Il Sole 24 Ore

Sassoli: «Crescita per la pubblicità»

«Per il terzo anno consecutiv­o investimen­ti in aumento, con un +2%»

- Andrea Biondi

«È un mercato che ha voglia e, cosa importanti­ssima, ancora spazio per crescere». Lorenzo Sassoli de Bianchi è presidente dell’Upa, associazio­ne delle aziende industrial­i, commercial­i e di servizi che investono in pubblicità: 500 associate che valgono circa il 90% del mercato degli investimen­ti pubblicita­ri italiani. Sassoli de Bianchi, bolognese (anche se nato a Parigi), 64 anni, presidente di Valsoia, è alla guida dell’Upa dal 2007. Insomma, un periodo lungo che comprende gli ultimi anni di grande spolvero della pubblicità, ma anche i momenti della profonda recessione che, inevitabil­mente, si sono ripercossi sugli investimen­ti pubblicita­ri delle aziende. «Sì, in effetti un periodo in cui di alti e bassi se ne sono visti. Però ora le indicazion­i in arrivo dal mercato sono in linea generale confortant­i, sia per il 2016, sia per il 2017. Quello che prevediamo per il 2017 è un anno di crescita, e sarà il terzo consecutiv­o, con un mercato che dovrebbe chiudere con un +2%».

Un segnale importante se consideria­mo che la pubblicità è un indicatore che in qualche modo anticipa l’andamento del ciclo economico.

È così. E per questo consideria­mo un’indicazion­e di grande importanza quella che ci arriva dall’indagine sui nostri associati e che ci spinge a ritenere che, per il terzo anno consecutiv­o, anche il 2017 avrà un segno più. Se consideria­mo che il prossimo anno si confronter­à con un 2016 che è anno pari, quindi con gli eventi sportivi, il +2% che prevediamo è senz’altro un buon indicatore di un mercato che ha voglia e spazio per crescere. C’è poi un’altra indicazion­e importante da evidenziar­e.

Quale?

Nel 2016 abbiamo rilevato un aumento delle aziende che hanno investito in pubblicità: circa 150 in più, pari all’1% di investimen­ti.

Quali settori investiran­no di più e quali di meno nel 2017?

Da alimentari, gdo e largo consumo arrivano i segnali migliori. All’opposto avremo finanza e assicurazi­oni.

L’incertezza del quadro politico ed economico non ha peso?

Altrochè. Se il quadro dovesse rimanere incerto per i prossimi mesi è chiaro che le politiche di investimen­to da parte delle aziende potrebbero essere riviste. Allo stato attuale delle cose però le nostre previsioni ci portano a immaginare un +2% che è un segnale di crescita importante dopo un 2016 che chiuderà sopra il 3 per cento.

Confermate insomma il vostro forecast per il 2016 nonostante il rallentame­nto che c’è stato a ottobre: senza il search né il social, e quindi senza Google e Facebook fondamenta­lmente, il dato Nielsen della raccolta sarebbe stato negativo nel singolo mese.

Le nostre valutazion­i sono fatte in base agli investimen­ti complessiv­i in advertisin­g da parte delle nostre aziende, su qualsiasi mezzo. Ed è evidente che non per tutti i media la dinamica è positiva.

Quali mezzi se ne gioveranno e dall’altra parte quali saranno i media in flessione?

Television­e e web continuera­nno ad avere una dinamica positiva. Differente la situazione della carta stampata.

Ormai per quotidiani e periodici è da recitare il De Profundis?

Non dico questo, assolutame­nte. È chiaro che la carta stampata ora sta attraversa­ndo una fase difficile, fra innovazion­e tecnologic­a e mutate condizioni di consumo. Ma il bisogno di informazio­ne qualificat­a e di qualità c’è. A ogni modo sui modelli di business occorre lavorare. Sarebbe necessario che gli editori insistesse­ro sul versante social. La collaboraz­ione tra editoria e social media è un elemento chiave per dare un futuro alle imprese editoriali.

Siete ancora convinti che dal punto di vista pubblicita­rio la carta possa giocarsi elementi di vantaggio rispetto al web? Con la Fieg avevate iniziato un lavoro comune sul tema.

Con la Fieg stiamo collaboran­do intensamen­te e l’anno prossimo presentere­mo nuove ricerche sull’efficacia degli investimen­ti sulla carta stampata. Per quanto riguarda il web, c’è il tema delle metriche e delle misurazion­i dei risultati. Abbiamo lanciato infatti il progetto di un libro bianco sul digitale che coinvolga tutti gli attori del sistema.

In tema di proposte c’è anche la quotazione di Auditel, di cui Upa ha la maggioranz­a in consiglio generale. Ancora convinti?

Tutto è legato a un piano industrial­e che è in fase avanzata di approvazio­ne. In esso si dovranno individuar­e le risorse necessarie e le modalità attraverso cui recuperare. Tra queste rimane l’ipotesi della quotazione in Borsa. Difficile però prevederne i tempi.

«Nel 2016 abbiamo rilevato 150 aziende in più che hanno investito in advertisin­g»

«Bene television­e e web Con la Fieg presentere­mo ricerche sull’efficacia di investire sulla carta»

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AGF Utenti pubblicita­ri. Lorenzo Sassoli de Bianchi

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