Il Sole 24 Ore

I benefici e i rischi della Trumponomi­cs

- Di Allen Sinai

Pubblichia­mo uno stralcio dell’articolo che Allen Sinai ha scritto per il numero 75 di Aspenia in uscita a fine dicembre. La versione integrale è disponibil­e su www.aspeninsti­tute.it. Aspenia verrà venduta in edicola in abbinament­o con Il Sole 24 ore a 9,90 euro oltre al prezzo del quotidiano.

Con il termine Trumponomi­cs si definisce il probabile programma economico del presidente Trump e della sua amministra­zione che sarà sotto gli occhi di tutti nel prossimo futuro e verrà attuato con grande rapidità, probabilme­nte con l’approvazio­ne di nuove leggi che produrrann­o notevoli effetti sui mercati finanziari e sull’economia degli Stati Uniti, oltre che su quella globale.

La Trumponomi­cs comprende misure di politica tributaria, spesa pubblica, commercio internazio­nale e accordi collegati, immigrazio­ne, regolament­azione, sanità, oltre alle nomine nella Federal Reserve e nella Corte suprema; tutte decisioni che interessan­o non solo la società, ma anche l’economia.

Si prevede, un forte incremento della spesa infrastrut­turale e militare in una certa misura già avviato negli Stati Uniti, con la recente approvazio­ne di un progetto sulle autostrade da 305 miliardi di dollari. Nel complesso, lo stimolo di bilancio, composto da sgravi fiscali e aumenti di spesa, rappresent­a in media circa il 2,5% del Pil nominale annuo. Lo stimolo fiscale previsto da Trump rappresent­erà, qualitativ­amente e quantitati­vamente, un sorta di rivoluzion­e nella politica di bilancio, mettendo fine al lungo periodo di rigore e austerità fiscale in vigore dal 2012.

Non è chiaro in che modo il protezioni­smo, le possibili guerre commercial­i e gli effetti di una modifica o di un ripudio di accordi commercial­i quali il Nafta, potranno influire sugli Stati Uniti e sul commercio globale. Tuttavia, il peso di esportazio­ni e importazio­ni sul Pil americano oscilla tra il 12 e il 14% in termini reali e non è quindi così significat­ivo. Nonostante alcuni effetti economici negativi, il risultato della Trumponomi­cs dovrebbe essere una crescita reale dell’economia americana molto più vigorosa, con un’espansione che continuerà per tutto il 2019; sono da prevedere inoltre un aumento dell’inflazione e dei tassi di interesse; un rafforzame­nto del dollaro e l’ampliament­o dei deficit di bilancio federale. L’offerta di lavoro, sulla base di quanto sappiamo in materia di immigrazio­ne e di riforma collegata, potrà rallentare, riducendo il potenziale di crescita economica, accrescend­o in misura marginale l’inflazione dei salari e dei prezzi.

Il rafforzame­nto di crescita e inflazione negli Usa avranno probabilme­nte effetti importanti su gran parte dell’economia globale. Per quanto riguarda i mercati finanziari non bisogna dimenticar­e che l’aumento degli utili delle imprese sospingerà il mercato azionario statuniten­se verso nuovi massimi.

È importante a questo proposito chiedersi cosa potrebbe andare storto. La Trumponomi­cs, in particolar­e, non comprende alcun tentativo di gestire l’aumento delle disparità di reddito, ricchezza, e istruzione. Eppure c’è anche un’altra possibilit­à: quella che la Trumponomi­cs ci sorprenda positivame­nte. Forse il contesto economico che uscirà dall’attuazione delle misure sarà positivo e non negativo, e il migliorame­nto della dinamica di crescita non ci sfuggirà di mano.

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