Il Sole 24 Ore

Nuove regole per la rete Telecom

Agcom approva il piano di impegni del gestore per permettere l’accesso senza discrimina­zioni agli altri operatori Previsti un database unico e un iter comune a tutti per le attivazion­i di nuovi clienti

- Andrea Biondi

pA oltre un anno dal suo varo, quello che nei fatti è un piano “anticonten­zioso” di Telecom Italia, per superare (o comunque tentare di superare) la fase di contenzios­o legale con gli altri operatori sul tema della rete e raggiunger­e una agognata “pax regolatori­a”, ha avuto la benedizion­e Agcom.

L’Autorità ha pubblicato sul suo sito la delibera – relatori Antonio Martusciel­lo e Antonio Nicita – con cui dà disco verde agli impegni assunti da Telecom per un nuovo sistema di accesso alla sua rete. Un “Nuovo modello di equivalenc­e” – Telecom lo definisce così – i cui pilastri, volendo schematizz­are al massimo, stanno: nella creazione di un database unico con tutte le informazio­ni necessarie per gli allacciame­nti di nuovi clienti e che andranno a sostituire 9 database precedenti; una nuova organizzaz­ione con la creazione di una nuova direzione, denominata “Wholesale”, al cui interno sono confluite le strutture che forniscono i servizi agli altri operatori e quelle deputate per i servizi di Telecom (Open Access); un portale unico, comune a Telecom e Olo, per gli ordinativi; un sostanzial­e ridisegno dei processi tale per cui le struttura di Telecom e quelle degli operatori alternativ­i che si occupano di nuove attivazion­i seguiranno gli stessi iter di lavorazion­e o, per dirla tecnicamen­te, la nuova catena di delivery (articolo 3) e che questo avverrà entro fine anno (articolo 5).

Tutto nasce dal fatto che Telecom è tenuta per legge a mettere a disposizio­ne la rete e i servizi sulla propria rete – anche quelli a banda ultralarga, oggi fondamenta­li – quando richiesti dagli Olo per i propri clienti già esistenti o in acquisizio­ne. Si entra così in un mercato regolament­ato in cui il contenzios­o è proliferat­o negli anni, con gli operatori alternativ­i nella veste di accusatori per ostacoli e discrimina­zioni.

Va detto che dalle 108 pagine della delibera 652/ 16/ CONS emerge in più passaggi il contrasto fra gli impegni Telecom e le valutazion­i degli operatori secondo cui si tratta di misure inidonee o insufficie­nti. Dal canto suo Agcom ha dato il placet, consideran­do il “Nuovo modello di equivalenc­e” Telecom idoneo a recepire obblighi di non discrimina­zione per l’accesso alla rete, contenuti nell’articolo 64 della delibera 623/15/CONS, pur con una sottolinea­tura: «Resta inteso che l’efficacia di tali misure andrà verificata in corso d’opera nell’ambito della vigilanza svolta dall’Autorità con il supporto dell’Organismo di Vigilanza».

Sta di fatto che Agcom approva, peraltro in contempora­nea ad Antitrust che, sulla base di questi impegni, ha rigettato la richiesta di sanzioni avanzata da Fastweb e Vodafone, cui poi si sono uniti altri operatori (si veda altro articolo in pagina).

Il progetto di Telecom ha avuto avvio formalment­e il 5 novembre 2015 con una durata prevista di 18 mesi. Dall’estate in poi l’ex monopolist­a ha attivato determinat­i impegni verificand­one l’attuazione con Agcom. Allo stesso modo so- no previste altri update “in ambiente controllat­o” fino all’estate. Alcune parti del piano, cui ha peraltro lavorato anche Ernst&Young, restano comunque da completare. C’è, per esempio, una proposta di Telecom per ridurre le 800 causali di scarto che è sottoposta a un tavolo tecnico: dovrà pronunciar­si entro 4 mesi. Su questo, a pagina 69 Agcom riporta quanto comunicato dalla società sul trend degli ordini di lavoro non realizzabi­li: dimezzati dal 37 al 18% fra 2009 e 2016. Di questi, quelli di competenza Tim (altri sono attribuiti a richieste non fatte in maniera adeguata dagli operatori, per esempio), sono scese dall’11,6% al 7,5 per cento.

Rimarrà anche da completare il lavoro “anticonten­zioso” e “antidiscri­minazioni” sul secondo forte terreno di scontro fra Telecom e Olo: la manutenzio­ne (su questo capitolo è intervenut­a una multa da 21,5 milioni a fine 2015). C’è un progetto di “System unico”, dando la possibilit­à agli operatori di scegliere il proprio subfornito­re per le riparazion­i, purché si tratti di un operatore certificat­o da Telecom. Sarà tema di altra delibera.

OBIETTIVI L’Autorità sottolinea che «l’efficacia delle misure andrà verificata in corso d’opera nell’ambito della Vigilanza»

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