PER L’AGENTE I CAMPIONARI SONO BENI STRUMENTALI
Un agente di commercio operante nel settore dell’abbigliamento, codice Ateco 461601, compra durante l’anno dei campionari che utilizzerà per la campagna vendite. Questi campionari sono composti da diversi capi che, all’atto dell’acquisto, sono stati contabilizzati tra i beni di costo unitario inferiore a 516,46 euro. Finita la campagna vendite, spesso nell’anno successivo i campionari vengono rivenduti a prezzi anche inferiori al costo di acquisto e la relativa operazione viene contabilizzata come cessione di beni di costo unitario inferiore a 516,46 euro, rilevando tutto l’importo a plusvalenza. È corretto tale comportamento, considerato che, registrando invece l’operazione come acquisto di merce o come altri costi d’esercizio, vi sarebbero problemi di incongruenza con lo studio di settore?
F.D. – COSENZA
Icampionari sono per l’agente di commercio dei beni strumentali. I campionari utilizzati nel settore abbigliamento, considerata l’alta frequenza del turnover tra le collezioni, possono avere frequentemente utilità inferiore all’anno. Per tale motivo si ritiene corretta la modalità di acquisto esposta dal lettore, precisando che, se i beni utilizzati per il campionario (ancorché di valore inferiore al limite di 516,46 euro) fossero di utilità pluriennale, sarebbe più corretto ammortizzarli in due esercizi anziché in uno. All’atto della successiva rivendita la plusvalenza generata sarà determinata come differenza tra prezzo di cessione e valore contabile (si veda in particolare l’articolo 86, comma secondo, del Dpr 917/1986). Trattandosi di beni interamente “spesati” nell’esercizio, il valore contabile sarà pari a zero e quindi la plusvalenza sarà rappresentata dal prezzo di cessione. Tenuto conto dell’attività svolta dall’agente di commercio, si ritiene non condivisibile registrare l’operazione come acquisto e vendita di beni merce.