Più poteri di ordinanza ai sindaci
Sindaci con più poteri di ordinanza. I primi cittadini potranno definire, per esempio, i luoghi dove l’accattonaggio non è consentito: un divieto motivato per il decoro ma anche la sicurezza dei cittadini. E torna il daspo, il divieto ora utilizzato dai questori per impedire di partecipare alle manifestazioni sportive di soggetti facinorosi: si estenderà, tra l’altro, agli spacciatori nelle discoteche.
Il pacchetto di misure allo studio del ministro dell’Interno, Marco Minniti,viaggia per ora su due binari: immigrazione e sicurezza urbana. Con l’ipotesi di un decreto legge nel primo caso, non è del tutto escluso nel secondo. Centrale, nelle strategie di entrambi gli interventi, il ruolo strategico attribuito dal ministro dell’Interno i sindaci.
Già in queste settimane stanno affrontando il piano Anci per la distribuzione dei migranti, dall’inizio dell’anno ne sono sbarcati già quasi 800. Il dipartimento Libertà civili, guidato da Mario Morcone, sta ultimando le videoconferenze con tutte le Regioni sul piano Anci. Il confronto in atto con i prefetti va rafforzato, secondo il ministro, anche in termini di prevenzione antiterrorismo.
Ma adesso al Viminale è in fase di recupero proprio il pacchetto di norme sulla cosiddetta sicurezza urbana, già approntato con il precedente Esecutivo ma poi rimasto al palo. Uno degli obiettivi delle misure allo studio è di garantire la vivibilità e la sicurezza dei cittadini in una serie di luoghi oggi diventati problematici. Come le grandi stazioni dove spesso, insieme a situazioni umane penose e dolorose, convivono scenari di degrado e di rischio per la sicurezza.
Nell’articolato allo studio saranno i sindaci a individuare le zone più a rischio, quelle dove occorre intervenire per ripristinare situazioni di normalità. Non c’è dunque un divieto assoluto di accattonaggio - non ci potrebbe essere - ma ogni primo cittadino potrà definire le «zone rosse» dove non è possibile. Allo stesso tempo dovrà rinforzare i servizi sociali comunali e le convenzioni con il volontariato per garantire l’assistenza ai soggetti più fragili.
Il pacchetto delle misure per l’immigrazione per ora resta fermo ai punti già fissati. La riduzione a uno solo dei gradi di appello nei ricorsi contro le decisioni delle commissioni territoriali di diniego della richiesta di protezione internazionale. L’iscrizione all’anagrafe comunale solo con un permesso di soggiorno valido e non con la semplice domanda d’asilo. E il rilancio dei Cie, i centri di identificazione ed espulsione, per intensificare il contrasto all’immigrazione clandestina. Uno scenario di novità oggetto dell’audizione programmatica di Minniti in Parlamento il 18 gennaio.