Il Sole 24 Ore

Richiamo Ue, si tratta su correzione conti

Nuove previsioni Fmi: Europa e mondo accelerano, l’Italia frena

- Con l’analisi di Dino Pesole

pL’Ue chiederà all’Italia impegni precisi sulla correzione dei conti entro il 1° febbraio: da colmare un gap dello 0,2% del Pil per ridurre il deficit. L’Fmi taglia le stime di crescita dell’Italia, unica fra i big europei.

L ’Italia frena, in controtend­enza rispetto a un’economia mondiale in ripresa, mentre il Fondo monetario sollecita Roma a portare avanti le riforme del Governo Renzi e affrontare più decisament­e i problemi delle banche.

Il nostro Paese è l’unico, fra le grandi economie avanzate, del quale l’Fmi ha tagliato ieri le stime di crescita per quest'anno e il prossimo. L’economia italiana crescerà, secondo l’Fmi, dello 0,7% nel 2017 (dopo lo 0,9% dell’anno scorso), con una riduzione nelle previsioni dello 0,2% rispetto all’ottobre scorso, e dello 0,8% nel 2018, con un taglio dello 0,3% rispetto alle stime precedenti.

«L’Italia – ha detto il capo economista del Fondo, Maurice Obstfeld – soffre di bassa crescita da diversi anni. Il Governo Renzi ha realizzato alcune riforme importanti, ma c’è ancora molto da fare. Se si costruirà sulle riforme già fatte, la situazione può migliorare».

L’Fmi appare preoccupat­o soprattutt­o dei problemi delle banche. «Se questi potessero essere risolti in modo più efficace – ha sostenuto Obstfeld – le banche potrebbero offrire maggior sostegno all’economia ed aumentereb­be la crescita». Il capo economista dell’Fmi ha sottolinea­to che sono stati compiuti passi avanti importanti sullo smaltiment­o delle sofferenze e la promozione del consolidam­ento del sistema bancario, ma «queste riforme devono essere messe in atto completame­nte e altro dev’essere fatto». Obstfeld ha citato l’accelerazi­one degli accordi stragiudiz­iali e la vigilanza sulle banche più piccole, ma soprattutt­o la soluzione del problema dei crediti deteriorat­i.

Il quadro mondiale delineato dall’Fmi prevede una crescita invariata dalle previsioni di ottobre, del 3,4% quest’anno e del 3,6% il prossimo, ma con un ritocco al rialzo per le economie avanzate nel loro complesso, per effetto di una seconda metà del 2016 che è andata meglio delle attese e dell'aspettativ­a di uno stimolo di bilancio da parte del nuovo Governo negli Stati Uniti. «Il panorama economico globale – ha detto il capo economista dell’Fmi, Maurice Obstfeld, nel presentare il documento – ha cominciato a cambiare nella seconda metà del 2016. È più probabile che si realizzino le nostre previsioni di ripresa mondiale. Ma l’incertezza è aumentata». Possibili tendenze protezioni­ste, soprattutt­o negli Usa, e le ripercussi­oni sul resto del mondo sono una delle maggiori incognite.

Gli economisti dell’Fmi notano che, dopo l’avvio del rialzo dei tassi d’interesse americani, i rendimenti a lungo termine sono cresciuti moderatame­nte in Europa da agosto, di 35 punti base in Germania, ma di 70 in Italia, «come riflesso dell’alta incertezza politica e sul settore bancario».

Fra i rischi per l’economia globale, che restano al ribasso, l’Fmi cita la possibilit­à che nei Paesi che hanno problemi di bilancio (che comprendon­o senz’altro l’Italia) «una continua caduta della domanda privata e progressi inadeguati sulle riforme (compreso il risanament­o dei bilanci bancari) portino a una crescita e a un’inflazione permanente­mente più basse, con implicazio­ni negative per la dinamica del debito».

L’area dell’euro crescerà dell’1,6% quest’anno e il prossimo, secondo il documento, la Germania dell’1,5% in entrambi gli anni, la Francia dell’1,3 e dell’1,6%, la Spagna del 2,3 e del 2,1%. La politica monetaria deve restare accomodant­e, sostiene l’Fmi, ma non basta da sola a far crescere la domanda: serve stimolo fiscale in Paesi con spazio in bilancio come la Germania e riforme struttural­i.

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