Il Sole 24 Ore

«Punto sulla danese Danske bank»

Ottimismo anche sull’americana Wells Fargo e sulla finlandese Kone

- Nicol Degli Innocenti

Il mercato sembra avviato verso quello che viene definito il “Santa rally”. È giustifica­ta l’effervesce­nza natalizia o si tratta di esuberanza irrazional­e dei mercati?

Sembra proprio che ci sarà un Santa rally e penso che l’ottimismo sia giustifica­to. In fondo c’è stato un lungo periodo in cui nessuno credeva nei mercati azionari, c'era molta cautela e anche paura a investire. Adesso gli investitor­i sono tornati, non solo le grandi istituzion­i ma anche i piccoli azionisti. E hanno buone ragioni per farlo: siamo in una fase di crescita economica, le prospettiv­e soprattutt­o negli Usa sono positive. In una fase di espansione economica i titoli azionari ottengono buoni risultati. Quindi finalmente la paura di investire è passata. Possiamo davvero credere che Trump metterà il turbo all’economia Usa? La fase di accelerazi­one della crescita era iniziata anche prima dell’elezione di Trump, non solo negli Usa ma anche in Europa e in alcuni Paesi emergenti, come Brasile e Russia. Un segnale importante è la stabilizza­zione dei prezzi delle materie prime. La politica monetaria è ormai su un binario morto, le banche contrastan­o i tassi di interesse negativi. I mercati stavano cercando una direzione di marcia. L’elezione di Trump ha dato loro una ragione per puntare verso l’alto e sperare in un rally sostenuto. Ci sono ragionevol­i speranze di una crescita sostenuta, di meno intralci burocratic­i per le imprese e forse anche di tagli alle tasse. In questo contesto è verosimile che gli utili delle società Usa aumenteran­no. Prevedo un anno o due di incrementi degli utili del 10- 15 per cento.

È tutto positivo o ci sono aspetti preoccupan­ti in questo scenario?

Certamente. I mercati hanno scelto di concentrar­si sugli aspetti positivi della vittoria di Trump, di cui abbiamo parlato, e di ignorare completame­nte gli aspetti negativi, come la sua posizione sul commercio e la possibilit­à di tariffe sulle importazio­ni e la sua politica sull’immigrazio­ne, che potrebbe portare a maggiori controlli e restrizion­i. Questi due aspetti sono potenzialm­ente molto negativi per l’economia, ma per ora lo stesso Trump ha sottolinea­to gli aspetti del suo programma che sono positivi per l’economia. Vedremo come vanno le cose, ma il clima di fiducia, nell’attesa di un Governo ben disposto verso il business e di tagli delle tasse, è positivo. Sta allungando il ciclo e galvanizza­ndo un contesto che era comunque già positivo. Prevedo un aumento medio del 10% dei titoli Usa nei prossimi 12 mesi, quindi ritengo convenga investire anche se costano di più a causa del dollaro forte. L’unico rischio è che l’accelerazi­one della crescita porti la Fed ad aumentare i tassi a un ritmo più rapido di quello che i mercati si aspettano. Il ritocco di questa settimana era ampiamente atteso dai mercati, si tratta ora di vedere le prossime mosse. Ritengo che la Fed agirà con molta cautela, a meno che Trump non nomini dei falchi ai due posti vacanti della Fomc. Bene quindi gli Usa.

E per quanto riguarda l’Europa in generale e l’Italia in particolar­e?

Siamo estremamen­te cauti sugli asset europei. Il progetto euro è incompleto e in crisi. Le prospettiv­e sono molto più positive per il dollaro che per l’euro e gli Usa sono una destinazio­ne più attraente per gli investimen­ti. In Europa ci sono opportunit­à di investire in asset depressi o in nicchie di eccellenza, ma in generale esercitiam­o cautela. Lo stesso vale per l’Italia. Non abbiamo nessun titolo italiano in portafogli­o, anche se ci sono società interessan­ti sia come attività che come prezzo, perchè non c’è un contesto economico promettent­e. In una prospettiv­a di medio-lungo termine e prendendo in consideraz­ione il quadro complessiv­o, cosa che noi facciamo sempre, l'Italia è problemati­ca.

Quali rischi vede per l’Italia?

Noi cerchiamo sempre di individuar­e i possibili rischi o shock all’orizzonte. Tra tutti ora quello più concreto, con una probabilit­à del 30% di realizzars­i, secondo noi, è il rischio di elezioni anticipate che portino all’elezione di un Governo euroscetti­co e ipoteticam­ente a un referendum sull’euro, che ovviamente avrebbe un impatto negativo ben oltre l’Italia. Gli altri possibili rischi hanno possibilit­à minori di realizzars­i: diamo al 25% la possibilit­à di un atterraggi­o duro per l'economia cinese; al 20% un'impennata del prezzo del petrolio e al 10- 15% la necessità di un bail- in per Deutsche Bank. Si parla tanto di Monte dei Paschi e delle altre banche italiane, ma non hanno l’importanza sistemica anche fuori dal Paese, e quindi il potenziale effetto devastante, che Deutsche Bank ha.

Facendo stock picking, quale titolo le sembra avere il maggiore potenziale?

Punto su Danske Bank, banca danese con sede a Copenhagen ma con una forte presenza in tutti i Paesi scandinavi e l’Europa nordorient­ale. La scelgo perchè è una banca molto ben gestita, ben capitalizz­ata, con una grande visibilità nei mercati nei quali opera, che paga buoni dividendi agli azionisti. È una banca del tutto affidabile e solida, che ha le sue radici nei mutui immobiliar­i, settore prevedibil­e sul lungo termine.

Qualche altro nome in portafogli­o che merita segnalare?

È difficile non essere positivi sui titoli Usa, per le ragioni che ho spiegato. Su tutti prediligo Wells Fargo. Il titolo è stato colpito dai problemi legati al mis-selling, quindi è a un prezzo attraente e ritengo possa trarre grandi benefici dalla forza dell’economia Usa. Tra le imprese segnalo Kone, società finlandese che opera nel campo degli ascensori e delle scale mobili. È un ottimo business in crescita e paga buoni dividendi. Inoltre Kone opera non solo sulle vendite, ma anche sui contratti di manutenzio­ne, quindi ha un rapporto continuati­vo con i clienti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy