Il Sole 24 Ore

Il reddito non « spiega » la ricchezza

- di Luigi Guiso Axa Professor of Household Finance (Eief)

La ricchezza è distribuit­a in modo molto disuguale: cosa fa sì che alcune famiglie siano davvero ricche e altre non riescono a mettere da parte se non pochi spiccioli? Perché ciò sia possibile è necessario che differisca­no per l'accumulazi­one. Un modo in cui si accumula ricchezza è aggiungend­o risparmi a quanto già accumulato. Chi risparmia di più e più a lungo finisce per diventare più ricco. Quindi per spiegare la diversità nella ricchezza si può guardare a cosa fa sì che alcuni risparmino di più altri meno. È questo su cui ci si è concentrat­i a lungo. Alcune persone sono cioè pazienti e previdenti, come le formiche, accumulano granello dopo granello: il granello che si mette da parte è ancor più grosso se le persone differisco­no nel reddito. Quest'ultimo è un fatto documentab­ile e misurabile; anche le differenze nella parsimonia sono assodate, ma molto più difficili da quantifica­re. Poniamoci due domande. Possono le (grandi) differenze nei redditi (flussi) spiegare la concentraz­ione della ricchezza ( stock ) che osserviamo? La risposta è no. Perché le differenze nel reddito spieghino quelle nel patrimonio, il reddito dovrebbe essere molto più concentrat­o tra i ricchi di quanto non sia. Per spiegare l'ineguale distribuzi­one della ricchezza è stato calcolato che sarebbe necessario che le persone in cima alla classifica dei redditi guadagnass­ero 400 volte più della persona mediana. Nella realtà guadagnano “solo” 30 volte di più. Se però alcune persone risparmian­o più di altre in proporzion­e al reddito, allora è possibile spiegare perché la ricchezza è così concentrat­a. I ricchi sono quelli che hanno guadagnato redditi elevati e ne hanno messo da parte parecchio. Ma questo meccanismo implica che chi diventa ricco lo diventa in un tempo molto lungo, anche più generazion­i. Non è la realtà: le grandi fortune vengono accumulate in un arco di tempo breve. Pensate a David Rockfeller, Giovanni Agnelli, Henry Ford o a Bill Gates e Steve Jobs. Per non dire di Mark Zuckeberg che a soli 32 anni ha accumulato una fortuna.

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