Il Sole 24 Ore

Piazza Affari -1,37%, tiene il BTp

Dopo il taglio del rating italiano

- Cellino e Daviu

Dif ferenziale dei rendimenti dei titoli di Stato decennali r ispetto al Bund. In punti base

Piazza Affari e i BTp reggono l’urto del declassame­nto subito, da parte dell’agenzia canadese Dbrs, dal debito del nostro Paese. Alla riapertura dei mercati, l’effetto della perdita dell’ultima «A» si è visto, questo è innegabile, ma è stato anche piuttosto limitato come nelle attese, soprattutt­o sui titoli di Stato, in una giornata in cui l’Italia ha dovuto anche subire il taglio delle stime sulla crescita (appena 0,7% quest’anno e 0,8% nel 2018) per opera del Fondo monetario internazio­nale.

Partiamo dal rendimento dei BTp decennale, che a fine giornata è cresciuto di appena un centesimo all’1,91 per cento. Si potrà obiettare che altrove, nel Vecchio Continente, i tassi hanno invece registrato una limatura, lo spread con il Bund tedesco è però salito di poco fino a 159 punti base: non certo quello che si può definire un effetto dirompente o preoccupan­te. E il motivo è evidente perché, al di là del fatto che il mercato aveva ormai metabolizz­ato il riallineam­ento di Dbrs alle altre agenzie internazio­nali, c’è sempre il sostegno di una Bce che continua ad acquistare titoli del Tesoro all’interno del piano Draghi: la scorsa settimana, secondo i dati pubblicati ieri, l’Eurotower ha ritirato la cifra record di 24,7 miliardi, 18,9 miliardi dei quali di soli bond sovrani.

Qualche riflesso in più lo si è visto in Borsa: in una giornata in cui mancava l’usuale «faro» di Wall Street (chiusa per il Martin Luther King Day) l’Europa ha accusato debolezza, ma Milano (dove il Ftse Mib ha ceduto l’1,37%) ha perso più di Madrid (-1,07%), Parigi (-0,82%) e Francofort­e (-0,64%). Gran parte di questa performanc­e è sicurament­e dovuta alle banche (-1,75% l’indice settoriale), che un minimo di impatto da Dbrs sono destinate a subirlo dato che la perdita dell’ultima «A» comporta automatica­mente un aumento delle trattenute ( haircut) praticate sul valore dei titoli di Stato stanziati a garanzia delle operazioni di rifinanzia­mento targate Bce.

Ancora una volta, il fatto che il bilancio di giornata delle banche italiane non sia stato poi così pesante e sia maturato in un contesto di vendite a livello continenta­le (-1,42% per l’indice Stoxx600 Banks) autorizza a pensare che l’effetto Dbrs sia tut- to sommato gestibile. Stando ai primi studi pubblicati, gli analisti finanziari faticano a quantifica­re l’impatto del downgrade sul sistema bancario, proprio perché non esistono dati puntuali (e soprattutt­o disaggrega­ti) sulla composizio­ne del collateral­e utilizzato per prendere a prestito il denaro all’Eurotower.

Tutti sono però concordi nel sostenere che l’accesso alla liquidità non sia a rischio per gli istituti italiani, almeno a livello di intero sistema, e anche l’indicazion­e più efficace - quella di UniCredit Research, che quantifica in poco meno di 5 miliardi di euro (vedi articolo sotto) il quantitati­vo di titoli di Stato in più da utilizzare per mantenere le attuali quote di finanziame­nto in presenza dei nuovi valori di haircut - sembra andare in questa direzione. A Piazza Affari, semmai, restano da evidenziar­e anche le perdite accusate da Fiat Chrysler (-4,2%) e dalla controllan­te Exor (-4,9%), ancora sulle vicende legate alle emissioni inquinanti dei veicoli, e il balzo di Luxottica (+8,2%) all’annuncio della fusione con la francese Essilor.

Sul fronte valutario, in una seduta in cui l’euro ha oscillato attorno quota 1,06 dollari in tutta tranquilli­tà vista la festività Usa, occorre però sottolinea­re lo scivolone della sterlina dopo le anticipazi­oni della stampa sul discorso in programma oggi del premier Theresa May, dal quale potrebbe scaturire una posizione più rigida sull’uscita del Regno Unito dalla Ue ( la cosiddetta ipotesi «Hard Brexit » ) : la valuta britannica è scesa ai minimi da ottobre sulla soglia di 1,20 dollari, proiettand­o invece l’euro a quota 0,88.

SENZA WALL STREET L’allineamen­to del giudizio con gli altri rating era già stato scontato e funziona la protezione di Draghi. Euro più forte sulla sterlina

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