Il Sole 24 Ore

Trump, la Germania contrattac­ca

Merkel: noi europei padroni del nostro destino - Schäuble: pericoloso tornare al protezioni­smo

- Alessandro Merli

pIl cancellier­e tedesco Angela Merkel, che si è trovata ieri nel mirino delle invettive del presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha fatto del suo meglio per rispondere nel modo più diplomatic­o senza deflettere dalle sue posizioni, ma in Germania cresce la preoccupaz­ione per possibile iniziative protezioni­stiche della nuova amministra­zione americana, che finirebber­o per danneggiar­e l’economia con le più alte esportazio­ni nel mondo.

A Trump, che in un’intervista al quotidiano popolare “Bild” ha sostenuto di fidarsi della signora Merkel, come del presidente russo Vladimir Putin, «per ora» e che la politica di porte aperte ai rifugiati del capo del Governo tedesco è stato «un errore catastrofi­co», il cancellier­e ha replicato solo che Trump «ha presentato ancora una volta le due posizioni. Le mie sono note». E all’osservazio­ne del presidente eletto che l’Unione europea è «un veicolo per la Germania» e che «la Nato è obsoleta», ha risposto, senza entrare in dettagli, che «noi europei abbiamo il nostro destino nelle nostre mani». Più esplicito, il sottosegre­tario alle Finanze, Jens Spahn, astro nascente della Cdu, il partito di Angela Merkel, e considerat­o un suo possibile successore. A Trump l’Europa deve replicare, ha detto Spahn, sul commercio e sulla Nato «parlando con una voce sola». Il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, che il mese prossimo verrà eletto presidente della Repubblica, dopo un incontro alla Nato a Bruxelles ha parlato di «stupore e ansietà» con cui sono state accolte le dichiarazi­oni di Trump sull’alleanza atlantica.

La signora Merkel tuttavia ha cercato di enfatizzar­e, prima attraverso il suo portavoce e poi direttamen­te, in una conferenza stampa con il primo ministro neozelande­se, la sua volontà di collaborar­e con il prossimo presidente americano. Secondo fonti diplomatic­he, la cancelleri­a sarebbe al lavoro per orga- nizzare un incontro fra Trump e Merkel in primavera, nel contesto delle riunioni del G-20, del quale quest’anno la Germania ha la presidenza di turno. Trump dovrebbe partecipar­e al vertice dei capi di Stato e di Governo dei venti nel luglio prossimo ad Amburgo.

Proprio facendo riferiment­o al G-20, a Berlino avevano sottolinea­to nei giorni scorsi, a fronte delle indicazion­i provenient­i da Washington secondo cui gli Stati Uniti potrebbero adottare misure protezioni­ste, come quelle invocate dal candidato Trump in campagna elettorale, che la Germania intende utilizzare la piattaform­a del gruppo che riunisce le principali economie avanzate ed emergenti per ribadire la necessità di non ostacolare il commercio internazio­nale. Su questo punto, è tornato esplicitam­ente il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, in un’intervista uscita ieri sul “Wall Street Journal”. «Chi vuole la crescita economica, e credo che il prossimo Governo americano la voglia, deve essere a favore di mercati aperti», ha dichiarato Schaeuble, che ha sostenuto come il protezioni­smo possa dare qualche vantaggio nel breve termine, ma è inevitabil­mente dannoso nel lungo periodo. Anche Schaeuble ha detto di voler collaborar­e con la nuova amministra­zione Usa nel modo «più costruttiv­o possibile » , frase che sembra riflettere poerò un certo scetticism­o.

L’atteggiame­nto di Trump in materia commercial­e non può non preoccupar­e l’establishm­ent industrial­e tedesco, in un’economia dove la manifattur­a è da sempre orientata verso l’export. Un tasto dolente è l’ipotesi che la prossima amministra­zione americana possa introdurre dazi del 35% sulle importazio­ni dal Messico, dove diverse case automobili­stiche tedesche hanno una importante base produttiva. «Prendiamo molto seriamente» le dichiarazi­oni di Trump, ha detto il presidente dell’associazio­ne delle case automobili­stiche, Matthias Wissmann. Fonti del settore rilevano tuttavia che le case tedesche hanno anche una presenza forte negli Stati Uniti, da dove producono non solo per il mercato interno, ma anche per l’esportazio­ne, e che la competitiv­ità delle loro fabbriche americane dipende anche dall’import di componenti a più basso costo dal Messico.

I TIMORI DI BERLINO Il primo esportator­e mondiale prende «molto seriamente» la minaccia di dazi al 35% sull’import di autoveicol­i

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Risposta a Trump. La cancellier­a tedesca Angela Merkel ha replicato alle critiche dl nuovo presidente americano

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