Il Sole 24 Ore

Italia, un mercato di valori medi

Meeting Art al primo posto, la maggior parte delle case a conduzione familiare registrano giro d’affari in crescita

-

retta streaming ». Si comprende che il business di questi due competitor, il primo nazionale e il secondo quotato a Wall Street, è lontano anni luce: come confrontar­e un piatto di Marchesi a una consegna take away. Infatti il top lot dei 248.648.945 euro battuti dalle 19 case d’asta che hanno risposto al consueto bilancio di fine anno (lo scorso anno era pari a 235.674.472 euro su un panel di 18 case), è di Sotheby’s con «Le Sofa» del 1968 di Domenico Gnoli (con un prezzo medio di 110mila euro che si confronta piuttosto con i 108mila dollari del mercato inglese, Tefaf) rispetto alla 13ª posizione del top lot di Meeting Art Hans Hartung, «T196170» del 1961 scambiato per 159.900 e un prezzo medio di 10mila euro.

Risultati raggiunti sul moderno e contempora­neo — comparto leader per moltissime case d’asta — ma su due mercati molto diversi. «Una contrazion­e del 27% con buone percentual­i di venduto è ampiamente compatibil­e con la generale e complessiv­a riduzione di volumi del mercato d’asta nel mondo» spiega Filippo Lotti, ad di Sotheby’s Italia. A in- cassare il segno meno anche Christie’s e Farsetti, la prima ragiona in termini internazio­nali: «La nostra asta di Milano dello scorso aprile — afferma Mariolina Bassetti, chairman di Christie's Italia — è andata davvero molto bene, grazie a un’ampia selezione di opere italiane contempora­nee di grande qualità e classici moderni. Ma il mercato dell’arte italiana continua ad espandersi oltre i confini». Resta positivo Leonardo Farsetti: «Il mercato dell’arte in Italia ha retto nonostante i problemi politici ed economici nazionali e internazio­nali».

«Il settore delle aste in Italia — riflette Giorgio Rusconi, direttore Capitolium Art — è in crescita da diverso tempo: il ripiegamen­to delle multinazio­nali estere nel settore medio ha avvantaggi­ato le realtà italiane, imprese familiari, agili nella gestione e con un rapporto diretto con il cliente acquirente o committent­e». Si conferma stabile il fatturato di Cambi (che registra un forte calo dei lotti venduti), Pandolfini, Galleria Pace, Capitolium Art, Internatio­nal Art Sale. Cresce a due cifre il mercato de Il Ponte, Wannenes, Bolaffi, Boetto, Minerva, Bertolami, Pananti, Blindarte, Maison Bibelot (più che raddoppia il fatturato) e Finarte. «Stiamo attuando una politica aziendale di grande selezione dei beni da porre in vendita — commenta Elisabetta Mignoni, amministra­tore unico di Bibelot —. La nostra clientela, sempre più internazio­nale, è molto selettiva. Richiede qualità, stime realistich­e, profession­alità e, soprattutt­o, beni di provenienz­a privata mai apparsi sul mercato». Infine, il prezzo medio, indicatore del pubblico, è un po’ un’araba fenice, difficile ottenerlo: Tefaf ha registrato nel 2015 10.970 dollari in Italia. Pandolfini lo batte con la media lotto relativa all’asta della Collezione Romano superiore a 26.000 euro e per i Capolavori da Collezioni Italiane oltre 51.000. Oggi l’acquirente è disposto a pagare se trova l’unicità creativa che, insieme alla provenienz­a e allo stato di conservazi­one, determina il valore dell’opera.

Raro diamante naturale «Very light pink», stima 180mila , venduto per 755.500 €

Altare in legno huanghuali, Cina, Dinastia Qing, XIX secolo, stima 5-8mila, venduto per 602.850 €

Lucio Fontana, «Concetto spaziale. Ellisse» 1967, stima 350mila, venduto per 492.000 €

Robert Rauschenbe­rg, «Getone (Spring 1988 Glut)», 1988, 400-600 mila, venduto per 390.075 €

Vaso Guan, Cina, periodo Qianlong, porcellana Guan, h. cm 28, stima 50-70mila, venduto per 356.800 €

Piero Manzoni, «Merda d’Artista n.069», 1961, stima 80-120mila, venduto per 275.000 €

Enrico Castellani, «Superficie bianca», 2014, stima 120-140mila, venduto per 175.000 €

Hans Hartung, «T1961-70», 1961, stima 180200mila, venduto per 159.900 €

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy