«Suggeriamo lo strumento del trust»
dalle caratteristiche dell’azienda rispetto ad alcuni fattori principali, come il business, le dimensioni rispetto ai mercati in cui opera e se si tratta di un imprenditore di prima generazione.
Come pesa il fattore prima generazione?
L’imprenditore di prima generazione in genere è una figura forte, rispetto al quale i figli possono avere dei problemi a confrontarsi. A volte vengono inseriti in azienda in ruoli marginali e restano in queste posizioni praticamente fino a che ci sarà il fondatore. Ma non è detto che, affrontato questo scoglio, sia superata la fase critica. A volte si assiste alla vendita dell’azienda perché non è stato pianificato l’inserimento della seconda generazione, base per le successive.
L’altro elemento che diceva è il mercato in cui l’impresa opera...
Ci sono imprese che scelgono di collocarsi in nicchie di mercato, anche molto redditizie, e che non sentono molto l’esigenza di aprirsi a fi- gure manageriali esterne. Società che si confrontano in mercati internazionali sentono più l’esigenza di figure che aiutino l’azienda ad affrontare questi mercati. Occorrono più competenze: perché ci siano manager adeguati è necessario che ci sia una governance coerente e di conseguenza significa che l’azienda si deve strutturare meglio anche per il passaggio generazionale.
C’è una differenza tra le imprese quotate e quelle non quotate?
Non è tanto la quotazione o meno dell’impresa a fare la differenza: certamente una società quotata è più aperta alla revisione di meccanismi di governance che facilitino il passaggio generazionale. La scelta dipende comunque da esigenze di mercato e dalle finalità dell’imprenditore stesso.
La pianificazione del passaggio generazionale può influenzare le decisioni di un investitore a orientare le proprie scelte verso una certa impresa?
Assolutamente sì: lo tocchiamo con mano quotidianamente dai contatti con i fondi di private equity che ci chiedono informazioni su questo aspetto. È inoltre sintomatico di un’apertura mentale dell’imprenditore e gli strumenti che ha già adottato possono facilitare l’eventuale operazione straordinaria.
Qual è l’aspetto importante del passaggio generazionale?
È fondamentale anzitutto la pianificazione e parallelamente che si tengano distinte la protezione del patrimonio familiare dalla gestione dell’azienda.
Come si fa?
Uno strumento che noi suggeriamo spesso è il trust. Ormai in Italia è superata l’idea che si tratti di un espediente finalizzato alla pianificazione di temi fiscali, tanto che ormai si suggeriscono trust italiani. E rispetto ad altri strumenti più “deboli”, come il patto di famiglia, permette di dare una veste giuridica più solida alla segregazione patrimoniale.
— An.Cr.