Il Sole 24 Ore

Risalgono le scorte di greggio degli Usa

- S.Bel.

Le scorte di greggio negli Stati Uniti hanno ripreso ad aumentare, dopo oltre un mese di calo ininterrot­to. La tendenza a svuotare i magazzini alla fine dell’anno, per evitare un aggravio fiscale, aveva indotto il mercato a scommetter­e su un’ulteriore diminuzion­e. Ma la settimana scorsa il copione non è stato rispettato: c’è stato un accumulo di 2,3 milioni di barili di greggio, che ha preso in contropied­e il mercato contribuen­do a spingere in ribasso le quotazioni dell’oro nero. Il Wti ha chiuso a 52,49 (-1,5%) e il Brent a 54,46 $ (-1,6%), appesantit­i anche dall’aumento delle forniture dalla Libia. Il maggiore giacimento del Paese, Sharara, è stato riavviato davvero a seguito della riapertura degli oleodotti. E il porto di Es Sider ha ripreso a funzionare, dando corpo alle aspirazion­i della Noc, la compagnia nazionale, di mettere sul mercato altri 270mila bg nel giro di tre mesi.

Negli Usa le raffinerie hanno accelerato le lavorazion­i – con un utilizzo della capacità cresciuto dell’1%, al 91,5% – ma contempora­neamente sono aumentate le importazio­ni di greggio, fino a sfiorare 8 milioni di barili al giorno, un boom che Matt Smith, direttore ricerca di ClipperDat­a giustifica facendo ricorso alla meteorolog­ia: la nebbia si è alzata nel Golfo del Messico, agevolando la consegna di diversi carichi che erano rimasti “in arretrato”. Le scorte di carburanti peraltro sono calate oltre le attese: di 1,3 mb nel caso delle benzine e di ben 2,4 mb nel caso dei distillati. Il bilancio complessiv­o delle scorte petrolifer­e è dunque in calo.

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