Sala parla al Consiglio Le critiche: «Chiarisca meglio sull’inchiesta»
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala è ufficialmente tornato in Comune, dove ha parlato ieri davanti ai consiglieri di maggioranza e opposizione per spiegare le ragioni della sua autosospensione e aggiungere, rispetto a quanto già dichiarato il giorno prima via Facebook, qualche elemento in più rispetto all’inchiesta che lo vede indagato per falso ideologico e materiale, commesso per gli inquirenti durante la gara perla piastra dei servizi, aggiudicata nel 2012 alla società Mantovani (per un ribasso d’asta del 42%). Le accuse nei suoi confronti sono di aver retrodatato due documenti per la sostituzione di due membri di commissione (dal 30 al 17 maggio 2012). Sala ha di nuovo spiegato la scelta dell’ auto sospensione-strumento giuridicamente inesistente -, motivandolo come una scelta per garantire dignità e trasparenza. Non ha chiarito meglio i contorni delle accuse, sostenendo che avrebbe «risposto alla Procura generale quando mi chiameranno».
E precisa ancora: «Non posso considerare normale di venire messo al corrente di una nuova inchiesta dai giornalisti - ha aggiunto - che sono in possesso delle carte prima delle persone interessate. In democrazia serve tutto: una magistratura indipendente, amministratori capaci. Se ci sono ruberie è giusto intervenire - ha concluso -. Non ho motivo di polemica con la magistratura, né ho motivo di lamentazione per le inchieste di Expo».
Sala è tornato a parlare anche dell’Expo 2015, che lo ha visto prima amministratore delegato e poi commissario unico. «Non si ha idea di quanto ho dovuto combattere per cinque anni per fare di Expo il successo che è stato - ha aggiunto -. Spero che in futuro, per chi è abituato a giudicare il lavoro degli altri, ci sia la possibilità di misurarsi nell’arte del fare».
Diverse le reazioni del consiglio comunale. Dal Pd sono arrivate parole di solidarietà e vicinanza, il capogruppo Filippo Barberis ha sottolineato «come il sindaco abbia agito ancora prima di conoscere l’inchiesta».
Dai banchi dell’opposizione invece arrivano le critiche, di segno opposto. La sinistra di Basilio Rizzo si dichiara «insoddisfatta dell’intervento, perché occorre dire la verità su quanto accaduto e non ci si può limitare a dire che risponderà in procura. Non esiste il principio per cui se i fini sono nobili (l’Expo, ndr) i mezzi possono essere anche sbagliati (eventuali illeciti, ndr)». Gianluca Corrado, del Movimento 5 Stelle, usando argomenti simili, chiede al sindaco se è «responsabile o no? Ancora il sindaco deve chiarire nel merito».
Dal centrodestra invece le critiche arrivano sotto il profilo politico: «Noi non strumentalizziamo l’ inchiesta, siamo garantisti, ma pensiamo che anche la procura non debba vivere il ricatto di un’ autosospensione. Politica e magistratura sono due poteri indipendenti nei due sensi ».
L’inchiesta intanto prosegue e non è ancora chiaro cosa accadrà. La procura generale ha sfilato alla procura della Repubblica le indagini: quest’ultima voleva archiviarle perché non ravvisava il dolo, ma la procura generale le ha avocate a sé. Il procuratore Felice Isnardi ha intanto chiesto un prolungamento dell’attività di indagine per altri 6 mesi, ma il gip deve decidere se concederlo o meno (si saprà a inizio gennaio). Inoltre, se anche il prolungamento non ci sarà, la procura potrebbe comunque chiedere un rinvio a giudizio.
La mossa dell’ autosospensione ha dato intanto a Sala la possibilità di reagire mediaticamente: il giorno stesso della notizia dell’indagine lui ha dimostrato di non subir egli eventi ma dire agire, dettandola linea.