Riaperta la partita sulla carne bovina
Dazi. Washington minaccia r itorsioni
Congelato il Ttip, gli Stati Uniti rimettono il tema della carne “made in Usa” sul piatto, o meglio, sul tavolo dei rapporti con la Ue. E i produttori italiani lanciano un appello per scongiurare le possibili ritorsioni.
Con una nota del 23 dicembre, apparsa sul sito del Dipartimento del Commercio Usa, Washington ha fatto sapere di essere pronta a prendere provvedimenti contro la decisione della Ue di vietare l’ingresso di carni bovine americane. L’amministrazione Obama ha infatti spiegato che se il bando continuerà, potrebbe scattare una ritorsione con l’imposizione di dazi doganali su altre merci europee per un valore pari a 117 milioni di euro .
«Gli allevatori americani – aveva aggiunto il segretario all’Agricoltura, Tom Vilsack – producono alcune delle migliori carni di manzo al mondo, ma le politiche restrittive dell’Unione continuano a negare ai consumatori europei l’accesso alle nostre a un prezzo accessibile».
La vicenda va avanti dagli anni Ottanta e va spiegata.
Lo stop Ue è legato al fatto che gli Usa, per una crescita più rapida dei bovini, utilizzano ormoni. Che in Europa sono banditi. Per questo, quando si cominciò a parlare di Ttip, il principale timore di oppositori, allevatori, ambientalisti e consumatori era che l’accordo fosse uno stratagemma per far entrare surretiziamente la carne agli ormoni sulle tavole europee. Cosa che Bruxelles ha sempre smentito, assicurando che la carne agli ormoni non era in alcun modo oggetto di trattativa.
In realtà, nel 1998 il bando alle importazioni Ue di carne bovina Usa era stato sanzionato già dalla Wto. Così nel 2009 Usa e Ue “fecero pace” stringendo un’intesa. Washington prevedeva la rinuncia all’applicazio- ne delle ritorsioni che sarebbero dovute scattare qualche tempo dopo e la riduzione delle sanzioni già in vigore sui prodotti europei per eliminarle a partire dal quarto anno di applicazione dell’accordo. La Ue, da parte sua, dava il via libera all’accesso sul mercato europeo di 20mila tonnellate di carne di manzo di alta qualità proveniente da animali non trattati con ormoni per i primi tre anni; quantità che sarebbe salita a 45mila tonnellate dopo 4 anni.
Tuttavia, questi contingenti non erano riservati solo agli Usa ma erga omnes, cioè a beneficio di tutti i Paesi terzi, quindi costantemente esaurite da altri Pa-
APPELLO A BRUXELLES Assocarni: «No alle bistecche agli ormoni in Europa, ma la Commissione conceda agli Usa un contingente ad hoc di carne di alta qualità»
esi come Australia, Canada, Nuova Zelanda, Uruguay e Argentina che vi accedono a discapito degli Usa, i quali negli anni si sono visti diminuire le quantità di carni a dazio zero a loro riservate. Da qui la minaccia Usa.
Così, ieri, Assocarni (l’associazione dei produttori) ha lanciato un appello a Bruxelles.
«Divieto assoluto di carne agli ormoni in Europa – ha sancito con forza Assocarni – ma la Commissione Ue deve riconoscere agli Usa un contingente ad hoc di carne di alta qualità hormone free» importabile all’interno dei nostri confini.
Insomma, la Ue trovi subito «una soluzione tecnica, perché non è corretto che Paesi terzi si avvantaggino di contingenti concessi per compensare un danno che gli Usa hanno avuto riconosciuto in ambito Wto».