Unicoop Tirrena annuncia chiusure
Il piano 2017-2019
pDopo i numeri-choc, è l’ora dello sciopero per i dipendenti di Unicoop Tirreno, la cooperativa di consumo di Piombino (Livorno) che conta 109 tra supermercati, iper e mini (di cui 66 in Toscana, gli altri in Campania, Umbria e Lazio) e 4mila dipendenti. La cooperativa ha quantificato gli esuberi e le cessioni di punti vendita già annunciati nelle settimane scorse dal direttore generale Piero Canova, che ha messo a punto il piano industriale 2017-2019 destinato a riportare in sicurezza i conti col ritorno alla redditività nella gestione caratteristica nel giro di tre anni.
E i numeri sono stati peggiori di ogni previsione: otto cessioni di negozi; dodici chiusure di punti vendita; 481 esuberi full time equivalenti che - sottolinea la Cgil, sindacato di gran lunga prevalente all’interno della catena - corrispondono a più di 600 addetti, visto che in Unicoop Tirreno il part time si avvicina al 50%.
In più, il recesso annunciato dal contratto integrativo che «significa la perdita secca di diritti e di salario», spiega Cinzia Bernardini, segretaria generale Filcams-Cgil Toscana sottolineando che la vertenza è nazionale. Nell’integrativo, aggiunge la sindacalista, «ci sono i premi aziendali, le maggiorazioni, le domeniche, tutte voci che incidono in maniera rilevante sullo stipendio mensile e che andrebbero a penalizzare fortemente i lavoratori». Contro il piano i sindacati hanno proclamato otto ore di sciopero, con giorni e modalità da decidere. Per la Cgil avere come controparte una cooperativa della galassia Legacoop non è pratica frequente: «Ma piani come questi non si erano mai visti: è inaccettabile che il costo del la- voro sia considerato l’unica leva su cui agire», dice Bernardini.
Il direttore Canova nelle settimane scorse aveva sottolineato la necessità di recuperare 8,7 milioni di euro sul costo del personale del quartier generale di Vignale (dove lavorano 490 persone) e di cedere immobili non strategici, dai quali si prevede di ricavare 170-180 milioni. Tutto questo per arrivare al 2019 con 900 milioni di fatturato e il ritorno alla redditività nella gestione caratteristica.
Il piano di Unicoop Tirreno arriva dopo il “salvataggio” ope-
LA REAZIONE Contro questa decisione i sindacati proclamano otto ore di sciopero Cgil: «Inaccettabile agire solo sul costo del lavoro»
rato da altre otto cooperative di consumo - Alleanza 3.0, Unicoop Firenze, Novacoop, Coop Lombardia, Coop Liguria, Coop Centro Italia, Coop Reno e Coop Amiatina – che hanno appena sottoscritto strumenti finanziari partecipativi per 170 milioni, destinati a rafforzare il patrimonio (si veda Il Sole 24 ore del 29 novembre 2016) abbattuto da 100 milioni di perdite negli ultimi sei anni. Secondo le nuove regole di Bankitalia, infatti, la coop non era più in grado, con 175 milioni di patrimonio netto consolidato, di garantire il rimborso dei 931 milioni di prestito affidatole dai soci-consumatori. Il rapporto doveva essere riportato al livello di 1 a 3. Nei prossimi tre anni il prestito sociale della coop dovrà dimezzarsi, scendendo a 500 milioni.