Luxottica-Essilor, fusione da 50 miliardi
Operazione «fra uguali»: a Del Vecchio oltre il 31% di un polo globale da 15 miliardi di fatturato
pDue colossi a livello mondiale hanno deciso di unire le forze per diventare ancora più forti e più internazionali. Si potrebbe riassumere così la fusione “fra uguali” annunciata ieri da Luxottica e Essilor. E i numeri confermano la rilevanza dell’operazione: con 46 miliardi di euro, il deal è la seconda fusione crossborder della storia in Europa. Il mercato ha festeggiato l’annuncio trascinando al rialzo i titoli: Luxottica a Milano ha chiuso le contrattazioni con un progresso dell’8,25% a 53,65 euro per azione, mentre Essilor, sulla piazza francese, ha segnato un balzo dell’11,85% a 114,20 euro per azione. Positivo il giudizio degli analisti, che salutano con favore la nascita di un gruppo in grado di realizzare sinergie in ragione della complementarietà dei due gruppi e di affrontare le criticità future del mercato.
I numeri del nuovo gruppo
L’integrazione delle due società, complementari nel comparto dell’eyewear, dà vita a un gruppo con più di 140mila dipendenti e vendite in oltre 150 Paesi. I bilanci del 2016 non sono ancora stati diffusi, di conseguenza i valori aggregati del nuovo gruppo possono essere calcolati solo sull’anno precedente: dopo il matrimonio il nuovo colosso dell’occhialeria, che avrà una capitalizzazione da 51 miliardi di euro alla chiusura di ieri, avrebbe ricavi netti 2015 per oltre 15 miliardi di euro a fronte di un mercato che vale 100 miliardi di euro e un margine operativo lordo (Ebitda) netto combinato di circa 3,5 miliardi di euro. Sulla base di un’analisi preliminare, poi, il nuovo gruppo prevede di generare nel medio termine progressivamente sinergie di ricavi e di costi per un ammontare tra i 400 e i 600 milioni di euro, con un’accelerazione nel lungo termine. «La nuova realtà beneficerebbe altresì di un stato patrimoniale solido e di una forte generazione di cassa, con la flessibilità finanziaria per investire nella crescita futura organica e non» si legge nel comunicato di Essilor.
Delfin primo socio
Come cambieranno i pesi nell’azionariato del nuovo gruppo? Attualmente Essilor, seguita nell’operazione da Citigroup e Rothschild oltre che dallo studio legale Cleary Gottlieb Steen & Hamilton, è una public company, che vede l’associazione dei dipendenti azionisti all’8,3%, con diritto di voto attorno al 14%. La quota, post operazione, scenderà a circa il 4% del nuovo gruppo.
Sul fronte italiano, invece, Delfin, la holding che fa capo alla famiglia del fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio assistita nel deal da Mediobanca con i legali Bonelli Erede e Bredin Prat, passerà dal controllo del 61,90% del capitale della società italiana ad essere il primo socio del nuovo gruppo con una quota tra il 31 e il 38 per cento. Una posizione che pone l’imprenditore italiano e i suoi eredi a capo di un colosso mondiale. Tanto che proprio Leonardo Del Vecchio sarà il presidente esecutivo della società e amministratore delegato con pari poteri rispetto al vicepresidente e ad, Hubert Sagnieres, attuale numero uno di Essilor. Piena parità anche in cda, con otto membri per parte.
Terzo azionista del nuovo gruppo, se non si tiene conto degli investitori istituzionali, sarà Giorgio Armani, attualmente socio di Luxottica con una quota pari al 4,955%, che post operazione sarà poco sotto il 2,5 per cento.
I dettagli dell’operazione
L’operazione è maturata dopo anni di studio, ma di fatto ha visto un’accelerazione a fine 2016 per chiudersi con l’inizio di quest’anno. L’intesa prevede il conferimento in Essilor da parte di Delfin dell’intera partecipazione in Luxottica nel rapporto 0,461 azioni del gruppo francese per ogni azione del gruppo guidato da Del Vecchio. A seguire Essilor lancerà un’offerta pubblica di acquisto (Opa) sulla totalità delle azioni Luxottica i n circolazione, al medesimo rapporto di 0,461 a 1, per arrivare al delisting della società da Piazza Affari.
I passaggi formali ora prevedono la consultazione dei dipendenti di Essilor, prassi prevista dalla normativa francese ( si veda pezzo in pagina), e a seguire l’assemblea degli azionisti del gruppo francese che dovrà approvare l’operazione, annullare il voto doppio (previsto ora per i dipendenti) e votare per porre un limite al diritto di voto al 31 per cento. Al contempo ci sarà l’iter di approvazione da parte dell’antitrust, che dovranno dare il via libera al deal. Il closing dell’operazione è previsto, così, per il secondo semestre del 2017.
Il nuovo gruppo resterà quotato a Parigi, come holding con il nome di Essilor-Luxottica, che controllerà le due società operative Essilor, con sede a Parigi, e Luxottica, con sede a Milano. Un eventuale ritorno alla quotazione a Piazza affari non sembra al momento essere all’ordine del giorno, mentre sulla quotazione a New York (le azioni Luxottica trattano anche Oltreoceano) una decisione non è ancora stata presa.
IL BALZO IN BORSA Luxottica in rialzo a Milano dell’8,25%, a 53,65 euro per azione, mentre Essilor sale a Parigi dell’11,85% a 114,20 euro Mediobanca advisor di Del Vecchio