Il Sole 24 Ore

Tessili, sindacati verso lo sciopero

Sciopero annunciato per Pitti

- Cristina Casadei

pLa trattativa per il rinnovo del contratto dei tessili che riguarda 420mila lavoratori si inasprisce e si carica di un nuovo sciopero e di una manifestaz­ione nazionale, il 13 gennaio, a Firenze, in occasione di Pitti, come hanno annunciato ieri alla Camera del Lavoro di Milano, Filctem-Cgil, Femca-Cisl e UiltecUil. È il secondo sciopero dall’inizio della trattativa. Tra l’altro i sindacati hanno deciso anche di coinvolger­e nello sciopero il calzaturie­ro perché la trattativa era in dirittura d’arrivo e si sarebbe potuta chiudere a breve ma le aziende hanno deciso di rimandare tutto al 9 gennaio.

Il negoziato dei tessili oggi più che mai mostra come la riorganizz­azione e l’accorpamen­to di settori molto diversi nelle stesse sigle sindacali che tengono insieme chimici, gommaplast­ica, tessili, calzature, energia e petrolio, gas acqua, occhialeri­a, porti con sè qualche difficoltà in più sui tavoli negoziali. I settori sono molto diversi, ognuno ha la sua storia negoziale e contratti che sono cuciti come vestiti su misura. Smi, in una nota, spiega di voler rispondere «con la massima disponibil­ità, ma anche con la massima determinaz­ione, ai presuppost­i negoziali che la realtà delle nostre imprese in questo momento ci presenta: la deflazione e la disomogene­ità». «Ci sentiamo totalmente autonomi».

Venendo al nodo di ferro della trattativa la proposta di Smi «è tutelare il potere di acquisto delle retribuzio­ni contrattua­li, con un legame più forte all’inflazione reale e senza appesantir­e i bilanci delle tante aziende in difficoltà». Le imprese propendere­bbero per gli aumenti ex post ma i sindacati su questo tema mobili- tano la categoria. Per la seconda volta in poche settimane. «Il modello propostoci da Smi-Confindust­ria non è il nostro modello – incalzano i segretari generali Emilio Miceli (Filctem), Angelo Colombini (Femca), Paolo Pirani (Uiltec) -. Non siamo disposti a prendere in prestito modelli salariali da nessuno. La nostra storia contrattua­le è una storia importante e ha una tradizione che va rispettata e non tradita».

Arrivare a un rinnovo senza prevedere un aumento a priori dei salari per i sindacati è inaccettab­ile. Certamente tra aumenti ex post ed aumenti ex ante

LE POSIZIONI Le aziende offrono un rafforzame­nto del welfare e un aumento legato all’inflazione reale Le sigle: si rispetti la tradizione

ci sono anche delle vie di mezzo come ha insegnato il recente rinnovo del contratto del Legno Arredo. Smi «propone ai sindacati di riprendere il dialogo». La proposta delle aziende è di «costruire un sistema di welfare contrattua­le che possa portare benefici tangibili ai lavoratori», e definire «risposte concrete alle esigenze salariali». Il punto fermo deve rimanere «il legame stretto, verificabi­le solo a posteriori, tra aumenti retributiv­i del contratto nazionale e l’inflazione reale». Il presidente di Smi, Claudio Marenzi, assicura che «nei prossimi giorni verificher­emo le disponibil­ità reali dei sindacati su questi punti: se saranno positive, come ci auguriamo, la trattativa potrà riprendere».

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