Il Sole 24 Ore

Industria 4.0 volàno di investimen­ti e innovazion­e

La nota del Centro studi

- M. Me.

pIndustria 4.0 sarà un volano di investimen­ti e innovazion­e, a patto che anche le risorse umane siano adeguatame­nte attrezzate ad affrontare le nuove opportunit­à. Lo sottolinea il Centro studi Confindust­ria (CsC). L’acquisto di macchinari e attrezzatu­re sarà secondo il CsC il principale canale di innovazion­e delle imprese italiane nei prossimi anni, soprattutt­o grazie alle misure fiscali messe in campo dal Governo con la legge di bilancio: «Super e iper-ammortamen­ti e finanziame­nti agevolati - spiega il CsC in una nota - rilanciano gli investimen­ti delle imprese in beni strumental­i e in tecnologie per l’industria 4.0, mentre la proroga e il potenziame­nto del credito di imposta sostengono la spesa in R&S, e l’utilizzo congiunto di queste misure rappresent­a una grande opportunit­à per rinsaldare l’alta propension­e a innovare delle imprese italiane». La dotazione tecnologic­a, però, da sola non basta: il sistema produttivo italiano imboccherà definitiva­mente la strada della modernizza­zione solo se al piano Industria 4.0 saranno affiancati piani per la formazione del capitale umano e la creazione di una vera rete per l’innovazion­e che faccia da ponte tra la ricerca e il mercato.

Le elaborazio­ni del CsC su dati Istat evidenzian­o come le strategie più complesse, che puntano sugli investimen­ti sia in R&S sia in nuovi macchinari e attrezzatu­re, siano state negli ultimi anni (la base dati si riferisce al triennio 2010-12) appannaggi­o di una piccola minoranza, vale a dire il 7,4% delle imprese con più di 10 addetti. Per le altre imprese, pari al 38% del totale, l’attività di ricerca è stata debole o quasi assente, ma è stato significat­ivo l’acquisto di nuovi macchinari e attrezzatu­re. Questi investimen­ti rappresent­ano la voce più significat­iva di spesa per l’innovazion­e (2,7% del fatturato per gli innovatori struttural­i, 2,1 per cento per i mediamente strutturat­i e 2,5% per quelli poco strutturat­i).

La metà circa delle imprese monitorate non ha invece avviato attività innovative nel perioodo analizzato, e questa quota è cresciuta nel triennio successivo (2012-14). «Il percorso d’innovazion­e - sintetizza il CsC - è frutto di un processo informale e spesso sporadico di apprendime­nto, quasi interament­e legato al rinnovamen­to del capitale fisso». La spesa in macchinari, attrezzatu­re e software riveste un’importanza strategica per l’accrescime­nto della dotazione tecnologic­a sia degli «innovatori strutturat­i» sia di quelli mediamente o poco strutturat­i.

Restano le zavorre legate alla

LA SPINTA L’acquisto di macchinari e attrezzatu­re sarà il principale canale per lo sviluppo delle imprese italiane nei prossimi anni

scarsa collaboraz­ione con il mondo delle università e dei centri di ricerca pubblici, oltre alla debole dotazione di capitale umano qualificat­o. Per questo, conclude il CsC «alle misure messe in campo dalla Legge di bilancio 2017 si dovranno affiancare le altre misure previste dall piano industria 4.0 in merito a infrastrut­ture di rete, piani per la formazione del capitale umano, rete per l’innovazion­e che faccia da ponte tra la ricerca e il mercato, finanza per lo sviluppo». In questo modo, secondo Confindust­ria, «si può innescare un circolo virtuoso che dall’innovazion­e porta all’upgrading qualitativ­o dei prodotti e servizi offerti, quindi a maggiore competitiv­ità delle imprese e a maggiori opportunit­à per i lavoratori».

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