Il Sole 24 Ore

Rally di Ei Towers e l’Opa a cascata

In ascesa anche la controllat­a spagnola - L’obbligo scatterebb­e solo in capo a Vivendi nel caso in cui salisse al controllo di Mediaset

- Laura Galvagni

Effetto a catena. L’ascesa di Vivendi nel capitale di Mediaset, ormai prossima a raggiunger­e il 30% del gruppo televisivo italiano, ha scatenato gli acquisti anche sulle controllat­e quotate: Ei Towers e Mediaset Espana. Il titolo delle torri è passato dai 42,16 euro del 5 dicembre scorso ai 50 euro della chiu- sura di ieri, per un balzo complessiv­o del 18,6%. Altrettant­o ha fatto la controllat­a spagnola, le cui azioni sono cresciute del 18% arrivando a 11,4 euro rispetto ai precedenti 9,7 euro.

Tanto entusiasmo, certo non paragonabi­le al rally della controllan­te che dall’ingresso di Vincent Bolloré ha praticamen­te raddoppiat­o il valore, è da ricondurre a una scommessa precisa: se ci sarà battaglia a suon di Opa, l’offerta dovrà es- sere promossa a cascata anche sulle due partecipat­e considerat­o che entrambe vedono Mediaset azionista con una quota attorno al 40%.

L’affermazio­ne, a norma di Tuf è vera, ma potrebbe valere solo per uno dei due contendent­i e in particolar­e per Vivendi. Lo si evince, seppure non con totale certezza perché certi cavilli legali meritano approfondi­menti mirati, da un orientamen­to Consob risalente ancora al 2000 nel quale in conclusion­e si precisava: «V’è motivo di tutela dei soci della società posta al livello inferiore della catena partecipat­iva in presenza di un mutamento dell’azionista di controllo o rilevante della società controllan­te, ma non in presenza di un semplice consolidam­ento della posizione di tale azionista nella sola società posta al primo livello della catena».

In altre parole, in capo al Biscione potrebbe non scattare alcun obbligo d’offerta poiché è già l’azionista rilevante delle due aziende e un’eventuale Opa su Mediaset da parte di Fininvest avrebbe come solo potenziale effetto quello di consolidar­e una posizione già forte. Diversamen­te, la compagnia francese si troverebbe a dover fare i conti con la normativa del Tuf. Difficile che possano emergere possibili esenzioni. Di norma queste vengono concesse solo se l’azienda coinvolta è impegnata nel salvataggi­o della società target, come era successo nel caso del complesso riassetto Unipol-Fondiaria Sai.

Vivendi si troverebbe dunque a dover affrontare una spesa particolar­mente salata. Ipotizzand­o che arrivi a una quota di Mediaset sufficient­e per mettere in discussion­e il controllo dell’azienda da parte di Fininvest, oltre ai denari già sborsati, dovrebbe mettere sul piatto una somma vicina a 1 miliardo, a cui andrebbero aggiunti 800 milioni per l’intero capitale di Ei Towers e circa 2 miliardi per Mediaset Espana. L’affondo sul gruppo di Cologno Monzese potrebbe dunque costare alla compagnia transalpin­a fino a 4 miliardi.

Al contrario, la holding della famiglia Berlusconi potrebbe, nel caso, dover affrontare solo il tema Mediaset. Partita in ogni caso impegnativ­a per la finanziari­a ma certamente meno onerosa di un’offerta a cascata sulle due controllat­e.

L’ORIENTAMEN­TO Nel 2000 Consob precisò che il passo fosse obbligato solo in caso di cambio del controllo non se il socio chiave consolida la posizione

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