Dall’Europeo Under 21 atteso un indotto di 35 milioni
pL’Italia, che è la Federazione con il maggior numero di titoli europei Under 21 vinti (cinque), dopo la designazione dell’Uefa, ospiterà nel 2019 per la prima volta la fase finale di un Europeo di categoria.
In particolare Emilia-Romagna, Friuli e San Marino saranno al centro dell’evento che prevede la partecipazione di 12 nazionali e determinerà l’accesso ai Giochi olimpici di Tokyo 2020. Il torneo si svolgerà in quattro città italiane (Bologna, Cesena, Reggio Emilia e Udine) e a San Marino. La candidatura della Figc infatti ha coinvolto la Fsgc, la Federcalcio sammarinese, che ospiterà così per la prima volta, assieme all’Italia, la fase finale di un’importante manifestazione internazionale.
Così l’Italia, dopo l’organizzazione delle finali di Europa League a Torino (2014), delle finali maschile e femminile di Champions a Milano e Reggio Emilia (2016) e in vista di Euro 2020 (che disputerà tre gare eliminatorie e un quarto di finale a Roma) si conferma uno dei punti di riferimento del calcio europeo. «La candidatura – spiega il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio - è frutto di un grande e qualificato lavoro di squadra, sia a livello politico dei vertici della Figc, sia sotto il profilo organizzativo da parte di uno staff giovane composto da tutte risorse interne alla Federazione. Si tratta peraltro di un evento che ha importanti ricadute, non solo economiche, per i territori ospitanti». (Il gruppo di lavoro è stato coordinato dal trentenne Niccolò Donna, responsabile del Centro studi della Federcalcio)
L’evento è stato salutato con particolare favore dai vertici delle istituzioni emiliane. Ed è anche stata disinnescata la “mina” rappresentata dal caso Intralot (un sito di scommesse on line e uno degli sponsor della nazionale) che aveva indotto il sindaco di Cesena, Paolo Lucchi, a dirsi pronto a rinunciare alla manifestazione, non condividendo l’attività dello sponsor in questione. Ma lo scorso dicembre Comune di Cesena e Fgci hanno avviato una collaborazione sul tema del gioco d’azzardo per progetti di contrasto alla ludopatia, specie nelle fasce giovanili. E se l’assessore allo Sport di Bologna, Matteo Lepore, è soddisfatto delle possibilità che si schiudono per la città in quanto quartier generale della manifestazione, restano problemi ancora aperti, invece, sul fronte dello stadio di Bologna. Il Dall’Ara, infatti, ad oggi non dispone delle caratteristiche tecniche per poter essere utilizzato nella competizione Uefa e si impongono lavori di ristrutturazione. Ma resta anche in ballo la possibilità che la proprietà del club e Joey Saputo realizzino un nuovo stadio che rientra nei piani di business della società. In questo caso, ovviamente, il problema Uefa verrebbe risolto. Diversamente i lavori al Dall’Ara vanno fatti e se ciò non accadesse è già pronto il piano “B” che prevede la possibilità di giocare la finale al Mapei stadium di Reggio Emilia. Soddisfatto, infine, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini che intravede «una straordinaria opportunità di marketing per il territorio con importanti ricadute nell'indotto». Secondo le stime della Figc, solo con i tifosi stranieri (se ne attendono almeno 150mila), si produrrà tra alberghi, ristorazione e tempo libero un giro d’affari di circa 35 milioni.