Con il successo aumenta anche il rischio sicurezza
Mattarella, Gentiloni e Minniti ringraziano le forze dell’ordine - Il Viminale diffonde i nomi degli agenti, polemica sui social
pÈ stato il giorno dei ringraziamenti alle forze dell’ordine italiane, per aver fermato a Sesto San Giovanni la folle fuga dell’attentatore di Berlino, Anis Amri. Con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha chiesto al ministro dell’Interno Marco Minniti di far pervenire le sue più vive congratulazioni ai due agenti Cristian Movio e Luca Scatà «per la professionalità e il coraggio dimostrati». Il giorno dell’orgoglio per un modello di sicurezza basato sul presidio del territorio, come ha sottolineato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni: «L’attenzione resta massima, le minacce non vanno sottovalutate, ma quanto avvenuto stanotte dimostra ai cittadini che l’Italia c’è, lo Stato c’è». Stretto «in un abbraccio ai familiari di Fabrizia Di Lorenzo, italiana esemplare rimasta uccisa» nella strage al mercatino di Natale. Stamattina la salma della 31enne di Sulmona atterrerà a Ciampino.
Ma ieri è stata anche la giornata del timore di ritorsioni. Alle 7.30 del mattino il capo della polizia Franco Gabrielli aveva inviato una circolare in cui invitava alla «massima attenzione» poiché «non si possono escludere azioni ritorsive» nei confronti dei poliziotti e di tutto il personale delle forze dell’ordine in divisa. Ma giornalisti e agenzie di stampa erano già entrati in possesso delle foto dei due agenti, compresa quella di Movio in ospedale, ferito alla spalla dal terrorista, poi colpito da Scatà. E i nomi sono stati resi noti in conferenza stampa da Minniti e poi in un tweet di ringraziamento dallo stesso Gentiloni , che ne ha elogiato coraggio e capacità. Sui social è montata un’ondata di indignazione contro il governo, accusato di mettere a rischio l’incolumità dei poliziotti. Migliaia i commenti irritati al tweet del premier. Alla fine sono stati oscurati i profili Facebook degli agenti. Ha spiegato il questore di Milano Antonio De Iesu: «Abbiamo il dovere di tutelarne l’immagine. Stiamo parlando di una dimensione che non è la criminalità ma il terrorismo internazionale, e c’è un problema di prevenzione».
Eroi per caso, Movio e Scatà. Che però dimostrano, come non ha mancato di sottolineare Minniti, l’efficacia dell’attività straordinaria di controllo del territorio: «Facendo semplicemente il proprio dovere, hanno fatto un servizio straordinario alla comunità. L’Italia è loro grata». A Minniti e alla polizia italiana sono arrivate le congratulazioni del ministro dell’Interno tedesco e della cancelliera Angela Merkel.
Se il tributo ai due agenti è stato unanime e Gentiloni ha avvertito che «un Paese troppo lacerato ri- schia di essere un Paese meno sicuro», le opposizioni sono invece partite all’attacco del governo. Nel mirino sia la diffusione dei nomi degli agenti (per la quale l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ha chiesto le dimissioni di Minniti) sia le politiche migratorie del governo. È stato Matteo Salvini della Lega ad aprire le danze dai microfoni di Radio Padania: «Bisogna votare nel 2017, e il primo punto del programma dev’essere lo stop all’ingresso di qualsiasi tipo di immigrazione». Fatti salvi donne e bambini in fuga dalle guerre. A invocare un giro di vite sull’immigrazione sono stati anche i Cinque Stelle, che sul tema alla Lega contendono parte dell’elettorato: dal blog Beppe Grillo ha definito la situazione migratoria «ormai fuori controllo». Il nostro Paese, ha tuonato, «sta diventando un viavai di terroristi che non siamo in grado di riconoscere e segnalare, che grazie a Schengen possono sconfinare indisturbati in tutta Europa. Bisogna agire ora». «Grillo scavalca Salvini a destra, ormai è una rincorsa», ha ironizzato da Forza Italia il governatore ligure Giovanni Toti, avanzando soluzioni più moderate: ripristinare i controlli alle frontiere e istituire un sistema normativo e di sicurezza valido per tutta Europa. Mentre Giorgia Meloni (Fdi) si rivolge a Grillo: «In tema di immigrazione avete sempre sostenuto le stesse tesi del governo, dall’abolizione del reato di immigrazione clandestina in poi. Fate mea culpa anche voi, una volta tanto».
POLEMICHE SUL WEB Nonostante l’invito di Gabrielli alla «massima attenzione» i nomi di Movio e Scatà sono stati resi noti subito. Critiche su Twitter e profili Fb oscurati