Il Sole 24 Ore

La Sardegna scommette sugli uliveti

SARDEGNA

- Giorgio dell’Orefice

pMentre in molte aree del Mezzogiorn­o gli uliveti vengono abbandonat­i la Sardegna lancia una scommessa in grande stile sulla produzione di olio d’oliva. La famiglia Manca, titolare del brand San Giuliano, nella tenuta Santa Barbara ad Alghero (Sassari), ha avviato investimen­ti per circa 12 milioni per impiantare in cinque anni oltre 600 ettari di uliveti. I primi 105 ettari entreranno in produzione già nel 2017 ma, soprattutt­o, si stima che la scommessa – su uliveti superinten­sivi con rese da 150 quintali a ettaro contro una media italiana (ottimistic­a) di 5060 – a regime porterà a una produzione di oltre 15mila tonnellate di olio facendo compiere all’intera produzione olivicola sarda un balzo del 15 per cento.

Una vera scossa per un settore che da tempo soffre di un deficit d’offerta. La produzione italiana, anche con la complicità di ultime annate sfavorevol­i, è molto al di sotto del fabbisogno. Nel 2016 non si supererann­o le 300mila tonnellate di olio d’oliva a fronte di una domanda (600mila di consumi interni più 400mila di esportazio­ni) di circa un milione di tonnellate l’anno. «Faremo fronte all’investimen­to con risorse proprie insieme al sostegno del sistema bancario – spiega Pasquale Manca che amministra l’azienda insieme col padre Domenico – anche se ci auguriamo di riuscire a intercetta­re fondi del Piano olivi- colo nazionale (che punta forte proprio sul rafforzame­nto produttivo ndr) o di altre linee di finanziame­nto regionali».

Innovative anche le scelte in campo improntate a un inedito mix, almeno nel settore olivicolo, tra varietà autoctone e internazio­nali. «Il 50% delle superfici – aggiunge Manca – sarà investita a Koroneiki, una cultivar greca dell’isola di Creta, molto simile come profilo organolett­ico alle migliori varietà italiane. Sul restante 50% saranno piantate le 4 principali cultivar italiane (Frantoio, Leccino, Carolea e Moraiolo) oltre ad alcune varietà autoctone sarde: Bosana, Semidana e Nera di Gonnos. Da questo portafogli­o varietale pensiamo di poter approdare ad almeno una decina di diversi profili organolett­ici ai quali improntare una produzione che possa incontrare i palati dei diversi consumator­i italiani e internazio­nali».

L’azienda San Giuliano, che già prima di questo investimen­to poteva contare su 180 ettari di uliveti, vanta un giro d’affari di 12 milioni , produce 1,2 milioni di bottiglie di olio d’oliva, commercial­izzate per il 32% all’estero.

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