Londra. L’appello
May: dopo Brexit basta divisioni nel Paese
pL’anno nuovo è iniziato con un appello all’unità di Theresa May: la premier britannica ha ammesso che il referendum sulla Ue ha diviso e indebolito il Paese, e nel suo messaggio alla nazione si è impegnata a tentare di ricucire gli strappi e rafforzare i legami tra i cittadini e tra le nazioni del Regno Unito. L’opposizione ha però definito il discorso della May «parole vuote e prive di significato», mentre secondo voci attendibili il Governo si prepara a togliere ai cittadini Ue il diritto di ricevere sussidi statali in Gran Bretagna.
«Tutti vogliamo una Gran Bretagna più forte di quello che è oggi - ha detto la May - tutti vogliamo un Paese più giusto e una nazione sicura per i nostri figli e nipoti. Queste ambizioni ci uniscono, e quindi non siamo più il 52% che ha votato a favore di uscire e il 48% che ha votato a favore di restare, ma una grande unione di persone e nazioni orgogliose della nostra storia e con un futuro radioso».
La premier ha promesso di lavorare nell’interesse di tutti, dichiarando che quando sarà al tavolo dei negoziati cercherà di «ottenere l’accordo giusto non solo per chi ha votato per uscire dalla Ue ma per ogni singolo cittadino di questo Paese».
Secondo fonti di stampa britannica, la premier intende procedere con un giro di vite sugli immigrati Ue, limitando il loro accesso ai sussidi statali. Riprendendo la strategia di David Cameron, la May vuole rendere le limitazioni permanenti, di fatto equiparando gli immigrati dai Paesi Ue agli immigrati dai Paesi extra-Ue. Secondo le statistiche ufficiali 300mila dei due milioni di cittadini Ue residenti in Gran Bretagna ricevono sussidi statali.