La produzione torna ai livelli 2012
A novembre l’Istat ha registrato un aumento mensile dello 0,7% (+3,2% su base tendenziale) Bene mezzi di trasporto (+4,6%) e macchinari (+3,5%), giù il tessile (-1,5%)
Per trovare un valore dell’indice più alto occorre tornare indietro di oltre quattro anni, all’agosto del 2012. Lo scatto della produzione industriale a novembre, in crescita dello 0,7% su base mensile, del 3,2% nel dato tendenziale, riporta un poco di ottimismo sulle prospettive dell’economia, migliorando la media globale dell’output 2016, che (dicembre permettendo) potrebbe realizzare la migliore performance annua dal 2010.
Una crescita che in termini macrosettoriali lascia da parte solo i beni di consumo, coinvolgendo invece beni strumentali, intermedi ed energia. Comparto, quest’ultimo, protagonista di una crescita a doppia cifra, grazie in particolare all’aumento della produzione di energia elettrica destinata all’export (raddoppiato) verso Francia e Svizzera.
Ma anche limitando l’analisi alla sola parte manifatturiera in senso stretto, il progresso annuo resta interessante, una crescita superiore al 2% che ha come protagonista soprattutto la meccanica. Per metallurgia, prodotti in metallo, macchinari-attrezzature e mezzi di trasporto il progresso dell’output è infatti superiore al 4%.
Grazie alla performance di novembre l’indice globale (base 100 è il 2010) si porta a quota 94,7, livello toccato brevemente lo scorso agosto e mai avvicinato in altri momenti in tempi recenti: per trovare un livello più alto occorre infatti tornare all’agosto del 2012.
Determinante, in particolare, proprio la corsa della meccanica, i cui indici sono già al di sopra dei riferimenti 2010. Per l’auto, in particolare, il rilancio della produzione degli impianti Fca porta l’indice produttivo a ridosso di quota 140, esattamente il doppio rispetto agli abissi di fine 2012: in termini numerici si tratta di 1,1 milioni di auto- veicoli prodotti nel paese, il massimo dal 2007.
Altro comparto in salute è quello dei macchinari (+4,5% nel mese, +3,5% dall’inizio dell’anno) con segnali interessanti che iniziano a manifestarsi anche dal lato del credito legato ai beni strumentali.
Proprio a novembre, infatti, lo stock di prestiti a medio termine (1-5 anni) lievita a 160,8 miliardi, il valore più alto dal novembre del 2008. Stock alimentati da nuovi flussi, in aumento esplosivo anche tra le Pmi: per le operazioni di taglio inferiore al milione di euro i volumi sono stati pari a 800 milioni di euro, più del doppio rispetto allo stesso mese del 2015, il massimo di sempre nella serie storica mensile di Bankitalia. Globalmente il valore sale a 2,25 mi- 7 L’indice della produzione industriale è un indicatore dell’andamento dell’industria e viene usato per capire come va l’economia. Anche se l’industria è solo una parte dell’economia (rispetto ai servizi, per esempio) ne rappresenta ancora la spia più sensibile. La produzione è destinata sia al consumo interno sia all’export. L’indice della produzione industriale misura la variazione nel tempo del volume fisico della produzione effettuata dall’industria in senso stretto (ovvero con esclusione delle costruzioni). liardi, il quadruplo rispetto all’anno precedente.
Settore, quello dei beni strumentali, che nel 2017 potrebbe ricevere una spinta ulteriore dai bonus previsti dal Governo legati a iperammortamento e Sabatini-bis, meccanismi previsti per le tecnologie di Industria 4.0 grazie ai quali i due terzi dell’investimento realizzato di fatto vengono ripagati attraverso le minori imposte successive e gli introiti in arrivo dal Mise.
Nei dati Istat di novembre sulla produzione spicca anche la buona performance del comparto alimentare, probabilmente rilanciato dalle produzioni effettuate in vista del Natale, con un output in crescita del 5,4%, seconda miglior performance settoriale alle spalle dell’elettronica.
Le delusioni maggiori arrivano invece dal tessile-abbigliamento, giù di cinque punti nel mese, tra i pochi comparti in rosso anche nel bilancio da gennaio. Una difficoltà che pare peraltro strutturale, con un indice produttivo ancora a quota 80, 20 punti al di sotto dei livelli 2010. La performance della produzione italiana del mese è superiore su base annua rispetto ai già buoni risultati ottenuti da Germania e Francia, rispettivamente i n crescita del 2,2% e dell'1,8%.
Per Paolo Mameli, senior economist di Intesa Sanpaolo, il dato italiano, oltre le previsioni, cambia in parte le attese sull’andamento del Pil nella parte finale del 2016 (l’intervallo della variazione congiunturale è ora tra +0,1% e +0,2%) con l’industria che dovrebbe aver contribuito al valore aggiunto anche nei mesi autunnali. L’obiettivo di crescita del Pil all’1% nel 2017 diventa così «non impossibile da raggiungere».
Grazie alla crescita di novembre, il bilancio dei primi 11 mesi della produzione industriale italiana vede un progresso dell’1,3%, due decimali oltre il dato medio dell’intero 2015.
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