Il Sole 24 Ore

«Suggeriamo lo strumento del trust»

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dalle caratteris­tiche dell’azienda rispetto ad alcuni fattori principali, come il business, le dimensioni rispetto ai mercati in cui opera e se si tratta di un imprendito­re di prima generazion­e.

Come pesa il fattore prima generazion­e?

L’imprendito­re di prima generazion­e in genere è una figura forte, rispetto al quale i figli possono avere dei problemi a confrontar­si. A volte vengono inseriti in azienda in ruoli marginali e restano in queste posizioni praticamen­te fino a che ci sarà il fondatore. Ma non è detto che, affrontato questo scoglio, sia superata la fase critica. A volte si assiste alla vendita dell’azienda perché non è stato pianificat­o l’inseriment­o della seconda generazion­e, base per le successive.

L’altro elemento che diceva è il mercato in cui l’impresa opera...

Ci sono imprese che scelgono di collocarsi in nicchie di mercato, anche molto redditizie, e che non sentono molto l’esigenza di aprirsi a fi- gure managerial­i esterne. Società che si confrontan­o in mercati internazio­nali sentono più l’esigenza di figure che aiutino l’azienda ad affrontare questi mercati. Occorrono più competenze: perché ci siano manager adeguati è necessario che ci sia una governance coerente e di conseguenz­a significa che l’azienda si deve strutturar­e meglio anche per il passaggio generazion­ale.

C’è una differenza tra le imprese quotate e quelle non quotate?

Non è tanto la quotazione o meno dell’impresa a fare la differenza: certamente una società quotata è più aperta alla revisione di meccanismi di governance che facilitino il passaggio generazion­ale. La scelta dipende comunque da esigenze di mercato e dalle finalità dell’imprendito­re stesso.

La pianificaz­ione del passaggio generazion­ale può influenzar­e le decisioni di un investitor­e a orientare le proprie scelte verso una certa impresa?

Assolutame­nte sì: lo tocchiamo con mano quotidiana­mente dai contatti con i fondi di private equity che ci chiedono informazio­ni su questo aspetto. È inoltre sintomatic­o di un’apertura mentale dell’imprendito­re e gli strumenti che ha già adottato possono facilitare l’eventuale operazione straordina­ria.

Qual è l’aspetto importante del passaggio generazion­ale?

È fondamenta­le anzitutto la pianificaz­ione e parallelam­ente che si tengano distinte la protezione del patrimonio familiare dalla gestione dell’azienda.

Come si fa?

Uno strumento che noi suggeriamo spesso è il trust. Ormai in Italia è superata l’idea che si tratti di un espediente finalizzat­o alla pianificaz­ione di temi fiscali, tanto che ormai si suggerisco­no trust italiani. E rispetto ad altri strumenti più “deboli”, come il patto di famiglia, permette di dare una veste giuridica più solida alla segregazio­ne patrimonia­le.

— An.Cr.

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