L’equità fiscale comincia a livello internazionale
L’internazionalizzazione delle imprese comporta anche un problema di scelta delle aliquote e delle imposte più “sopportabili”. Il tema della sopportabilità, dell’eccesso nella tassazione, non è solo italiano; in un mondo ormai globale è un tema che interessa tutte le nazioni, da sempre. La tassazione non sopportabile fu una delle cause principali della rivoluzione del 1789.
«Se volete una tassazione forzata, esorbitante e distruttiva – affermava chiaramente Mirabeau nel suo famoso Theorie de l’impôt del 1760 – voi porterete alla violenza, consentirete la violazione della libertà, la lesione della proprietà e l’ingiustizia, e romperete i legami e l’accordo costitutivo della società e della sovranità».
I temi della giusta imposta, come altri problemi generali (l’inquinamento, la tolleranza religiosa, il diritto di asilo, il diritto alla vita), sono oggi di interesse mondiale. Un Paese a bassa fiscalità può attrarre immensi capitali, sottraendoli ad altri Paesi. È necessaria, dunque, una visione mondiale per affrontare il problema della sopportabilità delle imposte.
Lo stesso Kant nel suo Per la pace perpetua (1795) presagisce la realizzazione di un diritto cosmopolitico finalizzato a consentire, tramite il commercio tra Stati, anche la pace (gli stessi fondamenti della Dichiarazione di Schuman del 1950 e poi della Cee). Oggi il commercio mondiale è strettamente legato alla diversa tassazione nei singoli Stati (o territori o isolette).
I problemi della tassazione nel nostro Paese difficilmente saranno appianati fino a che ci saranno discrepanze così forti tra le aliquote dei diversi ordinamenti, fino a che le imposte – e tutte le ulteriori tasse, contributi, comunque denominati – limiteranno così fortemente il diritto di proprietà da diventare insopportabili.
Ma ciò è causa di enormi discriminazioni. Le grandi imprese sono in grado di trovare più di ogni altro vie di fuga internazionali; le persone fisiche e le piccole imprese generalmente sono più legate al territorio. Gli esempi delle multinazionali dell’information technology, che quasi azzerano la tassazione tramite triangolazioni fra Irlanda, Olanda e isole Bermuda, sono emble- matici. Chi ha le possibilità, cercherà sempre di essere tassato laddove le aliquote sono minori.
Le possibili soluzioni
Come altre problematiche di interesse mondiale, anche la perequata tassazione dei redditi deve diventare un urgente problema mondiale. Le raccomandazioni ultime Beps (Base Erosion and Profit Shifting), cui hanno partecipato G20 e Ocse, rischiano di non migliorare più di tanto il problema della equa tassazione a livello mondiale. Come spesso accade, hanno a oggetto l’«effetto», non la «causa prima» dell’evasione (l’esistenza di forti discrepanze nelle aliquote fra diversi Paesi).
A livello nazionale, la tassazione complessiva della persona – a tutela dell’interesse erariale, ma anche del diritto di proprietà – deve essere quella strettamente necessaria (così già Vanoni); sulla necessarietà dei provvedimenti statali, ancor prima, scrisse Mirabeau (Sur l’education publique, 1791) in Francia e Wilhelm Von Humboldt (Idee per un saggio sui limiti dell’attività dello Stato, 1792) in Germania.
Il legislatore si deve chiedere, in linea con il principio comunitario di proporzionalità, se le norme relative alle aliquote siano da un lato sopportabili, dall’altro necessarie per il perseguimento del fine di coprire le spese pubbliche. Un ordinamento che deve («è compito della Repubblica») realizzare il “pieno sviluppo della persona” (articolo 3, secondo comma, della Costituzione) deve chiedersi, poi, se siano tassati in modo equo, e con equa differenziazione, i redditi da capitale, i redditi da lavoro, i redditi d’impresa.
Né si può prescindere, poiché la tassazione è intimamente collegata alle spese (in base all’articolo 53, primo comma, della Costituzione), da un esame di queste, che parimenti devono essere solo quelle strettamente necessarie. «È indispensabile - affermava il giurista svizzero Emer de Vattel nel suo Law of nations del 1758 - che lo Stato disponga di entrate proporzionate alle spese necessarie».
In definitiva, la sopportabilità di aliquote e imposte è senz’altro problema urgente del nostro Paese, che richiede maggior dibattito politico sul rapporto tra contribuzione sopportabile e necessità delle spese, ma anche maggior attenzione a livello mondiale per contrastare facili spostamenti di capitali. Diversamente, trasmetteremo alle future generazioni un’atavica legge contra personam: i più forti e più scaltri sopraffanno i più deboli e meno capaci.
LO SCENARIO Se non si contrasta lo spostamento di capitali all’estero è difficile tutelare i contribuenti deboli