Nuove regole per la rete Telecom
Agcom approva il piano di impegni del gestore per permettere l’accesso senza discriminazioni agli altri operatori Previsti un database unico e un iter comune a tutti per le attivazioni di nuovi clienti
pA oltre un anno dal suo varo, quello che nei fatti è un piano “anticontenzioso” di Telecom Italia, per superare (o comunque tentare di superare) la fase di contenzioso legale con gli altri operatori sul tema della rete e raggiungere una agognata “pax regolatoria”, ha avuto la benedizione Agcom.
L’Autorità ha pubblicato sul suo sito la delibera – relatori Antonio Martusciello e Antonio Nicita – con cui dà disco verde agli impegni assunti da Telecom per un nuovo sistema di accesso alla sua rete. Un “Nuovo modello di equivalence” – Telecom lo definisce così – i cui pilastri, volendo schematizzare al massimo, stanno: nella creazione di un database unico con tutte le informazioni necessarie per gli allacciamenti di nuovi clienti e che andranno a sostituire 9 database precedenti; una nuova organizzazione con la creazione di una nuova direzione, denominata “Wholesale”, al cui interno sono confluite le strutture che forniscono i servizi agli altri operatori e quelle deputate per i servizi di Telecom (Open Access); un portale unico, comune a Telecom e Olo, per gli ordinativi; un sostanziale ridisegno dei processi tale per cui le struttura di Telecom e quelle degli operatori alternativi che si occupano di nuove attivazioni seguiranno gli stessi iter di lavorazione o, per dirla tecnicamente, la nuova catena di delivery (articolo 3) e che questo avverrà entro fine anno (articolo 5).
Tutto nasce dal fatto che Telecom è tenuta per legge a mettere a disposizione la rete e i servizi sulla propria rete – anche quelli a banda ultralarga, oggi fondamentali – quando richiesti dagli Olo per i propri clienti già esistenti o in acquisizione. Si entra così in un mercato regolamentato in cui il contenzioso è proliferato negli anni, con gli operatori alternativi nella veste di accusatori per ostacoli e discriminazioni.
Va detto che dalle 108 pagine della delibera 652/ 16/ CONS emerge in più passaggi il contrasto fra gli impegni Telecom e le valutazioni degli operatori secondo cui si tratta di misure inidonee o insufficienti. Dal canto suo Agcom ha dato il placet, considerando il “Nuovo modello di equivalence” Telecom idoneo a recepire obblighi di non discriminazione per l’accesso alla rete, contenuti nell’articolo 64 della delibera 623/15/CONS, pur con una sottolineatura: «Resta inteso che l’efficacia di tali misure andrà verificata in corso d’opera nell’ambito della vigilanza svolta dall’Autorità con il supporto dell’Organismo di Vigilanza».
Sta di fatto che Agcom approva, peraltro in contemporanea ad Antitrust che, sulla base di questi impegni, ha rigettato la richiesta di sanzioni avanzata da Fastweb e Vodafone, cui poi si sono uniti altri operatori (si veda altro articolo in pagina).
Il progetto di Telecom ha avuto avvio formalmente il 5 novembre 2015 con una durata prevista di 18 mesi. Dall’estate in poi l’ex monopolista ha attivato determinati impegni verificandone l’attuazione con Agcom. Allo stesso modo so- no previste altri update “in ambiente controllato” fino all’estate. Alcune parti del piano, cui ha peraltro lavorato anche Ernst&Young, restano comunque da completare. C’è, per esempio, una proposta di Telecom per ridurre le 800 causali di scarto che è sottoposta a un tavolo tecnico: dovrà pronunciarsi entro 4 mesi. Su questo, a pagina 69 Agcom riporta quanto comunicato dalla società sul trend degli ordini di lavoro non realizzabili: dimezzati dal 37 al 18% fra 2009 e 2016. Di questi, quelli di competenza Tim (altri sono attribuiti a richieste non fatte in maniera adeguata dagli operatori, per esempio), sono scese dall’11,6% al 7,5 per cento.
Rimarrà anche da completare il lavoro “anticontenzioso” e “antidiscriminazioni” sul secondo forte terreno di scontro fra Telecom e Olo: la manutenzione (su questo capitolo è intervenuta una multa da 21,5 milioni a fine 2015). C’è un progetto di “System unico”, dando la possibilità agli operatori di scegliere il proprio subfornitore per le riparazioni, purché si tratti di un operatore certificato da Telecom. Sarà tema di altra delibera.
OBIETTIVI L’Autorità sottolinea che «l’efficacia delle misure andrà verificata in corso d’opera nell’ambito della Vigilanza»