Il Sole 24 Ore

Solo il 26% delle agenzie è monomandat­o

Tuttavia il plurimanda­to e le collaboraz­ioni tra agenti sono usate solo a scopi «tattici» e nei business più critici

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l'abitudine dei collaborat­ori commercial­i a operare con più di una agenzia. Dei circa 180mila soggetti iscritti in sezione, infatti, poco più di 105mila collaboran­o con iscritti in sezione A, e di questi il 17,8%, ossia quasi 19mila soggetti, opera per almeno due agenzie. Guardando questo dato dal punto di vista delle agenzie, il 63,2% di esse ha quindi nella struttura almeno un collaborat­ore non in esclusiva, che quindi intermedia potenzialm­ente altri marchi».

L'ultimo fattore da considerar­e è quello della diffusione delle collaboraz­ioni fra agenti, le cosiddette A con A. Secondo l’indagine di Innovation Team (il fenomeno non è rintraccia­bile attraverso fonti istituzion­ali) i nfatti il 24,1% degli agenti collabora con altri agenti, un dato stabile rispetto a un anno fa. « Il mix di questi fattori fa sì che, come si è detto, oggi solo il 26% delle agenzie sia davvero monomandat­aria » , fa notare Orsi.

Ma le novità normative fortemente volute dal legislator­e per liberalizz­are il mercato hanno veramente raggiunto l’obiettivo di realizzare un'intermedia­zione i ndipendent­e? « Non vi è dubbio che vi sia una nicchia di agenzie ( soprattutt­o di grandi dimensioni e prevalente­mente al Nord) che operano utilizzand­o simultanea­mente una pluralità di marchi per fornire la soluzione più adeguata al consumator­e e sviluppare nuovi business poco presidiati —, continua Orsi —. Tuttavia sono le stesse affermazio­ni degli agenti a dimostrare che, nella maggior parte dei casi, plurimanda­to e collaboraz­ioni sono utilizzate essenzialm­ente per finalità tattiche di conservazi­one della clientela». Dalla ricerca di Innoa- tion Team emerge che il 53,2% e il 47,9% degli agenti plurimanda­tari hanno oltre il 70% dei premi rispettiva­mente auto e danni non auto concentrat­o sul marchio principale. Inoltre il 43% degli agenti con collaboraz­ioni in corso utilizza questo strumento per sopperire alle mancanze della compagnia principale in alcuni ambiti ( rischi profession­ali, credito e cauzioni).

Si può quindi affermare che al momento le novità legislativ­e sono state utilizzate da buona parte degli agenti per resistere a un contesto di mercato molto critico. Trend dimostrato dalla continua contrazion­e del numero di agenti e agenzie ( rispettiva­mente 18.132 e 12.246 a inizio 2016, con un'ulteriore riduzione rispetto all'anno precedente).

subagenti “infedeli”

«L’altro aspetto da sottolinea­re è che la forte frammentaz­ione delle reti distributi­ve che emerge da questa analisi può rappresent­are un fattore di debolezza per gli agenti stessi — osserva Orsi —. Quasi due agenzie su tre, come detto, opera con almeno un collaborat­ore non esclusivo. Si tratta di un fenomeno non sempre “gestito” dagli agenti che genera difficoltà nella conservazi­one del portafogli­o e una continua battaglia focalizzat­a sul prezzo, che a sua volta genera una riduzione dei ricavi di agenzia. D’altronde i collaborat­ori commercial­i di agenzia rappresent­ano una categoria con un ruolo sempre più significat­ivo, molto conteso dalle principali compagnie e significat­ivamente mobile: il 7,3% ha avviato collaboraz­ioni con nuove agenzie nel corso degli ultimi 3 anni, quasi 7mila subagenti » .

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