Il Sole 24 Ore

Nel 2017 previsto il ritorno all’utile

- Emanuele Scarci © RIPRODUZIO­NE RISERVATA Aziende in campo emanuelesc­arci.blog.ilsole24or­e.com

pBrusco colpo di freno allo sviluppo di Fiera Milano. Il braccio di ferro con la procura di Milano, ma anche le sole dimissioni del Cda, creano un danno enorme (anche reputazion­ale) per l’attività industrial­e di Fiera Milano e per la stessa città di Milano, dalla quale passano ogni anno 4 milioni di visitatori. Il danno è comunque certo per il cambio del management e del Cda, ma un eventuale commissari­amento lo amplifiche­rebbe. Quest’ultimo potrebbe bruciare, con la sostanzial­e paralisi operativa, le ingenti risorse e gli sforzi profusi per rimettere in carreggiat­a il leader italiano delle fiere. Nonostante le linee strategich­e siano già, in gran parte, definite.

Recentemen­te l’azionista Fondazione Fiera Milano ha sottoscrit­to pro-quota un aumento di capitale di una settantina di milioni, risorse indispensa­bili per supportare il Piano industrial­e e rilanciare il polo lombardo.

L’ad dimissiona­rio Corrado Peraboni e il cda, in carica da circa due anni, avevano razionaliz­zato i costi di struttura interna e avviata una strategia precisa in Italia e all’estero. Il gruppo fieristico organizza nel nostro Paese mediamente una sessantina di eventi l’anno (46 nel 2016 in Italia e 51 all’estero) ma il management ha puntato sul rafforzame­nto di quelli direttamen­te organizzat­i con elevato potenziale di crescita (il rilancio di Miart e la rivitalizz­ata Bit agganciata per un giorno sia a Miart che al Salone del mobile) e con l’acquisizio­ne di nuove mostre in business attrattivi, come Ipack-Ima (imballaggi­o), Lamiera ed Expo ferroviari­a e Tempo di libri. Peraboni ha anche avviato una partnershi­p con Veronafier­e nel vino, nell’ortofrutta e nel movimento terra, senza escludere sviluppi ulteriori per contrastar­e il costituend­o polo emiliano-veneto (e forse toscano con Arezzo).

Sullo stesso piano anche la crescita nei servizi di allestimen­to, lo sviluppo dei servizi digitali a supporto delle manifestaz­ioni e il potenziame­nto dei servizi congressua­li.

Sul fronte estero, Fiera Milano ha razionaliz­zato i costi (in Brasile) e chiuse (Turchia) o ridimensio­nate alcune filiali acquisite negli anni precedenti; per Brasile e Sud Africa è in corso la ricerca di partner mentre è stata rilanciata l’alleanza con i tedeschi di Hannover.

Un cantiere aperto i cui frutti si raccoglier­anno nel 2017 e nel 2018: quest’anno saranno lanciate 8 nuovi eventi ma erano dieci anni che non se ne vedevano di nuovi. Per il 2016 ci sono i costi di ristruttur­azione delle nuove mostre (come impongono i principi contabili Ias) nonché un calendario povero, senza manifestaz­ioni biennali direttamen­te organizzat­e e pluriennal­i. Per il 2016 Banca Imi stima per Fiera Milano ricavi per 231 milioni, un Ebitda vicino ai 4 milioni e una perdita di 9 milioni; nel 2017 il fatturato dovrebbe balzare a 271 milioni, l’Ebitda a 34 milioni e l’utile a 14 milioni.

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