Il Sole 24 Ore

Demolizion­i a livelli record

Nel 2016 rottamate 182 portaconta­iner, 376 navi per carichi secchi e 28 cisterne - Solo 159 nuove unità Armatori contro l’eccesso di capacità di stiva per far risalire i noli

- Raoul de Forcade

pDopo anni di ordini in crescita e demolizion­i molto contenute, nel 2016 il mondo dello shipping sembra aver imboccato una strada completame­nte diversa. Strada che forse porterà (finalmente) a risolvere il problema dell’overcapaci­ty della flotta mondiale, che ha condotto a una forte - e protratta nel tempo - caduta del valore dei noli. A suggerirlo sono i dati appena raccolti dalla società di brokeraggi­o Banchero Costa sull’andamento dell’anno passato. Numeri che dimostrano come, da un lato, siano crollati in maniera massiccia gli ordini di nuove navi e, dall’altro, siano aumentate verticalme­nte le demolizion­i.

Per quanto riguarda queste ultime, a segnare un vero record è il settore delle unità portaconta­iner. Il 2016 è stato una anno straordina­rio, con 182 navi rottamate, pari a 640mila teu (unità di misura pari a un container da 20 piedi) di capacità demolita. Il secondo anno, dal 2000, per capacità smantellat­a è stato il 2013, con 184 scafi e 435mila teu. Anche se il numero di navi è maggiore di due unità nel 2013, quanto a capacità in teu il 2016 totalizza il 47% in più ; perché, spiega Enrico Paglia, dell’ufficio ricerche di Banchero Costa, «oggi si demoliscon­o navi più grandi. La dimensione media delle unità demolite è infatti di 3.500 teu nel 2016 ed era di 2.400 nel 2013». Inoltre «ben 57 unità rottamate nel settore delle portaconte­nitori sono navi costruite dal 2001 in poi: sono quindi state demolite prima del compimento del 15° anno di età. Di queste, il 75% sono unità panamax e post-panamax (tra 3.500 e 7mila teu). Per quanto attiene poi agli ordini di nuove portaconta­iner, anche qui si assiste a un crollo: nel 2016 sono state commission­ate ai cantieri 64 unità, per una capacità complessiv­a di 250mila teu, contro i 290 ordini del 2015 pari a 2,5 milioni di teu. Il 2016, dunque, dice Pa- glia, si configura come il secondo peggior anno dal 2000 in avanti quanto a ordini. Il record resta al 2009, quando furono ordinate solo 20 navi pari a 94mila teu». La situazione per le portaconta­iner è particolar­e perché quelle da 16mile teu stanno rimpiazzan­do quelle da 9mila che non trovano facilmente impiego e le grandi compagnie si dedicano ad acquisizio­ni di società più piccole con le flotte, evitando nuovi ordini.

Passando al settore delle unità per carichi secchi, le demolizion­i di dry bulk nel 2016 sono state pari a 376 navi, con un’età media di 23 anni, per 29 milioni di tonnellate di portata lorda (tpl), con una crescita del 6% rispetto al 2015, periodo in cui le unità smantellat­e sono state 355. Il 2016, peraltro, dal 2000, è stato il secondo anno quanto a numero di demolizion­i, preceduto solo dal 2012, in cui furono rottamate 488 unità dry (con un’età media più alta, però: 32 anni), pari a 32 milioni di tpl.

Sotto il profilo dei nuovi ordini, per i carichi secchi, dai report di Banchero Costa emerge come nel 2016 siano state commission­ate solo 36 unità: una netta caduta rispetto ai 380 ordini del 2015 e al picco di 933 del 2013.

Guardando al comparto delle navi cisterna (che comprende quelle per il trasporto del greggio e quelle per i prodotti lavorati), si nota che le demolizion­i di tanker nel 2016 sono state complessiv­amente 28 (9 crude carrier e 19 product carrier), pari a quelle del 2015 (5 crude e 23 product). Per quanto riguarda, invece, gli ordini di nuove unità, si riscontra una caduta: nel 2016 sono state commission­ate 59 navi (31 crude e 28 product) per 9,1 milioni di tpl, mentre nel 2015 erano state ordinate 383 navi cisterna (185 crude e 198 product), per 53,8 milioni di tpl. Quanto a ordini, afferma Paglia, «le tanker hanno fatto di meno solo nel 2011 con 8,3 milioni di tpl».

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