Orlandi: canone Rai oltre 2 miliardi, bene la fattura elettronica
Canone Rai oltre i 2 miliardi, denaro sonante già nelle tasche dell’Erario (1.850 milioni riversati dalle società elettriche a fine novembre, il resto in questi giorni). Meglio di quanto messo a bilancio dalla legge di Stabilità 2016 scorso (1,87 miliardi) e molto meglio delle fosche previsioni di alcuni. Lo ha comunicato ieri Rossella Orlandi, direttrice delle Entrate, nel corso dell’audizione alla commissione bicamerale dell’Anagrafe tributaria.
Va ricordato che dalle stime iniziali vanno sottratti il 5% che la Rai deve versare ogni anno allo Stato, la tassa di concessione e l’Iva. Però, il gettito in più va diviso tra la stessa Rai (due terzi) e lo Stato (un terzo). Alle società elettriche andranno 14 milioni per il 2016 e 14 per il 2017. Ma l’importo complessivamente addebitabile (anche se non sarà incassato tutto entro il 2016), ha detto Orlandi, è di 2,27 miliardi. Quindi c’è ancora un certo margine.
Si tratta di un successo anche nella lotta all’evasione: di quei 6-7 milioni di famiglie che non pagavano il canone, solo poco più di 800mila hanno dichiarato di avere i titoli per non farlo (perché esenti o perché non possiedono televisori).
L’operazione ideata da Matteo Renzi e gestita dal sottosegretario allo Sviluppo, Antonello Giacomelli, insomma, ha funzionato, nonostante la riduzione della quota da 113,50 euro a 100, che scenderanno a 90 nel 2017. Pochissime le criticità, ha ricordato Rossella Orlandi: solo «alcune difficoltà legate anche alla necessaria attività di “normalizzazione” degli indirizzi» per correggere eventuali errori.
Ricordiamo che questi sono gli ultimi giorni per rinnovare la comunicazione alle Entrate sulla «non possidenza» della Tv ed evitare così l’addebito nelle prossime bollette. Il termine sarebbe il 31 gennaio ma chi tarda rischia di pagare la prima rata e di doverne chiedere il rimborso (si veda Il Sole 24 Ore del 6 dicembre scorso).
Nel corso dell’audizione Rossella Orlandi ha anche eviden- ziato l’andamento positivo della fatturazione elettronica delle forniture alla pubblica amministrazione: i file scartati sono passati dal 18,23% del 2014 al 3,96% del 2016 (per gli enti locali, in particolare, al 2,3 per cento). L’ammontare dell’Iva dichiarata e non versata è passataperò da un valore di circa 6,9 miliardi del periodo d’imposta 2010 a un valore stimato di oltre 8 miliardi del periodo d’imposta 2014 e renda urgente : «Ciò fa chiaramente comprendere - ha detto la direttrice - come l’acquisizione dei dati di fatture e Iva, con congruo margine d’anticipo rispetto alla presentazione della dichiarazione annuale, rappresenti uno strumento essenziale per arginare anche tali tipologie di fenomeni». Acceleratore, quindi, sulla comunicazioni Iva,oggetto di vivaci polemiche da parte dei commercialisti nelle ultime settimane. Da ultimo, la direttrice ha ipotizzato il possibile l’ingresso delle spese per gli asili nido nelle dichiarazioni dei redditi precompilate.