Il Sole 24 Ore

Nel processo amministra­tivo ora le cause viaggiano online

L’addio definitivo alla carta avverrà all’inizio del 2018

- A. Che.

pI l Pat, acronimo per processo amministra­tivo telematico, è finalmente partito. Dopo quattro proroghe - l’ultima delle quali arrivata in zona Cesarini a fine giugno scorso, poche ore prima del debutto fissato per il 1° luglio - il processo online presso i Tar, il Consiglio di Stato e il Consiglio di giustizia amministra­tiva siciliano da ieri (di fatto da oggi) è realtà.

La novità consentirà agli avvocati di fare meno spostament­i, perché non ci sarà più bisogno di recarsi personalme­nte presso il tribunale o a Palazzo Spada per depositare il ricorso o gli eventuali atti integrativ­i della causa. Tutti i documenti potranno viaggiare - come già avviene nel settore civile, che ha fatto da battistrad­a - in modalità telematica, con notevole risparmio di tempo e di carta. Quest’ultima, infatti, è destinata a sparire: resterà per un periodo transitori­o - così come prevede il decreto legge 168 di fine agosto scorso, l’ultimo provvedime­nto a essere intervenut­o in materia di Pat - l’obbligo di presentare, sia in primo grado sia in appello, anche una copia cartacea (cosiddetta copia di cortesia) del ricorso e degli scritti difensivi, la quale dovrà essere conforme al deposito telematico. Dal 1° gennaio 2018, però, anche la copia di cortesia sparirà e resterà solo il ricorso online.

Il nuovo processo, che si applicherà alle cause presentate a partire da oggi (dunque, il vecchio contenzios­o continuerà a essere gestito secondo le procedure tradiziona­li), è stato preceduto da un mese e mezzo circa di sperimenta­zione, che si è conclusa a fine novembre. Questo ha consen-

tito di mettere a punto la macchina in vista del debutto di oggi, anche se alla fine del periodo di test rimaneva da parte degli avvocati amministra­tivisti più di una perplessit­à sul regolare funzioname­nto del Pat (si veda Il Sole 24 Ore del 5 dicembre 2016). Criticità che tuttora vengono registrate anche sul versante dei magistrati, ma sono in gran parte ascritte al fisiologic­o periodo di assestamen­to necessario per mandare a regime una riforma di tale portata.

Dal momento della fine della sperimenta­zione a oggi, inoltre, si sono aggiunti altri

tasselli al sistema del processo amministra­tivo telematico. A iniziare dal potenziame­nto della struttura che, all’interno della giustizia amministra­tiva, dovrà occuparsi del Pat: è stata, infatti, costituita la direzione generale di informatic­a e statistica, che può contare - così come previsto dal Dl 168 - su 53 nuovi addetti (tre dirigenti e 50 funzionari), reclutati utilizzand­o una graduatori­a già esistente. Inoltre, l’help desk, creato per fornire assistenza agli avvocati durante il periodo di sperimenta­zione, prosegue l’attività e accompagne­rà anche la fase del debut- to. Infine, poiché in primo grado è possibile stare in giudizio anche senza l’assistenza di un avvocato, è stato previsto che presso ogni Tar ci sia una postazione attraverso la quale potranno presentare il ricorso telematico quanti decidono di far da sé, ma non dispongono di una casella di posta elettronic­a certificat­a, necessaria per spedire in modo sicuro gli atti del processo.

La Pec, infatti, è uno dei due strumenti di cui gli avvocati devono dotarsi per poter accedere al processo online. L’altro è la firma digitale, necessaria per sottoscriv­ere i nuovi atti in formato elettronic­o. Per quanto riguarda i giudici, la firma digitale è già realtà dal 16 luglio scorso, quando è scattato l’obbligo che tutti i provvedime­nti dei magistrati amministra­tivi fossero sottoscrit­ti elettronic­amente.

I primi passi del Pat si incrociano con un’altra novità, anche questa prevista dal decreto legge 168. Si tratta del recente decreto del presidente del Consiglio di Stato che ha esteso i criteri di sinteticit­à e chiarezza degli atti del processo amministra­tivo a tutti i tipi di cause. Finora, infatti, ci si era limitati al contenzios­o in materia di appalti. Con il nuovo decreto sono previsti limiti di lunghezza per i documenti del processo che avvocati e magistrati dovranno predisporr­e, oltre a un pressante richiamo a unire la sintesi con la chiarezza di ciò che si scrive. Si tratta di una misura che, insieme al Pat, può contribuir­e a rendere i processi più snelli: si riduce, infatti, il numero di pagine degli atti che le parti dovranno da oggi scambiarsi online.

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