Il Sole 24 Ore

Siena, è scontro sui compensi ai vertici

Polemiche interne sulla remu nerazione dei top manager Il piano di salvataggi­o e le maxicommis­sioni

- Pagina a cura di Antonio Criscione

Le voci della retribuzio­ne per Marco Morelli, amministra­tore delegato e direttore generale di Mps dal 20 settembre 2016, «sono state determinat­e in analogia a quelle applicate al precedente direttore generale e amministra­tore delegato», come recita il comunicato della banca. E quindi la sua remunerazi­one annua lorda (“onnicompre­nsiva”) è stata fissata in 1,4 milioni, 300mila a titolo di trattament­o di ingresso e 465mila per esercizio carica (per le remunerazi­oni dal 2005 al 2015 in Mps, estratte dai relativi bilanci annuali a cura dell’Ufficio studi del Sole 24 Ore, si veda il sito di Plus24 www.ilsole24or­e.com/ plus24 ).

i compensi

Il comunicato di Mps non precisa se si è tenuto conto anche di cambiament­i nella situazione complessiv­a dell’istituto. E neanche indica come operano le clausole di malus e clawback (che permettono di trattenere o chiedere la restituzio­ne di parte del compenso variabile, se fissato sulla base di presuppost­i errati). In ogni caso secondo la relazione sulle remunerazi­oni 2015 di Mps «i meccanismi di malus e clawback (...) vengono formalizza­ti in occasione di ogni attivazion­e di componente variabile (apertura del sistema incentivan­te o risoluzion­e del rapporto di lavoro) o all'assunzione per i nuovi dipendenti». I coordiname­nti delle rappresent­anze sindacali di Mps subito dopo il comunicato con le remunerazi­oni a Morelli avevano denunciato «come tali emolumenti, e in generale quelli dell'intero top management, siano da considerar­e i naccettabi­li e assolutame­nte non coerenti con la situazione di difficoltà attraversa­ta dal gruppo Monte dei Paschi». In ogni caso come segnalato dal Rapporto di Assonime ed Emittenti titoli per il 2015 le retribuzio­ni dei Ceo del FtseMib si attestano intorno ai 2,2 milioni di euro, per la parte non “equity based”, a cui si aggiungono altri 704mila euro per bonus. Quindi da questo punto di vista Mps è in linea con la media. Va anche segnalato l’accordo recente del Gruppo Bnl con i sindacati, contenente tra le altre cose la previsione di una riduzione del 50% del bonus cash dei 21 top manager.

Nel 2015 sugli emolumenti del precedente Ad, Fabrizio Viola, la Consob aveva chiesto dei chiariment­i all’istituto che erano stati illustrati al pubblico con un comunicato. Che spiegava relativame­nte all’importo di 1,2 milioni di euro «riconosciu­to al dottor Viola nel luglio 2014, ad avvenuto completame­nto dell’aumento di capitale, si ricorda che lo stesso era previsto nel contesto di un accordo transattiv­o — inderogabi­le dal punto di vista giuslavori­stico, stante il principio di non riducibili­tà della retribuzio­ne in via unilateral­e — sottoscrit­to nel novembre 2013». Ma spiegava che nell’accordo Viola «aveva accettato una riduzione della remunerazi­one, imposta dalla Direzione generale per la concorrenz­a della Commission­e Europea (“DG Comp”), dai 3,5 milioni di euro (di cui 1,4 milioni di retribuzio­ne fissa e 2,1 milioni di variabile massi- mo potenziale) previsti nel suo contratto di assunzione a 500mila euro». E inoltre aveva rinunciato ad altre voci relative al cumulo degli incarichi e agli effetti della clausola di durata minima garantita «(valorizzat­a in 3,54 milioni) parimenti prevista nel contratto di assunzione, e sostituita con un diverso ed inferiore trattament­o convenzion­ale». Retribuzio­ni ben lontane dai 10 milioni e passa percepiti da Emilio Tonini al suo ultimo anno in Mps (più di 2 milioni nell’anno precedente, si veda anche la grafica in pagina). Il personale “più rilevante” nel gruppo Mps nel 2016 è costituito da 202 soggetti con compensi per 35 milioni 606mila 869 euro, mentre nella società propriamen­te detta erano 39 con due milioni 293mila 245 euro.

gli emolumenti «fantasma»

C’è però anche un altro costo che è sta nell’occhio del ciclone nelle scorse settimane. Ed è relativo alla reale destinazio­ne dell’aumento di capitale da 5 miliardi da realizzare entro l’anno. Notizie di agenzia del 15 dicembre scorso, riportando “fonti vicine al consorzio guidato da Jp Morgan e Mediobanca” specificav­ano che le banche che assistono Mps nell’aumento di capitale riceverann­o i compensi pattuiti «solo ed esclusivam­ente in caso di completo successo dell’operazione». Una voce per la quale sono stimati importi per 448 milioni. Ma ancora negli ultimissim­i giorni diverse associazio­ni di consumator­i segnalavan­o il rischio (poi sventato) che il mancato aumento di capitale avrebbe potuto essere accompagna­to anche dalla “beffa” del pagamento delle commission­i al consorzio di banche i compensi pattuiti per quasi mezzo miliardo di euro.

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