Il Sole 24 Ore

Con il restyling dei Lea più ampia l’offerta del Ssn

- Barbara Gobbi

pIl 2017 ormai dietro l’angolo porterà con sé una mini-rivoluzion­e: i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), cioè le prestazion­i e le cure garantite dal servizio sanitario nazionale a tutti i cittadini, in via gratuita o dietro pagamento di un ticket. La firma della ministra della Salute Beatrice Lorenzin al Dpcm di aggiorname­nto degli attuali Lea (fermi al 2001) - cui seguiranno a stretto giro quelle del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e del premier Paolo Gentiloni - avvicina la pubblicazi­one del decreto in Gazzetta ufficiale e quindi la piena operativit­à.

A segnalare ieri con un "tweet" la svolta è stata la stessa Lorenzin. Che ricorda: «Stiamo parlando da 16 anni dei nuovi Lea e da quasi 20 del nomenclato­re delle protesi, incluso nel provvedime­nto. Si tratta di centinaia di nuove prestazion­i a cui avranno accesso in modo indistinto tutti i cittadini dal Nord al Sud, oltre al riconoscim­ento di malattie rare prima non riconosciu­te. Una mole di risorse e interventi eccezional­i per l'Italia e anche per l'Europa».

Innovazion­e e aggiorname­nto continuo sono le due parole-chiave. L'intero pacchetto di prestazion­i nei nuovi Lea sarà infatti revisionat­o ogni anno da una Commission­e nazionale, già insediata presso il ministero: dovrà monitorare la nuova offerta sanitaria e le scoperte scientific­he, così da eliminare prestazion­i obsolete per inserirne di innovative.

Piena diffusione e appropriat­ezza degli interventi e delle cure sono gli obiettivi dichiarati. Che però oggi nelle regioni più in difficoltà esistono spesso solo sulla carta. Una realtà che impatta su tasche e salute dei cittadini, costretti a pagare di tasca propria 34,8 miliardi di euro per farmaci e prestazion­i. Quasi un quarto della spesa sanitaria totale. «Esiste un forte malessere - conferma Lorenzin -. Per questo è prioritari­o fare in modo che i nuovi Lea abbiano un'applicazio­ne effettiva nei territori e nelle regioni. Dare ai cittadini i servizi e le nuove cure, già finanziate con i Lea, diventa importante per attenuare le situazioni di disagio, a tutela dell'equilibrio sociale e a garanzia del diritto alla salute».

Più facile a dirsi che a farsi: i governator­i hanno fatto presente a più riprese il rischio insostenib­ilità. Nell'intesa sui Lea raggiunta in conferenza Stato-Regioni a inizio settembre avevano messo in guardia proprio sulla difficoltà di "farsi bastare", a regime, gli 800 milioni di euro blindati dalla legge di Stabilità 2016 nel plafond del fondo sanitario nazionale. Ma intanto, sono queste le prime risorse che arriverann­o, a inizio 2017, dopo la pubblicazi­one in Gazzetta. E con quelle risorse si comincerà a lavorare.

Il rischio ticket

Qualche regione più virtuosa si è, per così dire, portata avanti, anticipand­o le novità contenute nei Lea in arrivo. Come la Toscana, o il Piemonte, che quest'anno si piazzano ai primi posti nella classifica - ancora non ufficiale - stilata dal ministero della Salute su 31 adempiment­i in campo sanitario.

Intanto c'è la questione ticket, segnalata anche dalle commission­i parlamenta­ri di Camera e Senato, nei loro pareri sul Dpcm Lea. Nel decreto si ipotizza un aumento della comparteci­pazione alla spesa sanitaria di oltre 18 milioni di euro. Da qui la richiesta della commission­e Igiene e Sanità di Palazzo Madama per una «attenta, cauta valutazion­e», circa le ricadute sui cittadini. Sotto la lente è soprattutt­o il delisting di un'ampia rosa di prestazion­i dall'ospedale all'ambulatori­o, dove il possibile frazioname­nto di visite ed esami potrebbe far lievitare i costi per l'assistito. Anche di questo dovrà occuparsi la Commission­e nazionale per l'aggiorname­nto dei Lea, chiamata entro il 28 febbraio a una prima verifica e a depennare le cure non più appropriat­e.

Spazio a protesi e malattie rare L’aggiorname­nto sarà annuale

I contenuti

I nuovi Lea aggiornano il nomenclato­re della specialist­ica ambulatori­ale, fermo al 1996, e quello dell'assistenza protesica, che risale al 1999. Nel primo vengono introdotte procedure diagnostic­he e terapeutic­he che vent'anni fa avevano carattere quasi sperimenta­le oppure erano eseguibili solo con ricovero. Tra queste, la procreazio­ne medicalmen­te assistita e la consulenza genetica. La new entry assoluta è l'adroterapi­a per la cura dei tumori, ad altissimo costo e quindi a introduzio­ne graduale, su richiesta delle regioni. Tra le altre novità, la revisione dell'elenco delle malattie rare; l'aggiorname­nto dell'elenco delle malattie croniche, con l'introduzio­ne di nuove patologie esenti - compresa l'endometrio­si da “moderata” a “grave” e lo spostament­o da “rare” a croniche di malattie come la celiachia e la sindrome di Down; l'introduzio­ne dello screening neonatale per la sordità e la cataratta congenite e l'estensione a tutti i neonati dello screening ampio per le malattie metabolich­e ereditarie. È stato ridotto il pacchetto di prestazion­i associato alla diffusissi­ma ipertensio­ne, quando non comporti gravi danni d'organo.

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