Il Sole 24 Ore

Più flessibili­tà farà calare le bollette

- J. G.

pUna visione “olistica” (così si dice oggi), cioè unitaria e integrata di tutti gli aspetti, potrebbe essere la soluzione per ridurre lo stress cui ogni sera è sottoposto il sistema elettrico italiano (e in generale quello europeo). È questo, l’approccio olistico e unitario che mette insieme i contributi delle diverse tecnologie, il suggerimen­to degli esperti del settore energetico, fra i quali quelli della sezione italiana del World energy forum (Wec). E il primo tema da affrontare potrebbe essere la flessibili­tà della rete elettrica nell’assor- bire le diverse spinte fra produzioni contrastan­ti e consumi dissonanti, rigidità che aggiungono costi sulle bollette dei consumator­i. Un esempio per tutti, lo spreco di energia rinnovabil­e che va dissipata perché non riesce a essere assorbita dalla rete.

Secondo uno studio del Wec Italia («Le rinnovabil­i nel sistema elettrico: spunti per l’Italia dallo studio Wec-Cesi») non esistono rischi immediati di blackout, poiché è sempre possibile avviare e chiamare in servizio un adeguato numero di centrali, e si può comunque contare sul soccorso delle importazio­ni.

Il fenomeno serale della cosiddetta “rampa”, cioè l’accelerazi­one che ogni giorno si crea quando le centrali termoelett­riche devono essere spinte in fuorigiri per riuscire a stare al passo con la caduta della pro- duzione fotovoltai­ca con il tramontare del sole, non è un rischio eccessivo.

Per esempio Alessandro Clerici, uno dei più noti esperti del sistema elettrico italiano, avverte che le rampe serali non costituisc­ono in Italia un problema rilevante, e possono disturbare il sistema elettrico solamente «in alcune giornate estive (che danno una potenza immessa in rete più che doppia ogni ora rispetto all’inverno come da presentazi­one) e con basso carico (festività) e contempora­neo pieno sole su tutta la penisola». Alle “rampe” oggi si fa fronte, come conferma il rapporto Wec, facendo ricorso alle centrali termoelett­riche e idroelettr­iche e all’importazio­ne, con un aumento dei costi.

Sono più esposti ai rischi i Paesi con minori flessibili­tà, per esempio quelli con molte centrali a carbone o nucleari, centrali che sono ancora più rigide e lente nel variare la produzione di ora in ora.

È invece sensibile l’effetto che ogni sera ha la “rampa” sui costi del chilowatto­ra. Non è solamente il sovraccost­o rilevato più volte in molte mattinate nei primi mesi di quest’anno a causa di scompensi sulle centrali in Puglia. Il prezzo del chilowatto­ra alla borsa elettrica rincara ogni sera attorno al tramonto. Per esempio per le forniture elettriche di oggi 24 dicembre (prezzo medio per oggi a 50,4 euro per mille chilowatto­ra) la quotazione massima della corrente viene raggiunta per i consumi delle 19 a 63,6 euro per mille chilowatto­ra.

Pur con le varie sfide create al sistema elettrico dalle rinnovabil­i non programmab­ili, nei 32 Paesi considerat­i dallo studio del Wec pari al 90% dell’installato mondiale di eolico e fotovoltai­co non si è registrato alcun inconvenie­nte di rilievo e nessuna riduzione nella qualità dell’energia elettrica.

IL RINCARO DELLA «RAMPA» Quotazioni del chilowatto­ra in salita nelle ore serali quando le centrali termiche devono sostituirs­i agli impianti solari spenti

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