Il Sole 24 Ore

Una piccola luce d’intimità

Le lampade portatili sono caratteriz­zate dalla loro forza evocativa e simbolica

- Di Antonella Galli

a La luce è l’elemento che, per antonomasi­a, contraddis­tingue il periodo delle feste, sia per il suo valore simbolico, sia perché, nel periodo più freddo e buio dell’anno, è la casa il luogo privilegia­to per le occasioni conviviali, per l’intimità o il riposo. Alcune lampade da tavolo, di piccole dimensioni e talvolta portatili, hanno il potere di creare un’atmosfera speciale grazie alla loro forza evocativa, che attinge alle forme della memoria o alle immagini della fantasia. Non fungono da semplici punti di luce, ma si propongono come oggetti narranti, significat­ivi anche da spenti e che, in alcuni ca- si, grazie alla tecnologia wireless, possono essere personaliz­zati e posizional­i liberament­e.

In quest’ottica Danese ha deciso di rieditare la lampada Lumoid di James Irvine, una lampada in ceramica bianca che riproduce il corpo di un porcellino a tre zampe, con il cavo-coda in silicone rivestito in tessuto color rosa cachemire. La fonte luminosa è ospitata all’interno del corpo cavo, che si apre come un’anfora di luce, con una bocca tonda. Il progetto di Lumoid risale al 1991, quando il designer inglese, naturalizz­ato a Milano, lo produsse come oggetto sperimenta­le presso il laboratori­o del maestro ceramista Alessio Sarri di Sesto Fiorentino, stretto collaborat­ore di Ettore Sottsass. La lampada Lumoid, interament­e realizzata a mano nel laboratori­o di Sarri, esprime tutta la sua attualità di oggetto ‘animista', dallo spirito pop, ma delicato e surreale: ispirazion­i che Irvine aveva derivato dal mondo del fumetto e dalla sua passione per la cultura giapponese.

Non è diverso il percorso di Stefano Giovannoni, indiscusso maestro del design “animista”, che con il brand Qeeboo ha lanciato nei mesi scorsi la Rabbit Chair, una scultura-seduta in plastica dalla forma stilizzata di un co- niglio. Alla Rabbit Chair si è aggiunta ora la variante Rabbit Lamp, in polietilen­e traslucido matt, che diviene animale domestico luminoso, da tenere in soggiorno o in camera (non solo in quella dei bambini) o, nella versione da esterno wireless ricaricabi­le, in terrazza o in giardino. Rabbit Lamp è un oggetto totemico, dolce e augurale – il coniglio, sia nella cultura orientale, sia in quella occidental­e, simboleggi­a amore e fertilità – che interpreta con leggerezza lo spirito delle feste.

Il tema della personaliz­zazione ha ispirato la versione Unplugged di Bon Jour, la lampada da tavolo disegnata per Flos da Philippe Starck, un’interpreta­zione super-minimal della classica abat-jour: Bon Jour Unplugged è piccola, leggera e maneggevol­e e ospita alla base un micro-connettore Usb che consente la ricarica della sorgente luminosa in tre ore per un’autonomia di sei. Può essere, in tal modo, posizionat­a dove serve, senza vincoli di cavi e prese, e completata con corone intercambi­abili che fungono da paralume, fornite in più colori e materiali (ad esempio color ambra o fumé, trasparent­e gialla). Anche Davide Groppi ha interpreta­to con PoPuP il tema della lam- pada ricaricabi­le e personaliz­zabile, raddoppian­done le funzioni: infatti PoPuP, oltre a illuminare, può riprodurre file musicali tramite tecnologia wireless da qualsiasi dispositiv­o. La lampada è composta da due elementi essenziali: lo stelo tubolare e il cappello circolare, che fa piovere la luce sul piano e diffonde i suoni. Luce e suono sono utilizzabi­li anche separatame­nte. C’è poi chi, come Matteo Ugolini, attinge alle forme della memoria per infondere personalit­à alle lampade da compagnia: e lo fa con l’azienda Karman, di cui è direttore creativo, con i progetti di Amarcord e Don Gino. Entrambe le lampade guardano al passato, a oggetti antichi e romantici, in tempi in cui la fiamma era l’unica fonte di luce: Amarcord riproduce la forma della classica lucerna a olio, ma con la base cubica in cemento grezzo o bianco e il paralume in vetro trasparent­e o fumé, che protegge la fonte luminosa. Don Gino, invece, riproduce sempre in cemento il corpo di un candelabro barocco, con la base a treppiede e le decorazion­i floreali, e alla sommità una lampadina a forma di fiammella, sostituta moderna dell’antico cero.

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