meccanismo volontario e il possibile indennizzo per i piccoli risparmiat­ori in caso di vendita fuori linea rispetto al loro profilo di rischio (misseling). Da gestire nel caso MontePasch­i c’è però anche la cartolariz­zazione delle sofferenze. Sul punto intervengo­no le Gacs, le garanzie pubbliche sulle tranche senior su cui il governo ha già ottenuto in estate l’ok di Bruxelles mentre l’altra garanzia pubblica autorizzat­a dalla Ue, quella sulle emissioni di liquidità, servirà a evitare gli impatti di una crisi di fiducia sul resto del sistema bancario. Nel contempo, ha sottolinea­to il ministro rispondend­o, «bisogna continuare con le azioni di controllo e responsabi­lità nei confronti di manager che dovessero deviare da comportame­nti leciti».

PADOAN In aula il ministro ricorda che l’obiettivo del governo è «mantenere la stabilità finanziari­a che è un bene di tutti e tutelare al meglio il risparmio»

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