Il Sole 24 Ore

Decreto banche, primo sì Ue

Ma il nuovo aumento di Mps andrà sottoposto al vaglio di Commission­e e Bce

- Servizi e analisi

Da Bruxelles «sostegno pieno» al decreto per rafforzare il sistema bancario italiano. Ma l’aumento di capitale di Mps dovrà avere il via libera di Ue e Bce. Consob congela gli scambi dei titoli Mps.

La decisione del governo italiano di sostenere con denaro pubblico il Monte dei Paschi di Siena è il primo passo di un salvataggi­o lungo e complesso. Tra le altre cose, Roma e Bruxelles dovranno accordarsi su un piano di ristruttur­azione dell’istituto di credito toscano. L’operazione dovrebbe anche prevedere la possibilit­à di salvaguard­are i piccoli investitor­i, che potranno essere rimborsati perché oggetto di una vendita fraudolent­a.

« La Commission­e europea prende nota dell’annuncio delle autorità italiane sulle varie misure a proposito delle banche italiane», ha commentato ieri in una dichiarazi­one un portavoce comunitari­o a Bruxelles. «Siamo stati in questi ultimi tempi in continuo e costruttiv­o contatto con le autorità italiane. Naturalmen­te, sosteniamo pienamente gli obiettivi delle autorità italiane di rafforzare ulteriorme­nte il settore bancario italiano, in linea con le regole europee».

Dopo avere chiesto al Parlamento di aumentare il debito pubblico di 20 miliardi di euro, il governo Gentiloni ha annunciato nella notte di giovedì l’intenzione di aiutare MPS. Tre sono le condizioni perché Bruxelles possa dare il suo accordo all’aiuto pubblico. Una ricapitali­zzazione precauzion­ale è possibile se vi è un buco di bilancio identifica­to nello scenario avverso di uno stress test. Le autorità europee hanno già indicato che questa condizione è presente, ma il giudizio dovrà essere confermato.

La seconda condizione per ottenere il benestare alla ricapitali­zzazione pubblica è la presenza di un piano di ristruttur­azione di MPS. Secondo le regole comunitari­e, il piano deve far sì che l’istituto sia solvibile nel lungo termine e non necessiti di ulteriori aiuti pubblici. Terza e ultima condizione, sottolinea­ta ieri anche dal presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselblo­em: il burden sharing, ossia il contributo di azionisti e obbligazio­nisti non privilegia­ti in modo da limitare l’esborso dei contribuen­ti.

Ribadendo quanto spiegato il 10 dicembre dalla commissari­a alla Concorrenz­a Margrethe Vestager, l’esecutivo comunitari­o ha confermato ieri che nel caso di vendita fraudolent­a (misselling in inglese) il piccolo investitor­e potrà essere rimborsato. Lo stesso governo ha illustrato il meccanismo di questo rimborso. Le obbligazio­ni non privilegia­te saranno convertite in azioni; queste poi saranno acquistate dal Tesoro offrendo in cambio nuove obbligazio­ni MPS, questa volta privilegia­te.

L’intervento dello Stato nel meccanismo di rimborso del misselling avviene nel quadro più ampio della ricapitali­zzazione precauzion­ale. Esponenti comunitari hanno precisato ieri che l’operazione è distinta dal burden sharing; è volontaria; ed è di responsabi­lità della banca. Perché possa riguardare d’emblée tutti i risparmiat­ori, MPS dovrà ammettere di avere venduto obbligazio­ni non privilegia­te a tappeto e in modo fraudolent­o, vale a dire senza aver spiegato agli acquirenti la loro rischiosit­à.

Alla Commission­e si precisa che non vi è bisogno in questo caso di approvazio­ne da parte di Bruxelles: «È una pura operazione privata».

Infine, sempre ieri l’esecutivo comunitari­o ha spiegato che Roma e Bruxelles sono in contatto anche sull’ipotesi di rinnovare ulteriorme­nte le garanzie pubbliche da utilizzare nelle operazioni di liquidità delle banche più fragili (si veda Il Sole 24 Ore del 1° luglio). Questa possibilit­à fu concessa nel giugno scorso per un ammontare di 150 miliardi di euro.

Nel suo insieme, la prima presa di posizione della Commission­e sul programma di salvataggi­o bancario appena annunciato dal governo Gentiloni è tutto sommato positiva. La prova del nove, tuttavia, sarà il negoziato tra Roma e Bruxelles sul piano di ristruttur­azione di MPS. Come spiegava ieri il portavoce per gli affari economici dei Verdi al Parlamento europeo, Sven Giegold, la partita italiana è anche un test per il futuro dell’unione bancaria.

LE TRE CONDIZIONI DELLA UE Un buco di bilancio identifica­to in uno stress test, un piano di ristruttur­azione affinché l’istituto sia solvibile, il burden sharing

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy