Mediaset, Vivendi verso la soglia d’Opa
Atteso tra oggi e domani l’ultimo passaggio della scalata con una quota appena sotto il 30% - Venerdì de Puyfontaine in Consob Berlusconi: «Ci hanno fatto un ricatto, un’estorsione e quindi siamo in una battaglia»
pÈ sul capitale della società televisiva. I titoli del Biscione dallo scorso 12 dicembre, quando Vivendi ha annunciato le proprie mire di crescere nel capitale dell’azienda, hanno guadagnato quasi il 70%. In media quotidianamente è stato trattato il 6% del capitale: insomma, ritmi da vera e propria scalata.
Vivendi (al momento al 25,75% del capitale cioè il 26,77% dei diritti di voto con la mira di raggiungere la soglia del 30%) dovrà comunque sciogliere il nodo della partecipazione in Telecom Italia, pari a circa il 24%, dal momento che non potrà controllare al tempo stesso importanti quote del mercato delle telecomunicazioni e dei media. Tra gli investitori c’è chi sostiene che potrebbe cedere la quota di Telecom Italia a Orange, c’è chi invece chi sposa la tesi di uno scambio con la partecipazione di Fininvest in Mediaset.
Sull’incrocio di partecipazioni in Mediaset e Telecom ha puntato l’indice la holding della famiglia Berlusconi, che ha infatti presentato un esposto all’Agcom per segnalare l’illegittimità della condotta posta in essere dall’azienda francese e il rischio di paralisi delle attività di sviluppo industriale di Mediaset, in ragione del collegamento incrociato con Telecom Italia. Alla luce di ciò Mediaset ha richiesto interventi anche in via provvisoria e di urgenza. E l’Agcom, che interviene solo in casi di ragionevole dubbio di irregolarità, ha deciso subito di aprire un’istruttoria.
Proprio ieri Silvio Berlusconi alla presentazione del libro di Bruno Vespa ha spiegato di non poter immaginare «Mediaset non guidata dalla mia famiglia. Noi ci troviamo - ha aggiunto - in questa assurda situazione di non poter fare acquisti di azioni perché la legge impone che il socio di maggioranza possa comprare solo il 5% all’anno».
«Quindi - ha spiegato Silvio Berlusconi - loro hanno avuto buon gioco mentre noi siamo fermi al 40%. Per arrivare al 51% spero che quei comitati per la difesa dell’italianità di Mediaset che sono nati possano portarci a contare sul voto di circa il 20% delle azioni che sono nelle mani di differenti azionisti». Vivendi «forse per farci rinunciare alle cause che abbiamo intentato ha deciso un’azione di forza. Ci hanno fatto un ricatto, un’estorsione e quindi siamo in una battaglia di fronte a questa scalata ostile e pensiamo di resistere. Non mantenere la parola - ha concluso - è qualcosa che non si può accettare e noi crediamo che la magistratura debba dare seguito alle nostre cause».
Insomma, accanto alla battaglia di Borsa sta procedendo la battaglia legale. Gli avvocati di Fininvest e Mediaset (gli studi Chiomenti, BonelliErede, Mariconda, Di Porto e Ghedini) proprio in queste ore starebbero studiando nuove misure. Al pari dei banchieri di Intesa Sanpaoloe Unicredit che ieri avrebbero avuto delle conference call sul tema con via Paleocapa. Vivendi, dal canto suo, è pronto a rispondere legalmente (assistito da Cleary Gottlieb) e a lanciare l’ulteriore attacco in queste ore per limare la sua quota poco sotto il 30 per cento del Biscione.