Buona scuola, al traguardo solo quattro deleghe su nove
Ok atteso dal Cdm di domani alla presenza di Gentiloni
Di ora in ora il rischio che la «Buona Scuola» venga attuata solo a metà, o forse anche meno, è sempre più concreto. A tre giorni infatti dalla scadenza dei 18 mesi (vale a dire, un anno e mezzo di tempo) a disposizione del governo per completare l’ambizioso disegno riformatore del sistema di istruzione italiano, a oggi, nessuna delle nove deleghe attuative, previste dalla legge 107, è arrivata al traguardo.
Ostruzionismi interni al sistema scolastico (e ministeriale), contrasti tra le forze di maggioranza (e dentro lo stesso Pd), problemi di copertura, a cui si è aggiunta, a dicembre, la fine anticipata dell’esecutivo Renzi, stanno, nei fatti, segnando la sorte di questi Dlgs, alcuni dei quali, peraltro, dopo così tanto tempo, ancora, in parte, incompleti.
A ritrovarsi sul tavolo i dossier è così finita la neo-ministra, Valeria Fedeli, che sta, adesso, tentando un ultimo pressing per “salvare” le deleghe, il cui contenuto è piuttosto pesante visto che si spazia dalla revisione degli esami di Stato, al nuovo percorso, di studio e di tirocinio, per salire in cattedra, al decollo, finalmente dopo anni di discussioni, di un sistema integrato per rispondere ai bisogni educativi della fascia 0-6 anni.
Fino a ieri, in tarda serata, si sono succedute riunioni, tecniche e politiche, al Miur e a Palazzo Chigi: il tentativo è portare in Consiglio dei ministri sabato (a cui parteciperà anche il premier Paolo Gentiloni) i Dlgs praticamente pronti (a buon punto sono: riordino dell’istruzione professionale, scuole all’estero e sostegno - quasi ultimata è anche la delega 0-6 anni, che dovrà tener conto dei rilievi della Corte costituzionale sollevati a fine dicembre). Per i rimanenti cinque provvedimenti (formazione iniziale docenti, esami di Stato, cultura umanistica, testo unico, diritto allo studio) si punterebbe a una proroga di due mesi da inserire in un Ddl ad hoc (sembrerebbe tramontata la strada del Milleproroghe - si aprirebbe un precedente “pericoloso” che potrebbe essere utilizzato anche da altre amministrazioni, in primis Funzione pubblica, anch’essa alle prese ancora con il varo di alcuni delicati decreti attuativi).
Il punto è che per rispettare il dettato della legge 107 ( deadline per le deleghe 16 gennaio) i testi, non solo, debbono essere approvati, in prima lettura dal governo, ma, poi, vanno subito incardinati presso le competenti commissioni parlamentari (che devono esprimere i pareri, per poi trasmetterli all’Esecutivo per il via libera