Per i fondi più spazio nel prossimo cda
Senza i fondi, presenti con il 33% del capitale affidato all’avvocato Dario Trevisan, ieri non si sarebbe potuto mettere ai voti l’aumento da 13 miliardi: all’Eur i soci storici, grandi e piccoli, non arrivavano al 20% necessario per l’assemblea straordinaria. Un paradosso, certo, che però la dice lunga sulla velocità con cui si sta evolvendo l’azionariato della ban- ca: pesa sempre di meno il retail, come peraltro stigmatizzato ieri da un piccolo socio, Lucio La Verde. Faticano a tenere il passo le Fondazioni e i grandi istituzionali ormai tengono saldamente in mano il controllo della banca.
Oggi il primo e il terzo socio della banca, vale a dire Capital Research e BalckRock, sono fondi. E la tendenza è senza dubbio destinata a confermarsi con il nuovo aumento, non certo alla portata di tutte le tasche. Sarà interessante capire quali categorie, nel variegato mondo degli istituzionali, consoliderà le posizioni, ma un dato ormai pare certo: la governance della banca, così com’è, non è più adeguata a rappresentare l’azionariato del gruppo.
Il cantiere della governance, a cui presiede il comitato presieduto da Luca Cordero di Montezemolo, ha già prodotto un primo risultato: il prossimo cda, quello che sarà eletto nell’assemblea 2018, sarà asciugato da 17 a 15 componenti e vedrà un solo vicepresidente. Mosse gradite al mercato, che non a caso il ceo Mustier si è già “venduto” nella presentazione del piano industriale effettuata a Londra, ma che in ogni caso non richiedono alcuna modifica allo statuto, generico al riguardo.
Ma, secondo quanto risulta, si sta valutando anche un’altra innovazione. Punterebbe a consolidare la rappresentanza delle minoranze, che oggi vede un solo posto da consigliere alla lista che si classifica seconda in assemblea. Una previsione, questa, che si è retta anche sul tacito accordo tra la banca e Assogestioni, che finora si è incaricata di curare la formazione di minoranza: l’associazione si è sempre limitata a presentare un solo nome, e se così non fosse stato due anni fa avrebbe sottratto il controllo ai soci storici. Nel 2015, infatti, la lista di minoranza ha ottenuto più preferenze di quella di maggioranza, ma - avendo la sola Lucrezia Reichlin in elenco - non ha scompaginato i piani e si è tenuta un posto solo.
Ma il segnale era chiaro. «La fondamentale presenza degli istituzionali in assemblea e il loro supporto al nuovo corso nonché il presumibile rafforzamento a seguito dell’aumento di capitale, spingono a ritenere che vadano modificate alcune regole di governance nell’elezione degli amministratori dando maggiore spazio a quelli da loro supportati e proposti», dice a Il Sole l’avvocato Trevisan. «D’altronde il rafforza- mento del ruolo degli amministratori indipendenti e la centralità del management nella gestione costituiscono un’evoluzione necessaria della governance delle società Che evolvono verso il modello di public companies».
È così che l’obiettivo sarebbe quello di intervenire sull’articolo 20 dello statuto, in particolare al comma 10 dove prevede che «dalla lista che ha ottenuto la maggioranza dei voti espressi vengono tratti tanti amministratori pari al numero dei consiglieri da eleggere diminuito di uno». Nel futuro cda a 15 la rappresentanza dei fondi potrebbe essere elevata al 2030% del totale dei componenti: per trovare la quadra si sonderan- no i fondi nelle prossime settimane, mentre è più difficile ragionare sui peers esteri visto che la componente delle minoranze è tipica italiana. Le novità, insieme al possibile superamento del tema del tetto al diritto di voto al 5%, dovranno essere applicate già con il rinnovo di aprile 2018: servirà, pertanto, un’assemblea straordinaria tra l’estate e l’autunno prossimi, oppure una votazione ad hoc prima dell’elezione ma nell’ambito della stessa giornata assembleare. A meno che non si faccia in fretta, e la nuova governance possa essere già presentata ai soci alla prossima assemblea di bilancio
IL CONTRIBUTO Ieri gli istituzionali sono stati decisivi per il quorum del 20% Le nuove regole in vigore per il rinnovo del 2018: possibile un’assemblea ad hoc