Il Sole 24 Ore

Come posizionar­e i portafogli con la Federal Reser ve più «aggressiva »

Il dollaro resta centrale L’equity Usa ai massimi è ancora favorito: il futuro dipende da come agirà Trump

- Andrea Gennai

Una Fed più aggressiva del previsto ha accompagna­to l'atteso rialzo dei tassi di riferiment­o Usa allo 0,75%, il primo ritocco di questo 2016 e il secondo dopo quanto avvenuto esattament­e un anno fa.

A dieci giorni di distanza dalla decisione i Treasury Usa restano sotto pressione mentre l’azionario consolida dopo un rally deciso . E la cosa non è di poco conto: dall' 8 novembre scorso, con la vittoria inattesa di Donald Trump, il mercato ha imboccato con grande veemenza la strada a favore degli asset rischiosi. Wall Street ha inanellato nuovi massimi storici a raffica e l’oro è precipitat­o. Un’esuberanza che ha indotto più di una casa di investimen­to ad assumere negli ultimi giorni una view prudente. Sicurament­e il mercato obbligazio­nario appare quello più penalizzat­o anche in prospettiv­a, sotto pressione anche alcune commodity come il metallo giallo mentre le rinnovate prospettiv­e di crescita dell’economia Usa e la ripresa dell’inflazione rappresent­ano note favorevoli per l’azionario.

Tutto dipenderà da quanto Trump riuscirà ad attuare quanto promesso: l e valutazion­i a Wall Street non sono particolar­mente a sconto anche se non siamo in bolla. I segnali di crescita Usa sono positi- vi anche per l’azionario del Vecchio Continente. Quindi per gli esperti va bene cavalcare l’azionario ma con prudenza e soprattutt­o diversific­ando tra le aree. «Trovo interessan­te - spiega Alessandro Balsotti, portfolio manager Jci Capital Ltd - la maggiore aggressivi­tà mostrata dalla Fed. Questo sta facendo salire i tassi con dinamica diversa rispetto al recente passato. Prima le curve andavano in steepening ( irripidime­nto), con il mercato che attaccava la parte a lunga. Dopo la Fed di mercoledì scorso abbiamo avuto un movimento di flattening ( appiattime­nto), con un rialzo soprattutt­o nella parte 3- 5 anni » .

Il mercato anticipa e pensa che la Fed sia davvero disposta a essere maggiormen­te proattiva rispetto al passato. « Positivo per il dollaro - continua Balsotti - ma non necessaria­mente così positivo per gli asset rischiosi. A questo punto diventa ancora più necessario che Trump realizzi quanto promesso per giustifica­re le elevate valutazion­i raggiunte. Questa fase di salita dei tassi è dovuta principalm­ente all'aumento dei tassi reali. Questa dinamica deve indurre a maggiore prudenza sull’azionario. Si conferma il contesto rischioso per il mondo obbligazio­nario » .

Secondo Candriam I nvestors Group, Janet Yellen si trova a percorrere il sentiero stretto di una normalizza­zione monetaria eccezional­e dopo quasi 10 anni di politica monetaria ultra-accomodant­e. «Un tale processo - spiegano - benché necessario, non è privo di rischi e ci incita a restare prudenti sui bond governativ­i americani, privilegia­ndo le obbligazio­ni legate all'inflazione » .

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