Berlusconi: sì solo ai provvedimenti buoni
«Noi siamo al tavolo sulla legge elettorale, poi faremo la grande coalizione alla tedesca»
pGentiloni? Meglio di Renzi, più leale ed efficace. La legge elettorale? Sarà proporzionale. Il futuro governo? Frutto di una grande coalizione alla tedesca tra Forza Italia e Pd. E ci sarà anche spazio e tempo per una Costituente di 100 membri per fare la riforma costituzionale... È un Silvio Berlusconi in grandissima forma. Forma fisica al netto dell’età e dei problemi di salute, e soprattutto forma politica. Chiaro che la vittoria del No, come da lui esplicitamente auspicato anche prima del referendum, ha ridato al leader di Forza Italia un’agibilità nuova. Con la prospettiva di un ritorno al proporzionale, l’ex premier non avrebbe neanche più il problema di dover fare l’alleanza con i “lepenisti” di casa nostra, ossia Giorgia Meloni e soprattutto quel Matteo Salvini con cui non si è mai trovato in sintonia. «Il giovane comunista Salvini rimane ancora saldamente ancorato in lui, e molto spesso ha uscite non apprezzabili...», dice durante la presentazione serale dell’ultima fatica letteraria di Bruno Ve- spa commentando il grido all’”inciucio” lanciato dal leader leghista per i contatti tra maggioranza e Forza Italia su Mps e Mediaset. Ma già in giornata, durante la riunione con i gruppi parlamentari azzurri, Berlusconi aveva sottolineato le differenze tra il suo partito e la destra leghista: «A noi deve interessare rafforzare le nostre squadre di Fi, non i lepenisti, pensiamo innanzitutto al nostro programma». E aveva aperto al reddito di cittadinanza caldeggiato dai Cinque stelle.
Dunque è il momento del sostegno indiretto al governo Gentiloni sperando che duri il più possibile, più a lungo di quanto vorrebbe Renzi che punta alle elezioni a giugno. Un sostegno che si è subito concretizzato ieri con il voto favorevole di Forza Italia al cosiddetto “salva-banche” approvato ieri da Camera e Senato (si vedano le pagine in primo piano). Ma Berlusconi è stato costretto a frenare un po’ la grande voglia di apertura al nuovo governo trapelata durante la cerimonia di martedì sera al Quirinale per il tradizionale scambio di auguri tra le alte cariche dello Stato. E durante la riunione con i suoi parlamentari, divisi tra filoleghisti e autonomisti, ha specificato che non si tratta affatto di una riedizione del patto del Nazareno. «Noi siamo un’opposizione responsabile - ha spiegato - e voteremo i provvedimento che vanno bene per il Paese, non tutto». Ma come si vede è una frenata che non frena molto. Il governo, sottolinea Berlusconi, «deve andare avanti finché non si fa la legge elettorale». Strategia al momento opposta a quella di Renzi, che vuole evitare ogni “melina” sulla legge elettorale e andare al voto con il sistema che uscirà dalla sentenza della Corte costituzionale sull’Italicum a fi- ne gennaio. Ma, oltre Gentiloni, è sempre all’accordo post elettorale con Renzi, una volta fatto resuscitare il sistema proporzionale, che guarda il Cavaliere.
Resta il problema di chi guiderà Forza Italia alle elezioni politiche. Certo, con un sistema proporzionale e con la prospettiva di una grande coalizione alla tedesca il problema della premiership non è poi così rilevante. Berlusconi non scopre le carte sul suo futuro, almeno fino a quando non arriverà la sentenza della Corte di Strasburgo nella quale spera per riacquistare il diritto all’eleggibilità, ma intanto stoppa l’ipotesi di primarie del centrodestra («senza una legge che ne stabilisca le regole sono una farsa») e immagina una leadership non giovane («in giro ci sono già troppi giovani che aspirano alla premiership ma per governare il Paese non c’è bisogno di un giovane, serve saggezza»). E infine rilancia una sua vecchia suggestione: «Mario Draghi sarebbe un eccellente presidente del Consiglio».
SÌ AL REDDITO CITTADINANZA «D’accordo con i Cinque stelle sul reddito di cittadinanza». «Gentiloni più leale ed efficace di Renzi, Draghi sarebbe un eccellente premier»