Monte dei Paschi, caos sulle obbligazioni e oggi scatta anche la beffa: il maxi-bollo
Il conto sale a 8,8 miliardi I detentori di tutti i bond pagano l’imposta bollo dello 0,2% sul nominale e non sul prezzo di mercato
Grande è la confusione sotto il cielo di Siena, ma la situazione non è affatto propizia. A causa del passaggio dal “salvataggio privato” (fallito) alla “ricapitalizzazione precauzionale” (pubblica) del Monte dei Paschi, la Bce ha calcolato che l’onere per Mps passa da 5 a 8,8 miliardi, determinato dallo scenario avverso degli stress test. La questione riguarda gli indici obbligatori di solidità patrimoniale: 6,3 miliardi servono per riallineare il Common equity Tier 1 (Cet1) ratio alla soglia dell’8%. Di questi, 4,2 sarebbero coperti dal burden sharing dei bond subordinati e 2,1 sarebbero forniti dallo Stato. A questi si aggiungono 2,5 miliardi necessari per raggiungere la soglia di Total capital ratio (Tcr) dell’11,5% e compensare la cessata contribuzione a questo indicatore dei subordinati, annullati con il burden sharing. Lo Stato dovrà farvi fronte con un onere immediato di circa 4,6 miliardi (2,1 per il primo fabbisogno e 2,5 per il secondo), cui poi si aggiungerà, in base al decreto del 22 dicem- bre, il “ristoro” dei sottoscrittori del “sub” retail stimato in circa 2 miliardi. «L’onere a carico dei soggetti diversi dallo Stato sarebbe pari a circa 2,2 miliardi», spiega Bankitalia in una nota. Quali siano questi soggetti e come verranno identificati non è chiaro: sicuramente sono gli azionisti, che vedono diluito quasi totalmente il valore investito. Poiché nell’ultima seduta di quotazione (22 dicembre) Mps capitalizzava poco meno di 500 milioni, il resto del conto (1,7 miliardi) passa ai detentori dei “sub” convertiti.
la beffa: la stangata fiscale
Dietro l’angolo c’è poi la beffa fiscale per risparmiatori che detengono bond di Mps i cui corsi, come quelli delle azioni, sono sospesi su tutti i mercati regolamentati. Ma sono sospesi anche gli scambi sugli internalizzatori sistematici, come quello di Mps Capital Services ( De@l Done Trading, Ddt) su cui è trattato il bond 15 maggio 18 upper Tier 2 Isin IT0004352586 da 2,16 miliardi, non quotato e sottoscritto dal retail a tranche da 1.000 euro. Questo titolo ha un ultimo prezzo a 46 euro. Secondo Giuseppe D’Orta, consulente finanziario indipendente e responsabile tutela del risparmio per l’Aduc, poiché i titoli sono sospesi e manca una quotazione aggiornata l’imposta di bollo sarà calcolata sul valore nominale (pari a 100) e non sull’ultimo corso disponibile, molto inferiore. Significa che, se non intervengono fatti nuovi, l’imposizione dello 0,2% per i risparmiatori detentori dei bond Mps (tutti, non solo i “sub” ma anche i senior) sarà calcolata dagli intermediari e pagata dai clienti su un valore spesso molto superiore, anche doppio, all’ultimo prezzo di mercato. «Il bollo è disciplinato dapprima dal decreto legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito dalla legge 17 luglio 2011, n. 111, e poi dal decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214», spiega D’Orta. «La circolare 48/E del 21 dicembre 2012 al punto 2.2 stabilisce che le “aliquote di imposta si applicano sul valore di mercato dei prodotti finanziari o, in mancanza, sul valore nominale o di rimborso, come risultante dalla comunicazione inviata alla clientela”. Poiché il bollo si calcola a fine periodo, i portatori di bond Mps pagheranno oggi lo 0,2% sul nominale di 100, anche se il prezzo di mercato è dimezzato e più», conclude D’Orta.
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