PIANI DI RISPARMIO
I fondi pronti alla sfida
Per l'industria del risparmio gestito il 2016 si chiude con il via libera ai Pir, Piani individuali di risparmio). Qualche aspetto va ancora chiarito come la destinazione alle imprese residenti in Italia (oppure a quelle con stabile organizzazione in Italia) e alcuni dettagli fiscali. Ma il grosso c'è già. Sulla rampa di lancio ci sono soprattutto gli asset manager nazionali e quelli che si interfacciano con le grandi reti in quanto uno degli effetti sperati con l'avvio dei Pir è quello di sostenere il risparmio delle famiglie. L'altro è di supportare l'economia reale veicolando risorse verso le piccole medie-imprese italiane. «I risultati migliori saranno ottenuti dagli asset manager che operano da decenni sul mercato italiano, che ben conoscono le aziende, la loro qualità, redditività e solvibilità - spiega Massimo Mazzini, a capo della direzione marketing di Eurizon Capital -. Visti i requisiti richiesti è importante legarsi a un player qualificato e affidabile nella selezione dei titoli italiani, sia lato obbligazionario che azionario. Sarà inoltre molto importante supportare la rete con i servizi di post vendita, alla luce dell'orizzonte temporale e dell' esclusività del rapporto Pir». La scuderia Eurizon, pur avendo già prodotti compatibili con la disciplina, licenzierà i nuovi fondi nel primo trimestre dell'anno. Stesso discorso per Anthilia Capital Partners che, pur avendo un fondo azionario in linea, sta sviluppando un prodotto ad hoc. «I Pir prevedono regole precise che si prestano per prodotti pensati conformi alla normativa – spiega Daniele Colantonio, responsabile sviluppo prodotti -. Seguiamo da anni diverse piccole e medie aziende quotate italiane che riteniamo in linea con i requisiti di un portafoglio dedicato. Investire in questa asset class richiede non solo competenza di gestione, ma profonda conoscenza delle dinamiche interne alle aziende. La volatilità sul mercato è elevata e spaventerebbe l'investitore se non fosse controllata con una selezione e monitoraggio accurati». Tra gli altri player na- zionali Anima ha già pronta la sua soluzione. «Abbiamo lanciato nel 2015 Anima iniziativa Italia, focalizzato proprio sulle small-mid cap italiane - spiega Claudio Tosato, direttore prodotti Anima - e che potrà rientrare tra gli strumenti contemplati dal provvedimento. Stiamo però studiando nuove iniziative ad hoc». In pole position ci sono anche i grandi colossi esteri. Per Amundi, dopo l'acquisizione di Pioneer e con la prospettiva di seguire oltre che la rete Cariparma anche quella UniCredit, il potenziale è alto. «La casa ha avviato da tempo un tavolo di lavoro con l'obiettivo di studiare e individuare le soluzioni di investimento, sia di natura obbligazionaria che azionaria - spiega Alessandro Varaldo, ad di Amundi Sgr - che possano meglio incontrare le esigenze dei risparmiatori e delle piccole e medie imprese. In quest'ottica, Amundi Sgr, forte anche dell'expertise di gruppo in materia dei Plan d'Epargne en Actions, sta valutando l'offerta sia di prodotti Ucits, anche a distribuzione dei proventi, sia di prodotti alternativi (FIA)». Come spiega Varaldo si tratterà di soluzioni che, da una parte, consentiranno a qualsiasi risparmiatore, sulla base del suo profilo di rischio e delle sue disponibilità economiche, di accedere a tale forma di investimento e al relativo beneficio fiscale. L'esperienza dei Pea è ben nota anche in casa BnpParibas così che nella Sgr italiana si lavora da tempo alla soluzione Pir. «Pensiamo ad un fondo bilanciato conservativo in grado di sfruttare sia la parte equity sia la parte obbligazionaria - spiega Salvatore Inì – responsabile Global Funds Solution di BNP Paribas IP - proprio l'esperienza di successo francese dei Pea insegna che è importante costruire dei prodotti che abbiano attese di rendimento realizzabili». Da qualche anno con l'avvio di un fondo minibond la Sgr ha un team dedicato alle small e medium cap italiane che licenzierà il prodotto dedicato ai Pir nel primo trimestre dell'anno. Il focus sulle small cap è una delle indicazioni principali di UBP per il 2017. Ecco perché la casa svizzera guarda con interesse allo sviluppo dei Pir in Italia.«Per il 2017 ci focalizzaremo su questa asset class in tutti i mercatiricorda Luca Trabattoni, a capo di UPB in Italia - e stiamo per partire con un fondo sulle small cap europee che guarderà anche all'Italia».