Il Sole 24 Ore

NIENTE DOPPIE SPESE PER CHI «CITA» IL CONDOMINIO

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agito per vie legali, chiamando in causa il condominio. Si è giunti alla obbligator­ia mediazione. Le spese di legge di circa 500 euro vengono chieste sia al gruppo dei favorevoli che a quello dei contrari. Quelle riferite al condominio devono essere ripartite tra tutti i condòmini o solo tra quelli contrari? Se il condominio viene condannato, le spese legali e gli indennizzi dovranno essere a carico di tutti i condòmini o solo di quelli dissenzien­ti?

G.B. – TORINO

In termini generali, le spese per il procedimen­to di mediazione sostenute dal condominio (sia per il compenso del proprio legale che per l’organismo di mediazione) sono a carico di tutti i condòmini, per millesimi di proprietà, con l’eccezione di coloro che hanno avviato la “mediazione” contro il condominio, a norma del Dlgs 28 del 2010. Anche in caso di successivo contenzios­o, le spese per la difesa del condominio sono a carico di tutti i condòmini per millesimi di proprietà, eccettuati quelli che hanno avviato la causa contro il condominio. Secondo la prevalente giurisprud­enza, infatti, in caso di vertenza tra condomino e condominio si crea una separazion­e tra due parti contrappos­te: il condominio e i condòmini (o il condomino) impugnanti/ricorrenti (nel caso descritto dal lettore, “attori”). In tale contesto, le spese per la difesa del condominio (ed eventuali spese di soccombenz­a del condominio) non possono essere poste (pro quota) a carico dei condòmini impugnanti/ricorrenti.

In un condominio, formato da due scale, di cui una già dotata di ascensore, si è presentata in assemblea la proposta di installare un impianto di ascensore anche nella seconda scala, data la presenza di condòmini disabili (uno anche con trattament­o economico di sostegno). Le unità sono in totale 13 (una è l’ex portineria condominia­le, in comproprie­tà con un altro condominio confinante). Il gruppo a favore può raggiunger­e la maggioranz­a in base ai millesimi, ma non per il numero delle teste. Stante l’insistenza nel negare la possibilit­à dell’ascensore, si è

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